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Tyler Robinson

Catturato il presunto assassino di Kirk: cosa sappiamo

Le autorità americane avrebbero messo le mani sul killer di Charles Kirk, dopo una fuga durata oltre circa 33 ore: si tratterebbe del 22enne Tyler Robinson

“We have him”: è Donald Trump in persona ad annunciarlo durante un’intervista a Fox News. Fatte salve le formule cautelative (“with a high degree of certainty”), raramente impiegate dal presidente americano e a maggior ragione da soppesare, il killer di Charles Kirk sarebbe finalmente nelle mani delle forze dell’ordine. A fare il suo nome non è stato però il tycoon, ma il governatore dello Utah Spencer Cox, che ha fornito gran parte dei dettagli fin qui a disposizione durante una conferenza stampa.

CHI È TYLER ROBINSON

Si tratterebbe di un 22enne identificato arrestato ieri a St. George (Utah) – circa 400 chilometri a sud-ovest del campus universitario – e identificato come Tyler Robinson. Il fermo sarebbe scattato sulla base di una segnalazione di un amico di famiglia, che si sarebbe messo in contatto con l’ufficio dello sceriffo della Contea di Washington, riferendo di aver appreso direttamente dal padre di una confessione del sospettato.

Sempre da Cox apprendiamo che le telecamere di sorveglianza del luogo in cui è avvenuto l’omicidio confermerebbero la presenza del giovane all’interno del campus, di cui non era però uno studente. Incensurato, Robinson aveva frequentato non la Valley ma la Utay State University, per solo un semestre. Al momento dell’arresto, il ragazzo indossava gli stessi abiti delle foto diffuse dall’Fbi: la felpa con la bandiera americana e l’aquila avevano inizialmente fatto pensare a un nazionalista.

LE RIVELAZIONI NELLE CHAT E A CENA

Robinson, inoltre, avrebbe menzionato l’evento di Kirk in programma alla Valley University durante una cena di famiglia, parlandone come una figura dedita alla diffusione di odio. Il suo coinquilino avrebbe poi mostrato agli inquirenti alcune chat su Discord in cui Robinson aveva descritto scherzosamente alcuni passaggi del piano che corrisponderebbero alla dinamica dell’attentato.

L’ARMA E LE ISCRIZIONI SUI BOSSOLI

Nei messaggi Tyler affermava la necessità di recuperare un fucile da un punto di consegna, nasconderlo in un cespuglio, sorvegliare l’area e conservarlo avvolto in un asciugamano; sempre nelle conversazioni si menzionava l’incisione dei bossoli, l’uso di un mirino e il fatto che l’arma fosse considerata «unica».

Delle iscrizioni ha parlato sempre il governatore Cox: scritte incise sui bossoli recuperati insieme al fucile, sul quale era montato un cannocchiale, con frasi come “Fascista, beccati questa!”, “Bella ciao” (letterale) e “Se leggi, sei gay, LMAO”.

TRUMP PROVA A RASSICURARE MA IL CLIMA RESTA INCANDESCENTE

Trump ha rassicurato sul fatto che l’omicidio di Charles Kirk non sia il tassello di un mosaico più ampio, malgrado nelle prime ore dopo l’omicidio il presidente avesse puntato il dito contro la sinistra radicale, addebitando a essa la responsabilità della tragedia. L’assassino non apparterrebbe dunque a una rete, e la vicenda potrebbe essere conclusa.

Da più parti però crescono i timori per l’ennesimo episodio di violenza politica negli Stati Uniti, che solo l’anno scorso ha visto un attentato contro un candidato alla presidenza e ogni giorno registra stragi nelle scuole, per non parlare del clima incandescente che si respira in un Paese armato fino ai denti, dove un cittadino su tre possiede un’arma.

Fonte immagine: FBI

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