Nella giornata di oggi dovrebbe tenersi una telefonata chiarificatrice tra Trump e Musk. La Tesla, l’azienda automobilista di Musk, ha perso già 150 miliardi di dollari
Prove di disgelo tra Musk e Trump? Secondo il quotidiano Politico i rispettivi staff stanno provando a ricucire lo strappo tra due degli uomini più influenti degli Stati Uniti.
LA LITE TRA TRUMP E MUSK
Dopo l’annuncio di un disimpegno di Musk dall’azione governativa, l’imprenditore sudafricano aveva chiesto addirittura l’impeachment per Trump, accusando il presidente Usa di essere tra i nomi presenti nei file del newyorkese Jeffrey Epstein, i documenti giudiziari del finanziere accusato di traffico di minorenni e morto suicida in carcere. Per tutta risposta di Trump ha minacciato di tagliare i contratti governativi in cui sono coinvolte le attività di Musk, Space X su tutte.
UN BATTIBECCO CHE VALE (ALMENO) 150 MILIARDI DI DOLLARI
Un battibecco che non significa solo la fine di un sodalizio professionale e relazionale ma che vale svariati miliardi di dollari. Nelle prime 24 ore la lite tra i due è costata 150 miliardi di dollari di valore di mercato alla Tesla, la società dell’imprenditore sudafricano. Non a caso, il gestore di fondi speculativi Bill Ackman, su X ha scritto: “Sostengo @realDonaldTrump e @elonmusk e dovrebbero fare pace per il bene del nostro grande Paese”. Appello a cui Musk ha risposto: “Non hai torto”.
TRUMP E MUSK: OBIETTIVO RICOMPOSIZIONE
Obiettivo dei relativi staff è ricomporre, almeno formalmente, la relazione tra i due. Nella giornata di oggi, infatti, dovrebbe tenersi una telefonata chiarificatrice tra il presidente degli Stati Uniti d’America e il miliardario CEO di Tesla, l’obiettivo è negoziare una pace.
“Oh, va tutto bene – ha detto Trump a POLITICO in una breve telefonata, alla domanda sull’allontanamento da uno dei suoi maggiori sostenitori e finanziatori -. Sta andando molto bene, mai andata meglio”. Dichiarazioni che stridono con l’aspro botta e risposta a mezzo social tra Trump e Musk riguardo al “big beautiful bill”, il disegno di legge ora al Senato che integra l’agenda presidenziale, dai tagli fiscali all’applicazione delle leggi sull’immigrazione.
IL RITORNO DI BANNON E L’ASCESA DEL SENATORE CONSERVATORE LINDSEY GRAHAM
Comunque c’è chi potrebbe avere da guadagnare da questo divorzio. Prima di tutto i “vecchi” sostenitori di Donald Trump che, con il dirompente arrivo del tecnocrate, si sono ritrovati ai margini del cerchio magico del Tycoon. Primo fra tutti Steve Bannon, ex consigliere di Trump e uno dei più rigidi oppositori di Musk. Sarebbe stato suo il consiglio di annullare tutti i contratti federali del patron di Tesla e di Space X. “Dovrebbero avviare un’indagine formale sul suo status di immigrato, perché sono fermamente convinto che sia un immigrato illegale e dovrebbe essere espulso immediatamente dal Paese”, ha detto Bannon, come riporta il New York Times. Inoltre, secondo Bannon l’amministrazione dovrebbe indagare anche sull’uso di droghe da parte di Musk – e sul suo tentativo di ottenere dal Pentagono un rapporto riservato sulla Cina.
Ma quella di Bannon non è l’unica stella che promette di tornare a brillare in assenza di Musk. Tra gli uomini più in ascesa c’è anche il senatore repubblicano americano Lindsey Graham, sostenitore della proposta di nuove sanzioni alla Russia.