Putin manda a Miami Kirill Dmitriev, direttore del Fondo per gli investimenti diretti di Mosca e dal 2025 omologo russo di Steve Witkoff. I due s’incontreranno domani a Miami, nel tentativo di ricostruire il dialogo tra il Cremlino e Washington, smarrito nel giro di una settimana
Sono giorni tesissimi tra la Casa Bianca e il Cremlino: prima l’annullamento del vertice in programma a Budapest, poi la decisione di Trump di sanzionare i colossi petroliferi russi Lukoil e Rosneft. Una scelta inedita nella strategia americana, che neanche Joe Biden, grande sostenitore di Zelensky e dell’Ucraina, aveva osato.
Quindi la reazione dello zar, quasi d’istinto, a dimostrazione, forse, che il colpo s’è sentito. Durante un evento – il Congresso della Società geografica russa – che poco aveva a che fare con il braccio di ferro tra Usa e Russia, Putin si lascia andare a dichiarazioni pesanti: dice di considerare le sanzioni un atto ostile, pur minimizzandone l’impatto, accusa Washington di allinearsi “alla folle Europa”, minaccia risposte “scioccanti” qualora Trump desse a Kiev l’ok per utilizzare i missili Tomahawk.
Insomma, salta nuovamente, ancor prima di iniziare, il tavolo diplomatico sull’Ucraina, con la differenza che in questo caso i due big sembrano essersi allontanati per davvero.
Nel pomeriggio di oggi la notizia che riaccende le speranze di un dialogo: Putin manda negli Stati Uniti Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo (RDIF) e inviato speciale del Cremlino, per incontrare Steve Witkoff. Secondo Axios, i due dovrebbero vedersi domani a Miami.
CHI È KIRILL DMITRIEV
Dmitriev è a capo del Russian Direct Investment Fund (RDIF) dal 2011 e nel 2025 è stato nominato inviato speciale del presidente Putin per la cooperazione economica e gli investimenti internazionali.
Nato a Kiev, formato in fisica e matematica e poi negli Stati Uniti (tra Stanford e Harvard), ha lavorato in Goldman Sachs e McKinsey prima di affermarsi come figura chiave dell’élite economica russa. Parla correntemente inglese ed è visto come uno dei membri più vicini all’universo americano del circolo di potere russo.
RAPPORTI CON WASHINGTON E IL MONDO DELL’IMPRENDITORIA USA
Dmitriev ha infatti contatti ben radicati nella cerchia di Trump: già nel 2016 sarebbe stato tra i protagonist dei contatti iniziali tra Mosca e il team elettorale di Trump. In quell’occasione avrebbe incontrato il consigliere del tycoon Anthony Scaramucci e anche suo genero Jared Kushner.
Nei mesi scorsi Dmitriev ha promosso iniziative volte a riavvicinare Mosca e partner stranieri tramite progetti economici: dall’attrazione di investimenti per lo sviluppo artico a proposte infrastrutturali di grande impatto simbolico ed economico. Ad agosto era nella delegazione inviata dal Cremlino in Alaska. In ottobre è emersa su sua iniziativa la proposta, forse pù mediatica che concreta, di un tunnel ferroviario sotto lo stretto di Bering per collegare i due Paesi l’Alaska e la Chukotka (il cosiddetto “tunnel Putin-Trump” ).
Un banchiere che sa parlare la lingua dei soldi, la stessa in voga nella cerchia di Trump e che al momento sembra l’unica arma in grado di fermare le escalation geopolitiche mondiali.

