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Quali sono i “suggerimenti” che Ursula von der Leyen aspetta da Mario Draghi

Commissione Ue Ursula Von Der Leyen

Il report sulla competitività di Mario Draghi, la formazione della nuova Commissione e i “cento giorni” di Ursula von der Leyen: che aspetto ha la ripartenza a Palazzo Berlaymont

La Commissaria europea Ursula von der Leyen, rientrata da poco dalle vacanze estive, si ritrova alle prese con la composizione della nuova commissione. Convincere gli Stati membri a rispettare le regole di equilibri di genere non è, però, la sola preoccupazione della commissaria.

Entro il prossimo 12 settembre dovrebbe finire sulla sua scrivania il rapporto commissionato a Mario Draghi sulla competitività nei paesi dell’Unione europea.

IL REPORT DI MARIO DRAGHI E L’AGENDA DI URSULA VON DER LEYEN

Secondo quanto riportato dal portale di informazione europea Euractiv i contenuti del rapporto dell’ex presidente del Consiglio potrebbero finire nel piano dei 100 giorni che della futura Commissione Ue. Una fonte vicina a Bruxelles, si legge su Euractiv, avrebbe dichiarato che von der Leyen non può “evitare” il rapporto di Draghi, poiché lo ha richiesto personalmente e lo ha annunciato nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2023. Del resto, la Commissaria non ha mai fatto mistero della stima che nutre per l’ex primo ministro italiano, da lei descritto come “una delle più grandi menti economiche d’Europa”.

LA COMPETITIVITÀ EUROPEA E I RITARDI NEL SETTORE TECNOLOGICO  

Ma cosa ci sarà nel piano che sta preparando Mario Draghi? È plausibile che il rapporto sulla competitività che sta compilando Mario Draghi voglia ricalcare il discorso l’ex Premier italiano ha tenuto in occasione del suo intervento alla cerimonia per il premio europeo Carlo V, al monastero di San Jeronimo de Yuste, lo scorso 14 giugno 2024. In quel frangente, dopo aver sottolineato che dagli anni 2000 il problema del Vecchio Continente è la crescita che si attesta a circa “un terzo rispetto a quello degli Stati Uniti”, l’ex presidente della BCE ha spiegato che la differenza della produttività tra le due economie “è dovuta in massima parte al settore tecnologico e più in generale alla digitalizzazione” e che se escludessimo “il settore tecnologico, la crescita della produttività dell’UE negli ultimi vent’anni sarebbe pari a quella degli USA”. Divario che potrebbe diventare ancora più profondo con “il rapido sviluppo e con la diffusione dell’intelligenza artificiale”. A questo si aggiunge una cronica scarsa propensione all’investimento in ricerca e sviluppo. “In percentuale del PIL, le imprese europee spendono circa la metà di quelle statunitensi in ricerca e innovazione (R&I) – ha detto Draghi -, il che si traduce in un deficit di investimenti pari a circa 270 miliardi di euro l’anno”.

GENTILONI: “IL GRANDE GIOCO È LA CORSA GLOBALE ALL’INNOVAZIONE E ALLA TECNOLOGIA”

Anche il commissario uscente Paolo Gentiloni ha anticipato che l’accento del Report di Draghi sarà sullo sviluppo del settore tecnologico. “So che Mario Draghi sta concludendo il rapporto che gli è stato assegnato sulla competitività – ha detto in un recente intervento nel corso del Meeting di Rimini -. Sarà molto importante perché al di là dei singoli dossier, bisogna mettere nella testa di noi europei il fatto che oggi il grande gioco è la corsa globale all’innovazione e alla tecnologia: è questa forse la sfida principale che la nuova Commissione avrà davanti”.

LA REVISIONE PRAGMATICA DEL GREEN DEAL

Tra le priorità politiche presentate dalla Commissaria Ursula von der Leyen c’è la revisione, in senso pragmatico, del Green deal. Senza dimenticare gli obiettivi di riduzione delle emissioni, la Presidente della Commissione, nel documento programmatico presentato ai gruppi politici prima di essere riconfermata alla guida dell’Esecutivo europeo, ha sottolineato la necessità di “un nuovo Deal industriale green” che renda le industrie competitive e produca “posti di lavoro di qualità”, il tutto “nei primi 100 giorni del mandato”. Questa indicazione si sposa con la priorità tracciata da Mario Draghi nel suo discorso di San Jeronimo de Yuste. “Prima di tutto – ha declamato Draghi -, dobbiamo ridurre il prezzo dell’energia. Gli utilizzatori industriali di energia in Europa si trovano attualmente in una condizione di grave svantaggio competitivo rispetto ai loro omologhi negli USA – e non solo negli USA – con prezzi dell’elettricità due o tre volte più alti”. Una maggiore produttività, dunque, dipende anche “dalla costruzione di un vero mercato europeo dell’energia”.

Leggi anche: A Washington si decide la politica monetaria e di difesa Ue. Parla il commissario Gentiloni

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