L’Ue ha aperto quattro nuove procedure d’infrazione contro il nostro paese: ritardi sul regolamento sul metano, discriminazione sulla tassazione delle persone fisiche, agevolazioni in materia di Imu e Tari per pensionati non residenti e mancati obblighi di trasmissione dei dati doganali
Regolamento sul metano, trasmissione dei dati doganali, tassazione discriminatoria dei redditi e Imu e Tari per i pensionati non residenti. Sono queste le quattro procedure d’infrazione che la Commissione europea ha imputato al nostro paese alla vigilia dalla pausa estiva.
LA PRIMA DELLE PROCEDURE D’INFRAZIONE: I RITARDI SUL REGOLAMENTO SUL METANO
L’Italia si è meritata la prima procedura, quella sul Regolamento sul metano (Regolamento (UE) 2024/1787 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 giugno 2024, sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell’energia e che modifica il regolamento (UE) 2019/942), perché non ha “designato, e notificato alla Commissione, un’autorità competente per monitorare e garantire il rispetto delle norme”. Insieme all’Italia sono state richiamate Bulgaria, Estonia, Irlanda, Spagna, Lituania, Austria, Repubblica Slovacca and Finlandia.
GLI OBBLIGHI (MANCATI) DI TRASMISSIONE DEI DATI DOGANALI
La seconda infrazione riguarda il rispetto degli obblighi in materia di trasmissione dei dati doganali dell’Ue, secondo quanto previsto dal codice doganale. “Tuttavia, nonostante i termini per conformarsi, gli Stati membri targettizzati continuano a utilizzare formati obsoleti e a fornire set di dati incompleti – scrive la Commissione -. Questa non conformità mina l’efficacia e l’affidabilità delle operazioni doganali dell’UE e dei quadri normativi che le supportano. Pertanto, la Commissione sta inviando lettere di notifica formale alla Repubblica Ceca, Irlanda, Italia, Malta, Slovenia e Slovacchia, che ora hanno due mesi per rispondere e affrontare le carenze individuate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrebbe decidere di emettere un parere motivato”. Nella lista dei cattivi, insieme all’Italia, ci sono Repubblica Ceca, Irlanda, Malta, Slovenia and Repubblica Slovacca.
LA TASSAZIONE DISCRIMINATORIA PER I REDDITI DELLE PERSONE FISICHE
La terza tra le procedure d’infrazione riguarda la tassazione discriminatoria dei redditi per persone fisiche che esercitano un’attività imprenditoriale, artistica o professionale. La Commissione ha rilevato una limitazione alla libertà di stabilimento, in violazione al Trattato sul funzionamento dell’Ue e all’accordo sullo spazio economico. Una peculiarità tutta italiana. “La Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di notifica formale all’Italia (INFR(2025)4013) per non aver allineato il proprio regime fiscale forfettario (regime forfetario) per le persone fisiche che esercitano attività di impresa, arti o professioni con la libertà di stabilimento (Articolo 49 TUE e Articolo 31 dell’Accordo SEE) – scrive la Commissione -. Sebbene questo regime fiscale si applichi ai contribuenti residenti che soddisfano determinate condizioni, i contribuenti residenti in altri Stati membri dell’UE/SEE sono esclusi dal suo ambito di applicazione, a meno che almeno il 75% del loro reddito totale non provenga dall’Italia. Di conseguenza, sono generalmente soggetti al regime dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (“IRPEF”), che comporta obblighi di conformità più gravosi e tassi fiscali più elevati. Pertanto, la Commissione sta inviando una lettera di notifica formale all’Italia, che ora ha due mesi per rispondere e affrontare le carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrebbe decidere di emettere un parere motivato”.
PROCEDURE D’INFRAZIONE: LE AGEVOLAZIONI AI PENSIONATI NON REDISENTI
Infine, l’ultima delle procedure d’infrazione riguarda le agevolazioni su imposta municipale unica (Imu) e tassa sui rifiuti (Tari) per i pensionati non residenti in Italia. Tali agevolazioni sarebbero in contrasto con le regole comuni in materia di libera circolazione dei lavoratori e con le regole in materia di libertà di stabilimento. “La legislazione italiana stabilisce che i pensionati non residenti possano beneficiare degli sgravi fiscali IMU/TARI solo a condizione che (i) risiedano nel paese estero che paga la loro pensione e (ii) abbiano contribuito sia al sistema di sicurezza sociale italiano che a un sistema di sicurezza sociale estero che abbia un accordo internazionale con l’Italia, cosa che riguarda anche i pensionati non residenti che hanno contribuito ai sistemi di sicurezza sociale di organizzazioni internazionali – spiega la Commissione -. Di conseguenza, diventa meno attraente per questi pensionati non residenti acquisire e/o mantenere immobili in Italia, semplicemente perché esercitano il loro diritto di spostarsi in un altro Stato membro dell’UE/SEE o hanno lavorato per un’organizzazione internazionale durante la loro carriera professionale”. L’Italia ora ha due mesi per rispondere alla lettera della Commissione e “affrontare le carenze sollevate”. In assenza di una risposta soddisfacente “la Commissione potrebbe decidere di emettere un parere motivato”.