I blitz anti-migranti disposti da Tom Homan innescano il caos a Los Angeles. Trump opta per il pugno di ferro, avocando a sé il controllo della Guardia Nazionale. Arresti, violenze e repressioni fanno da sfondo a uno scontro istituzionale tra le autorità federali e lo Stato della California.
Una delle città più multietniche e progressiste degli Stati Uniti, Los Angeles, è piombata nel caos. Mentre la metropoli californiana affronta il terzo giorno consecutivo di proteste e scontri a seguito dei raid dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice), l’amministrazione Trump accelera verso uno scontro istituzionale senza precedenti.
Il presidente ha infatti ordinato il dispiegamento della Guardia Nazionale, avocando a sé poteri federali raramente utilizzati e bypassando le autorità statali, accusate di scarsa collaborazione con l’Ice.
Detonatore del caos è la più aggressiva campagna anti-migranti dell’era Trump 2, orchestrata dallo “zar dei confini” Tom Homan.
COSA STA SUCCEDENDO A LOS ANGELES
Los Angeles si trova in piena emergenza sociale e istituzionale. Le operazioni dell’Ice hanno preso di mira in particolare le comunità latinoamericane, con centinaia di arresti in pochi giorni. Le retate avvengono in luoghi pubblici e abitazioni private, spesso senza preavviso e con l’impiego di agenti in assetto tattico. Si tratta di un’operazione federale coordinata, ampia e ad alto impatto mediatico, con l’obiettivo dichiarato di identificare, incarcerare e deportare i migranti illegali.
Le proteste esplose in tutta la città sono state accolte con una risposta durissima da parte delle autorità federali: 2.000 militari della Guardia Nazionale sono stati mobilitati e impiegati per reprimere le manifestazioni, una misura che non si vedeva dai disordini del 1992. Ogni assembramento nell’area di downtown è stato dichiarato illegale. La polizia impiega proiettili di gomma e granate stordenti e ha mandato di arrestare chiunque indossi una mascherina.
Il governatore Gavin Newsom ha denunciato l’intervento come una violazione della sovranità dello Stato della California, chiedendo la restituzione del comando e la revoca del dispiegamento, definito “illegale“, della Guardia nazionale, mentre Karen Bass, sindaca di Los Angeles, ha definito la mossa una “escalation caotica“, denunciando il terrore indotto nei quartieri in cui si concentrano le comunità di immigrati.
CHI È TOM HOMAN
Artefice delle feroci campagne anti-migranti è Tom Homan, 63 anni, ex agente del Border Patrol originario di West Carthage, nello Stato di New York, con oltre 30 anni di servizio nella polizia di frontiera.
Nel 2013 è Barack Obama a nominarlo direttore associato esecutivo per le operazioni di applicazione e rimozione dell’Ice. Homan lo ripaga con importanti risultati, tanto da guadagnarsi il prestigioso Presidential Rank Award. La sua efficacia si deve anche a metodi non proprio ortodossi: a lui è attribuita, per esempio, la paternità di quello che diventerà un modus operandi dell’Ice durante la prima amministrazione Trump, ossia la pratica di separare alla frontiera i figli dei migranti illegali dai genitori come strumento di deterrenza.
Nel gennaio del 2017 Trump lo nomina “acting director” dell’Ice. A fine aprile sono oltre 40.000 i migranti arrestati, +38% rispetto all’anno prima.
Nel 2018 Homan lascia l’Ice e s’iscrive nel novero dei commentatori di Fox News, inasprendo sempre più le sue posizioni. Intanto pubblica le sue teorie sulla gestione dei flussi migratori e nel 2022 porta il suo contributo al Project 2025 disegnato da Russel Vought.
Fortemente critico nei confronti delle politiche di Biden, a novembre 2024 è tra i primissimi nomi scelti da Trump per comporre la sua nuova squadra. Il presidente gli conferisce il titolo informale, ma piuttosto esemplificativo, di “border czar”- corrispondente alla carica di White House Executive Associate Director for Enforcement and Removal Operations.
Uno zar dei confini, a tutti gli effetti: un ruolo potentissimo, che non richiede conferma del Senato e che gli garantisce pieno controllo operativo su tutte le frontiere americane (terrestri, marittime, aeree) e sulle operazioni di deportazione.