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Se anche il New York Times loda la premier Meloni

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La stampa straniera continua a elogiare la premier Giorgia Meloni, evidenziando la sua crescente influenza in Europa

Giorgia Meloni consolida le sue credenziali in Europa. Il New York Times loda la presidente del Consiglio italiana. Sulla scia della sua cruciale mediazione con Orbàn per sbloccare gli aiuti da 50 miliardi all’Ucraina, Meloni ha dimostrato tutta la sua influenza nell’Europa di oggi. Mentre il baricentro politico del Vecchio Continente si sposta sempre più verso destra, la presidente italiana mostra il volto di una destra di governo che non rinnega le sue posizioni fortemente conservatrici e a tratti sovraniste pur evitando lo scontro con le istituzioni europee con le quali invece porta avanti un proficuo operato di lavoro.

GIORGIA MELONI SI E’ MOSTRATA AFFIDABILE SULLE POLITICHE FISCALI SPIAZZANDO LE OPPOSIZIONI

Meloni si è mostrata affidabile anche sul piano finanziario varando politiche fiscalmente prudenti e spiazzando dunque le opposizioni di sinistra italiane che la dipingevano come un’inaffidabile estremista anti-europea mentre con un elevata popolarità domestica e una coalizione di governo stabile, soprattutto con Salvini ridimensionato e la morte di Berlusconi, l’Italia è divenuta la grande nazione europea con la maggiore stabilità politica interna. Se la sinistra tedesca al potere è debole, il governo di coalizione spagnolo lo è ancora di più e Macron in Francia essendo al secondo mandato non ha prospettive elettorali, Meloni può capitalizzare la sua influenza in vista delle elezioni europee per puntare ad influenzare ed inserirsi all’interno dell’establishment politico dell’Unione ritagliando spazi per i conservatori e per l’Italia nella prossima Commissione.

Obiettivi primari: abbattere il controverso “Green New Deal” e irrigidire le politiche migratorie dell’Unione, orizzonti che trovano sempre più spazio tra i Popolari, la coalizione di centrodestra che detiene la maggioranza relativa all’Europarlamento. Potenzialmente l’Italia ha le carte in tavola per capitalizzare il maggior potere politico interno alla UE dai tempi della sua istituzione nel 1992.

I GIUDIZI POSITIVI E LE CRITICHE ALLA PREMIER DELLA STAMPA ESTERA

L’analisi del New York Times, firmata dal corrispondente a Roma Jason Horowitz, è interessante anche perché – ricorda in un commento il Post “conferma un giudizio, tutto sommato positivo, che larga parte della stampa straniera, specie quella anglosassone, ha espresso negli ultimi tempi su Meloni. E questa buona disposizione verso il governo italiano è motivata soprattutto dalla politica estera. In questo senso, l’articolo di Horowitz è in sintonia con quelli pubblicati su Politico.eu, l’edizione europea del giornale americano, e sul settimanale britannico Economist. Tutti e tre pongono una certa enfasi sul fatto che il principale merito di Meloni sia consistito nel non dare seguito a molte delle promesse elettorali fatte quando era leader dell’opposizione”.

Più che sui diritti civili, la critica a Meloni – evidenzia sempre il Post – “riguarda semmai l’approccio economico del suo governo. Sia il New York Times sia l’Economist si concentrano ad esempio sulla tassa sugli extraprofitti bancari, prima approvata dal Consiglio dei ministri e poi di fatto ritirata e resa inefficace. «Il nuovo governo», scrive l’Economist, ­«ha mostrato scarso interesse nel promuovere la concorrenza, ha giocato con l’idea di una grande tassa sulle banche prima di abbandonarla e sta cercando di ridurre il ruolo degli investitori stranieri nei consigli di amministrazione italiani». Qui il riferimento è soprattutto a un provvedimento promosso dal governo e appena approvato dal parlamento, il disegno di legge “Capitali”. Sia questo disegno di legge che la tassa sugli extraprofitti erano stati giudicati assai negativamente dall’autorevole quotidiano finanziario Financial Times, che a settembre aveva definito la tassa alle banche «un disastro»”.

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