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Sette motivi per cui la guerra per Israele non sta andando come desiderato

Israele Guerra

Tra le difficoltà dell’esercito di Israele per la guerriglia urbana, l’etichetta di ‘genocidio’ e il sostegno ad Hamas di una parte importante dei Paesi arabi, si complicano i piani per il futuro di Gaza

⭕L’esercito (IDF) non è ben addestrato per la guerriglia urbana a Gaza. Mentre l’equipaggiamento di Hamas è ideale contro i blindati a corta distanza. Le vittime israeliane saranno e già sono molte di più di quanto preventivato. In più, avanzare con prudenza ha la controindicazione di consentire ad Hamas di organizzare meglio la difesa.

⭕Un mese di bombardamenti a tappeto. Migliaia di vittime civili. Ma Hamas è ancora in grado di lanciare missili. Intanto, per quanto IDF si dichiari pronto a una guerra lunga e impegnativa, la Striscia tagliata in due, Gaza City circondata, l’emergenza sanitaria, lo sgombero forzato di centinaia di migliaia di persone, non sono sostenibili nel lungo periodo.

ISRAELE STA PERDENDO LA GUERRA MEDIATICA

⭕Israele sta perdendo la guerra mediatica. Il rifiuto anche della più piccola “pausa umanitaria” appare come crudele testardaggine, se non, secondo varie voci, puro e semplice crimine di guerra. L’etichetta di “genocidio” comincia a comparire sui network internazionali, come Al-Jazeera. Nel fine settimana, le 18 Agenzie dell’ONU hanno emesso un comunicato congiunto – fatto piuttosto raro – in cui chiedono un cessate-il-fuoco umanitario.

⭕Così, sostenere Israele diventa più politicamente costoso per Europa e Stati Uniti. I piani americani per una distensione regionale di lungo periodo, che procedevano con gli Accordi di Abramo e il consenso-guida di sauditi e emiratini, possono saltare del tutto. Vari attori internazionali sottolineano come il rispetto del diritto internazionale preteso dalla Russia in Ucraina non venga però richiesto da USA e UE a Israele a Gaza.

ATTORNO AD HAMAS SI STA ALLINEANDO UNA PARTE IMPORTANTE DEI PAESI ARABI

⭕Attorno alle posizioni di Hamas si sta allineando – strumentalmente, ma oggettivamente – una parte importante dei Paesi arabi, oltre alla Turchia e all’Iran, in competizione come “campioni” della causa palestinese. Parlare della possibilità di lanciare atomiche su Gaza (il ministro della Cultura israeliano l’altro ieri) può anche essere ignorato in Occidente, ma ha effetti politici devastanti nel resto del mondo.

⭕Si complicano così i piani per il futuro di Gaza. Gli alleati di Israele vorrebbero i moderati di Fatah protagonisti insieme a Paesi diplomaticamente amici come Emirati e Arabia Saudita. Ma i palestinesi vorranno Fatah? No, dicono dal Qatar: serve l’Hamas politico, con la cessione delle armi dell’ala militare. D’altra parte, l’idea di annettere la Striscia dopo averne deportato tutti gli abitanti certamente piace ancora al governo israeliano.

⭕Mentre Israele e l’Occidente devono operare a viso aperto, i rivali regionali (Iran, Qatar) possono agire attraverso i loro agenti (Hamas, Hezbollah, e altri) mascherati da “Asse della resistenza araba” – senza pagarne le conseguenze politiche e diplomatiche. L’ondata di dissenso anti-israeliano e di antisemitismo che sta già montando ovunque non sarà semplice da contenere.

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