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Gli Stati Uniti di Joe Biden: la democrazia al centro dell’agenda globale?

Biden

Con Biden gli Stati Uniti riprendono la guida del fronte delle democrazie liberali contro quello dei regimi autoritari, ma questo significa Stati Uniti, Unione Europea e Giappone contro il resto del mondo. L’intervista per Policy Maker al Professor Paolo Wulzer, docente di Storia delle Relazioni internazionali dell’Università L’Orientale di Napoli

Gli Stati Uniti di Joe Biden troveranno a gennaio 2021 un mondo che dal 2016 al 2020 è diventato più autoritario (vedi ricerca Brookings). Tra differenze e linee di continuità Biden proverà a riportare gli Stati Uniti alla guida di un fronte di democrazie liberali che si opponga al dilagare dell’autoritarismo, esaltato dalla pandemia. Insieme al Professor Paolo Wulzer, docente di Storia delle Relazioni internazionali dell’Università L’Orientale di Napoli, abbiamo provato ad analizzare le opzioni di politica estera che si trova davanti Joe Biden.

PROFESSOR WULZER, COME IMMAGINA GLI STATI UNITI DI JOE BIDEN?

Possiamo essere sicuri che Biden ridarà dignità alla presidenza americana. La libererà dalle tossine messe in circolo da Trump e su molti aspetti inizierà subito a far vedere di voler invertire la tendenza su molti aspetti della politica americana, interna ed esterna. Biden è in discontinuità con Trump innanzitutto sulla gestione della pandemia. Gli Stati Uniti di Trump hanno assunto un atteggiamento di attesa e di non gestione dell’emergenza sanitaria. L’approccio di Biden si annuncia molto diverso, a partire dalla questione dell’utilizzo delle mascherine.

IN POLITICA ESTERA?

In politica estera la lenta ma progressiva diminuzione e razionalizzazione degli impegni americani nel mondo continuerà. Nella Nato gli Stati Uniti continueranno ovviamente a essere il paese guida, ma chiederanno agli alleati di fare di più senza mettere in dubbio il rapporto atlantico istituzionalizzato nella Alleanza militare. Obama ha iniziato, Trump ha proseguito, condendo la politica con maggiore nazionalismo. Questo processo di disimpegno americano nel mondo è strutturale e non reversibile. Ma con Biden, democratico, gli Stati Uniti potrebbero tornare a ricoprire un ruolo di guida del fronte democratico del mondo, che, senza arrivare agli “eccessi” interventisti dell’amministrazione Clinton, potrebbe tuttavia rimettere il tema della democrazia al centro dell’agenda di politica estera degli Stati Uniti.

BIDEN HA DETTO DI VOLER GUIDARE DI NUOVO IL FRONTE DI DEMOCRAZIE LIBERALI?

Sì, nell’articolo firmato da Biden e pubblicato su Foreign Affairs quest’anno, il richiamo alla visione di un sistema stabile di democrazie nel mondo è forte. Pur non invertendo la rotta rispetto al retrenchment inaugurato da Obama gli Stati Uniti di Biden potrebbero tornare a guidare il fronte delle democrazie liberali. Obama aveva assistito con passività all’implosione della Siria, lasciando spazi geopolitici per l’intervento di altre potenze esterne, a partire dalla Russia. Con Biden potrebbe invece tornare enfasi sulla retorica sulla necessità di consolidare il fronte delle democrazie contro i regimi dittatoriali.

CHI SONO GLI ALLEATI DEGLI STATI UNITI?

La politica estera degli Stati Uniti sarà più orientata al rafforzamento delle relazioni con Unione Europea e alleati asiatici (Giappone in testa), in opposizione a Cina e Russia. In Medio Oriente è probabile che Biden non rinnegherà gli accordi raggiunti da Trump con Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, ma forse tenterà di togliere dall’isolamento trumpiano l’Iran. Nel Mediterraneo, proprio per il discorso dell’attenzione ai valori e ai princìpi della democrazia, potrebbero esserci ripercussioni nelle relazioni con la Turchia di Erdogan, l’Egitto di Al Sisi e l’Arabia Saudita di Mohammed Bin Salman, anche se questi Paesi difficilmente potranno allontanarsi in maniera strutturale dagli Stati Uniti. Nella sostanza, anche se non è mai facile prevedere le scelte di politica estera dei nuovi inquilini della Casa Bianca (sono spesso le modifiche del sistema internazionale a dettare l’agenda, pensiamo alle guerre balcaniche degli anni Novanta o all’11 settembre), al momento direi che gli Stati Uniti di Biden si muoveranno più in continuità che in discontinuità rispetto alle linee di politica estera di Trump.

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