Il leader palestinese Abu Mazen al Corriere della Sera: “L’Anp sostituisca Hamas. Siamo pronti per uno Stato di Palestina moderno”
Elezioni, una costituzione provvisoria, riforme istituzionali e il disarmo delle milizie di Gaza: mentre l’accordo sul cessate il fuoco resta appeso a un filo – solo nella giornata di domenica, come ha precisato stato lo stesso Netanyahu, sono piovute 153 tonnellate di bombe sulla Striscia – Abu Mazen e l’Autorità nazionale palestinese provano a immaginare una via d’uscita per porre fine all’assedio israeliano e rilanciare la soluzione a due Stati.
Ecco cos’ha detto nell’intervista apparsa oggi sul Corriere della Sera.
ABU MAZEN PROVA A RILANCIARE L’ANP
89 anni, di cui gli ultimi venti trascorsi al timone dell’Anp come successore di Arafat, Mahmoud “Abu Mazen” Abbas ha osservato con impotenza l’ascesa al potere di Hamas nella Striscia di Gaza, un processo che ha fortemente indebolito la sua leadership come guida dei territori palestinesi.
Malgrado l’età avanzata e un’autorità politica fortemente intaccata, oggi l’Anp resta l’unica alternativa credibile alle milizie islamiche per raccogliere il mandato della comunità internazionale a costruire uno Stato palestinese solido.
Per questo, Abu Mazen saluta positivamente l’avvio della prima fase del piano Trump. Ribadisce però che lo Stato di Palestina è l’autorità sovrana su Gaza e che bisogna ristabilire collegamenti con la Cisgiordania «attraverso le leggi, le istituzioni e il governo», usando strumenti come il Comitato Amministrativo Transitorio e forze di sicurezza riconosciute. Invita alla creazione di una missione di stabilizzazione araba-internazionale con mandato Onu e accoglie «con favore un ruolo dell’Italia» nella mediazione e nella ricostruzione.
LE RIFORME: STATO MODERNO, ELEZIONI, COSTITUZIONE
Sul piano interno l’agenda dell’Anp è chiara: costruire «uno Stato moderno, democratico e non militarizzato», organizzare elezioni presidenziali e legislative entro un anno dalla fine della guerra e predisporre una costituzione provvisoria nei prossimi mesi. Abu Mazen parla di due norme imminenti — sulla legge elettorale e sui partiti — come pilastri della nuova stagione politica. Sono messaggi pensati anche per la comunità internazionale, cui l’Anp chiede fiducia e sostegno.
MISURE CONCRETE: PAGAMENTI AI FAMIGLI DEI “MARTIRI” E CURRICULA SCOLASTICI
Tra le riforme già attuate secondo Abbas c’è l’abolizione dei «pagamenti alle famiglie dei martiri», un provvedimento che punta a togliere incentivi a pratiche ritenute inaccettabili dalla comunità internazionale. L’Anp, dice il presidente, ha predisposto un sistema di protezione sociale soggetto a revisione internazionale e sta aggiornando i curricula scolastici in linea con gli standard UNESCO, oltre a rispondere alle richieste dell’UE e della Banca Mondiale.
LA CONDANNA DELLE ESECUZIONI SOMMARIE A GAZA
Di fronte ai video delle esecuzioni sommarie attribuite a Hamas, Abu Mazen parla chiaro: «Condanniamo con fermezza le esecuzioni sommarie (…) compiute al di fuori di ogni quadro legale». L’accusa è netta: azioni che violano i diritti umani, danneggiano il popolo palestinese e ostacolano la ricostruzione e l’unificazione delle istituzioni sotto un’unica autorità legittima. Per l’Anp, le armi devono essere consegnate e Hamas non deve avere ruolo nel futuro governo di Gaza.
SUL DISARMO E SULLA TRASFORMAZIONE POLITICA DI HAMAS
Abu Mazen assume una linea di fermezza ma non esclude la politica: Hamas «ha ancora la possibilità di trasformarsi in un partito politico» a condizione che accetti i principi dell’Olp, riconosca Israele e rispetti gli impegni internazionali.
LA SOLUZIONE DEI DUE STATI E LA CHIAMATA A ROMA
Il presidente ribadisce che la soluzione dei due Stati resta «l’unica opzione» per pace e stabilità, basata sui confini del 1967 e su Gerusalemme Est come capitale della Palestina. Sul piano diplomatico Abu Mazen sottolinea i recenti riconoscimenti internazionali — oltre 159 Paesi — e annuncia che, dopo l’attuazione della prima fase del piano, chiederà ufficialmente anche all’Italia di riconoscere lo Stato di Palestina.
UN PASSO VERSO LA PACE? L’OTTIMISMO CALCOLATO
Interpellato sulla possibilità concreta di pace, Abu Mazen si mostra ottimista: «Ritengo che la via verso la pace sia oggi più aperta che mai». L’auspicio è che la combinazione di mediazione internazionale, riconoscimenti politici e riforme interne possa tradursi in «passi irreversibili verso una pace duratura». Resta sullo sfondo la complessità di molti nodi — sicurezza, territori, rifugiati, status di Gerusalemme — che l’Anp intende affrontare con il sostegno diplomatico e con riforme interne.