Scenari globali Oltreconfine: ONU decide il futuro di UNIFIL, India sfida le pressioni sul petrolio russo, Israele colpisce i vertici Houthi. La rassegna stampa internazionale di Policy Maker
Dalla diplomazia ONU al commercio energetico fino al conflitto in Medio Oriente, tre sviluppi segnano il panorama geopolitico. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha fissato una data di uscita per la missione UNIFIL in Libano, mentre l’India aumenta le importazioni di petrolio russo nonostante le pressioni statunitensi. Intanto, un raid israeliano a Sana’a ha colpito al cuore la leadership Houthi, con la morte del primo ministro del movimento ribelle sostenuto dall’Iran.
UNIFIL AI TITOLI DI CODA
Come riferisce Reuters, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha esteso all’unanimità giovedì il mandato della missione di pace UNIFIL in Libano fino alla fine del 2026, definendo questa come l’ultima proroga in quella che viene definita nei circoli diplomatici una vittoria di Israele e Usa. A partire dal 31 dicembre 2026, UNIFIL avvierà un ritiro graduale e sicuro del personale entro un anno, in coordinamento con il governo libanese, con l’obiettivo di rendere il Libano l’unico responsabile della sicurezza nel sud del paese. La missione, attiva dal 1978, pattuglia il confine meridionale con Israele. L’ambasciatrice statunitense ad interim presso l’Onu, Dorothy Shea, ha dichiarato che gli Usa non sosterranno ulteriori estensioni, sottolineando che l’ambiente di sicurezza in Libano è cambiato, offrendo al governo libanese l’opportunità di assumere maggiori responsabilità. Il mandato di UNIFIL era stato ampliato nel 2006, dopo la guerra tra Israele ed Hezbollah, per supportare l’esercito libanese nel mantenere il sud del Libano libero da armi e personale armato non statale. Tuttavia, la presenza di Hezbollah, che controlla di fatto il sud nonostante l’esercito libanese, ha generato tensioni. L’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, ha criticato UNIFIL, accusandola di aver fallito nella sua missione e di aver permesso a Hezbollah di diventare una minaccia regionale. Gli Stati Uniti, che hanno mediato una tregua tra Libano e Israele a novembre, dopo oltre un anno di conflitto legato alla guerra di Gaza, stanno ora promuovendo un piano per il disarmo di Hezbollah, collegandolo a un ritiro graduale di Israele dal sud del Libano e a un progetto di sviluppo economico nella regione, sostenuto da Usa e paesi del Golfo, per ridurre la dipendenza di Hezbollah dai finanziamenti iraniani. Il primo ministro libanese Nawaf Salam ha accolto favorevolmente l’estensione, evidenziando che la risoluzione chiede il ritiro delle forze israeliane da cinque siti occupati e riafferma la necessità di estendere l’autorità statale su tutto il territorio libanese.
INDIA: CRESCE L’IMPORT DI PETROLIO RUSSO
Secondo Reuters, le esportazioni di petrolio russo verso l’India cresceranno a settembre, sfidando le tariffe punitive del 50% imposte dagli Stati Uniti sulle importazioni indiane, mirate a spingere Nuova Delhi a interrompere il commercio con Mosca per favorire un accordo di pace con l’Ucraina. L’India, principale acquirente di greggio russo dopo le sanzioni occidentali del 2022 seguite all’invasione dell’Ucraina, beneficia di prezzi scontati, coprendo circa il 40% del fabbisogno petrolifero nazionale. Nei primi 20 giorni di agosto, l’India ha importato 1,5 milioni di barili al giorno di greggio russo, stabile rispetto a luglio ma inferiore alla media di 1,6 milioni del primo semestre 2025, secondo i dati di Vortexa citati da Reuters. Tre fonti commerciali anonime hanno segnalato un aumento delle importazioni indiane del 10-20% a settembre rispetto ad agosto, pari a 150.000-300.000 barili al giorno, anche se i principali acquirenti, Reliance Industries e Nayara Energy (a maggioranza russa), non hanno rilasciato commenti all’agenzia di stampa britannica. L’incremento è favorito da maggiori disponibilità russe, dovute a interruzioni nelle raffinerie, anche per attacchi ucraini che hanno ridotto la capacità di raffinazione russa del 17%. Il greggio Urals per settembre è stato offerto con sconti di 2-3 dollari al barile rispetto al Brent, più ampi rispetto agli 1,50 dollari di agosto. Il governo indiano cerca di mitigare le tariffe Usa tramite negoziati, ma rafforza i legami con Mosca. L’America accusa l’India di lucrare sul petrolio russo scontato, mentre Nuova Delhi denuncia l’ipocrisia occidentale, citando il commercio miliardario di Usa e Ue con la Russia. BNP Paribas, citata da Reuters, prevede che l’India non ridurrà significativamente le importazioni russe, data la crescente domanda interna. CLSA ritiene improbabile uno stop senza un divieto globale. Un’interruzione potrebbe tagliare l’offerta globale di un milione di barili al giorno, spingendo i prezzi a 100 dollari al barile. L’Ue ha inoltre abbassato il tetto al prezzo del greggio russo a 47,60 dollari al barile dal 2 settembre, complicando le vendite.
HOUTHI: RAID ISRAELIANO UCCIDE PRIMO MINISTRO E MINISTRI CHIAVE
Un attacco aereo israeliano ha colpito giovedì la capitale yemenita Sana’a, uccidendo il primo ministro del governo controllato dai ribelli Houthi, Ahmed al-Rahawi, e diversi ministri, segnando il colpo più significativo contro la leadership del gruppo appoggiato dall’Iran. Secondo una dichiarazione Houthi riportata da CNN, l’attacco è avvenuto durante un workshop governativo per valutare le attività dell’ultimo anno, con alti funzionari riuniti per assistere a un discorso preregistrato del leader Abdul Malik al-Houthi. Fonti di Reuters confermano che tra le vittime ci sono i ministri dell’energia, degli esteri e dell’informazione, oltre ad altri funzionari feriti, senza ulteriori dettagli. Al-Rahawi, nominato primo ministro nell’agosto 2024, è la figura Houthi più in vista uccisa nella campagna israelo-statunitense contro i ribelli. Mahdi al-Mashat, capo del Consiglio Politico Supremo Houthi, ha promesso vendetta in un discorso televisivo, dichiarando: “Giuriamo di vendicarci e trasformare le ferite in vittoria”. L’attacco, confermato dall’esercito israeliano come un’operazione mirata contro obiettivi militari Houthi, ha preso di mira una villa a Beit Baws, un antico villaggio a sud di Sana’a, dove si erano riuniti i leader. Fonti israeliane hanno indicato che l’operazione, basata su intelligence precisa, ha colpito anche il ministro della difesa Muhammad Nasser al-Atifi, esperto di missili del gruppo, e altri alti funzionari, sebbene Mashat non abbia chiarito se Atifi fosse tra le vittime. Ahmed Nagi di Crisis Group ha definito l’attacco un “grave colpo” alla struttura di comando dei ribelli. Gli Houthi, che controllano gran parte dello Yemen settentrionale dal 2014, hanno intensificato gli attacchi su Israele e nel Mar Rosso in solidarietà con i palestinesi a Gaza. Israele ha risposto con raid su infrastrutture e, di recente, su leader Houthi, segnando un cambio di strategia.