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Cos’è lo Shutdown e qual è il record di Trump

Gli Usa sono in shutdown dal 1° ottobre. Lo “spegnimento” della macchina amministrativa vede circa 430.000 lavoratori federali in congedo forzato (non retribuito) mentre altri 480.000 dovranno lavorare senza percepire lo stipendio

“Shutdown” è un termine che ricorda, da un punto di vista onomatopeico, una mossa di wrestling. Il suo significato letterale è “spegnimento” e, in termini politici, significa l’interruzione, parziale, delle attività amministrative negli Stati Uniti d’America. Da oggi 1° ottobre gli Usa sono entrati in shutdown e lo stallo è dovuto a un mancato accordo tra Repubblicani e Democratici sui fondi da destinare all’assistenza sanitaria. Il vicepresidente JD Vance ha accusato i democratici di “puntare una pistola alla testa del popolo americano”. In aggiunta a questo l’ufficio bilancio della Casa Bianca ha avvertito che uno shutdown potrebbe provocare licenziamenti di massa tra i lavoratori del pubblico impiego.

LO SPEGNIMENTO DELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA

Quella dello shutdown è una procedura codificata del sistema politico statunitense che scatta ogni volta che il Congresso non riesce ad approvare la legge di bilancio. Ad essere spente sono le attività che non vengono rifinanziate. L’inizio dell’anno fiscale negli Usa è il 1° ottobre; dunque, se entro il 30 settembre il Congresso non approva i piani di spesa relativi alla amministrazione dello Stato alcuni uffici amministrativi chiudono i battenti.

GLI UFFICI AMMINISTRATIVI IN SHUTDOWN

Questo implica la paralisi di gran parte della macchina statale dai tribunali civili alla chiusura delle scuole materne. Sono escluse dallo shutdown le occupazioni che riguardano la sicurezza della vita umana o alla tutela della proprietà. Tra questi ci sono i servizi postali, gli ospedali d’emergenza, la sicurezza nazionale e controllo del traffico aereo, la riscossione dei tributi, le forze di polizia e i vigili del fuoco.

I LAVORATORI SENZA STIPENDIO E CON STIPENDIO RIDOTTO

Con l’applicazione dello shutdown gli uffici governativi chiudono oppure riducono i loro servizi e molti dipendenti pubblici sono messi in congedo obbligatorio (furlough) ma senza stipendio. Secondo la BBC circa 430.000 lavoratori federali saranno in congedo forzato (non retribuito), mentre altri 480.000 dovranno comunque lavorare senza però percepire il proprio stipendio. Altri lavoratori, quelli impiegati nei servizi essenziali come militari, controllori di volo, polizia di frontiera, continuano a lavorare, ma possono ricevere lo stipendio in ritardo.

PERCHÉ I MERCATI FINANZIARI GUARDANO CON PREOCCUPAZIONE ALLO SHUTDOWN

Un bel problema per la prima economia mondiale e che coinvolge circa 750.000 lavoratori che non percepiranno il proprio stipendio. “I mercati finanziari – scrive l’ISPI – sono in agitazione e si rischia un aumento dei tassi di interesse sui titoli di Stato, considerati più rischiosi, e questo aggraverebbe i timori di un default entro la fine del 2025”.

GLI SHUTDOWN NELLA STORIA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

Il ricorso allo shutdown non conosce colore politico. Il primo shutdown si verificò nel 1976 nel corso della presidenza di Gerald Ford, da allora è accaduto altre venti volte, con una durata massima di tre settimane. Nel corso della presidenza Obama si verificò uno shutdown dal 1° al 17 ottobre 2013 generato da un dibattito tra Democratici e Repubblicani su un possibile mancato finanziamento o rallentamento della riforma del sistema sanitario, la cosiddetta “Obamacare”.

A TRUMP IL RECORD PER LO SHUTDOWN PIÙ LUNGO DELLA STORIA

La prima presidenza Trump vide il verificarsi di tre shutdown, il più lungo dei quali, durante la presidenza Trump, è durato 34 giorni, dal 22 dicembre 2018 al 25 gennaio 2019. All’epoca la battaglia riguardava la spesa per il muro al confine tra Stati Uniti e Messico, proposto dal presidente e “si concluse perché i controllori del traffico aereo federali, che lavoravano senza stipendio, iniziarono a rimanere a casa, minacciando di creare gravi disagi al traffico aereo statunitense”, come ricorda l’ISPI.

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