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Afghanistan | Tutti gli uomini del mullah Haibatullah Akhundzada

Mullah Baradar Governo Talebani

L’Occidente tramonta, il nuovo Califfato sorge, colpito dai primi attentati dell’ex alleato Isis-K che fanno stragi di civili. Il Mullah Baradar non perde tempo e distribuisce incarichi che plasmeranno l’Afghanistan post 31 agosto

Proseguono a tutto spiano le nomine nel venturo Califfato del Mullah Haibatullah Akhundzada. Dopo aver nominato l’ex detenuto di Guantanamo, Abdul Qayyum Zakir ministro della Difesa ad interim, le istituzioni talebane si arricchiscono di un nuovo tassello: Mohammed Idris, già a capo della commissione economica dei miliziani, andrà al vertice della Banca Centrale dell’Afghanistan. Dovrà affrontare «le incombenti questioni bancarie e i problemi della gente», come ha scritto su Twitter il portavoce dei taliban Zabihullah Mujahid.

Sicuramente dovrà vedersela con un Paese allo stremo, senza più classe dirigente, visto che medici, ingegneri, giuristi, stanno evacuando in massa, approfittando degli ultimi voli occidentali. Ma anche con le difficoltà economiche date dalla chiusura del rubinetto da parte della Banca Mondiale e dell’FMI. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno congelato quasi mezzo miliardo di dollari di riserve presso il Fondo monetario internazionale. Idris, di cui nessuna agenzia stampa è riuscita a scoprire il background, siederà sulla poltrona che fu di Ajmal Ahmady, ex governatore della Banca Centrale, fuggito all’estero insieme ad altri funzionari dell’esecutivo, tra cui il Presidente Ashraf Ghani. Invece, suo fratello Hashmat, uomo d’affari e grande capo della popolazione nomade di Kochi, negli ultimi giorni è apparso in un video insieme ai leader talebani affermando pubblicamente il suo appoggio al movimento terroristico. Rimasto fuori dal governo di Ghani, potrebbe ora avere un ruolo, seppur minore, in quello talebano.

SPARIGLIA LE CARTE LA LOTTA TRA TALEBANI E ISIS-K

Del resto, restano da occupare molte altre caselle. Sicuramente, nella scacchiera talebana un posto di prestigio è riservato per Abdul Ghani Baradar, ex braccio destro del mullah Omar già dai tempi della guerra con l’Urss, compagno di giochi del guerrigliero jihadista fin dalla più tenera età. Sta guidando la transizione, come deciso direttamente con gli USA, quando lo scarcerarono (fu a lungo ricercato dai soldati americani, quindi imprigionato) proprio per iniziare a trattare con i talebani. Pare paradossale ma il mullah Baradar al momento è il volto moderato di quelli che per anni abbiamo definito taglia-gole e, almeno fino a ieri sera, era riuscito a garantire (a fatica) l’uscita di scena degli USA tenendo buone le frange che volevano approfittare della confusione per un attentato nei pressi dell’aeroporto di Kabul. Resta ora da capire come si porrà rispetto allo Stato Islamico della provincia di Khorasan, il cosiddetto Isis-K, fazione di terroristi che non è certo alleata degli uomini di Baradar e che, sebbene in passato con le azioni di destabilizzazione abbia aiutato più o meno volontariamente i talebani ad arrivare al potere, nella giornata di ieri ha ufficialmente dichiarato guerra al nuovo regime.

IL MULLAH BARADAR “PIACE” ALL’OCCIDENTE

Molte cancellerie occidentali sperano che Baradar possa guidare anche l’Afghanistan post evacuazione statunitense, proprio perché è riconosciuto come una persona intelligente e, nei limiti del possibile, trattandosi di un terrorista, affidabile e dialogante, pregi che in realtà lo indeboliscono agli occhi degli uomini in nero, oggi intabarrati in lunghe veste bianche, altro cambiamento che ha imposto il mullah per segnare una distinzione coi tempi dell’Isis.

HAIBATULLAH IL MISTERIOSO

Sopra di lui solo Haibatullah Akhundzada, massimo esperto di questioni giuridiche e religiose, già a capo dei tribunali islamici negli anni ’90, nominato a capo dei talebani nel 2016, dopo la morte del suo predecessore, Akhttar Mansour, ucciso da un drone americano in Pakistan. Secondo molti analisti, però, il suo ruolo sarebbe più simbolico che operativo. Si pensava perfino che fosse morto, perché non appare più in pubblico da anni, ma l’Intelligence americana lo ritiene ancora in vita.

YAQOOB, FIGLIO D’ARTE

Nei negoziati con gli USA ha avuto invece un ruolo dirimente Abdul Hakeem. Lo chiamano “il saggio”, pare sia di poche parole ma incredibilmente fanatico. Di lui si sa che è a capo del Consiglio di studiosi religiosi dei talebani, organo consultivo che viene tenuto in grande considerazione in quanto responsabile dell’esegesi della Sharia. Di tutt’altra levatura Mohammed Yaqoob, il cui solo merito, lo riconoscono gli stessi talebani, è quello di essere figlio del mullah Omar. Non sembra godere delle simpatie dell’intera milizia e anche per questo in guerra sembra si sia distinto con azioni particolarmente feroci e spregiudicate, probabilmente nel tentativo di dimostrare ai suoi di essere qualcosa di più di un semplice figlio d’arte. Avrà un ruolo fondamentale pure Sirajuddin Haqqani, attenzionato dalla CIA perché è l’uomo che ha tessuto pazientemente i rapporti coi mujaheddin di Al Qaeda.

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