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Ucraina, arriva il patto di Notre Dame?

Sotto una pioggia battente, mentre le campane di Notre Dame tornavano a suonare per celebrare la riapertura della storica cattedrale, Parigi è diventata teatro di un incontro diplomatico di grande importanza per la geopolitica.

Emmanuel Macron ha riunito Donald Trump, il presidente eletto degli Stati Uniti, e Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, nei saloni dell’Eliseo. Il trilaterale ha rappresentato un momento simbolico per il futuro dei negoziati sul conflitto ucraino.

Nonostante le divergenze, Trump e Zelensky si sono scambiati sorrisi e strette di mano, dando il via a un dialogo che fino a pochi giorni prima sembrava improbabile. “Ho avuto un incontro proficuo con Trump e Macron”, ha dichiarato Zelensky sui social, ringraziando entrambi per l’opportunità di discutere di pace e della situazione sul campo. Macron, dal canto suo, ha ribadito su X: “Proseguiamo l’azione comune per la pace e la sicurezza. Stati Uniti, Ucraina e Francia: uniti in questa giornata storica”.

LA POSIZIONE DI TRUMP: UN CAMBIAMENTO IN VISTA?

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, previsto per gennaio, ha gettato ombre di incertezza sull’impegno americano nel conflitto ucraino. Durante l’incontro, Trump ha ribadito la sua visione di un “cessate il fuoco immediato” e di negoziati rapidi per concludere quella che ha definito “una follia”.

Sul suo social Truth, Trump ha scritto: “Zelensky e l’Ucraina vorrebbero fare un accordo. Hanno perso in modo ridicolo 400.000 soldati e molti più civili. Dovrebbe esserci un cessate il fuoco immediato”. La dichiarazione sottolinea un approccio pragmatico ma controverso, che potrebbe implicare concessioni territoriali da parte di Kiev per avviare una trattativa con Mosca.

ZELENSKY: PACE SÌ, MA CON FORZA

Nonostante l’apertura al dialogo, Zelensky ha insistito sull’importanza di mantenere una posizione di forza sul campo per garantire garanzie sufficienti nei futuri negoziati. Il leader ucraino ha definito l’incontro “un passo avanti” verso una “pace giusta”, sottolineando che qualsiasi accordo dovrà rispettare la sovranità dell’Ucraina.

La posizione di Kiev rimane delicata: da un lato, c’è la necessità di mantenere il sostegno internazionale; dall’altro, la consapevolezza che l’inverno in arrivo e le pressioni militari di Mosca rendono la situazione sempre più difficile.

IL RUOLO DI MACRON E IL SIMBOLISMO DI NOTRE DAME

Emmanuel Macron ha svolto il ruolo di mediatore, cercando di riportare la Francia e l’Europa al centro dei negoziati internazionali. L’incontro è stato un successo simbolico per Parigi, che ha ospitato i tre leader proprio mentre Notre Dame, ferita dall’incendio del 2019, tornava a essere un luogo di speranza e resilienza.

Il Presidente francese ha sottolineato l’importanza della collaborazione internazionale per porre fine al conflitto, evidenziando il ruolo chiave dell’Europa nella mediazione tra Washington e Kiev. “Abbiamo tante sfide da raccogliere insieme”, ha osservato Macron, evidenziando come la Francia voglia rafforzare il proprio peso diplomatico in un momento critico per il continente.

Si può dire quindi che l’incontro trilaterale all’Eliseo, pur privo di risultati immediati, abbia segnato l’inizio di una nuova fase diplomatica?  Troppo presto per dirlo. Trump e Zelensky, due leader spesso in contrasto, sembrano aver trovato un terreno comune per il dialogo. Resta da vedere se il “patto di Notre Dame” potrà tradursi in qualcosa di veramente concreto per la pace o se rimarrà un’occasione simbolica destinata a essere ricordata più per i gesti che per i risultati.

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