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Ucraina, che cos’è la Piattaforma di Crimea e cosa ne pensano i russi

Piattaforma Di Crimea

La disputa in Crimea non è ancora finita, almeno per l’Ucraina, che lancia la Piattaforma di Crimea per riprendersi la regione annessa alla Russia nel 2014

Era marzo 2014 quando la Russia dichiarava l’annessione della Crimea. Per Mosca si tratta di un atto legittimo, per Kiev – e la Comunità internazionale – no e ora il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto il sostegno dell’Unione europea e degli Stati Uniti lanciando la “Piattaforma di Crimea”.

COS’È LA PIATTAFORMA DI CRIMEA

La Piattaforma di Crimea è un meccanismo diplomatico il cui scopo secondo le parole di Zelensky è “il coordinamento degli sforzi internazionali per il ritorno della Crimea all’Ucraina”. Il presidente ucraino, durante il vertice che si è tenuto lunedì scorso, ha detto: “Siamo consapevoli del fatto che essendo soli, il nostro Paese indipendente Ucraina, non sarà mai in grado di riavere la Crimea”.

Da qui l’appello a sostenere il suo Paese: “Abbiamo bisogno di un sostegno efficace a livello internazionale, e il sostegno al nuovo livello della de-occupazione della penisola di Crimea. Oggi abbiamo bisogno di ulteriori passi efficaci per liberare la Crimea. I nostri sforzi congiunti potrebbero eliminare l’aggressione armata”.

CHI HA PARTECIPATO

All’evento hanno partecipato 40 Paesi con rappresentanti, tra capi di Stato o di governo e ministri o vice ministri degli Esteri, di tutti gli Stati Ue, di Usa, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Svizzera, Turchia, Georgia e Moldova.

Chiara la posizione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel: “Sono qui per riaffermare la posizione incrollabile dell’Unione: non riconosciamo e non riconosceremo l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia. Continueremo ad applicare con fermezza la nostra politica di non riconoscimento e ci opporremo a qualsiasi violazione del diritto internazionale”.

LA REAZIONE DI MOSCA

“Valutiamo questo evento come estremamente ostile nei confronti del nostro Paese”, ha dichiarato Dmitri Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, il quale ha detto che non considera negoziabile l’annessione della Crimea. Per Mosca, infatti, è legittima poiché approvata con un controverso referendum che si è tenuto un mese dopo il colpo di Stato che ha avuto luogo in Ucraina.

Di fatto, però, la Russia si era ripresa la regione con un’invasione di uomini armati e senza insegne di riconoscimento. In una sentenza europea, emessa il 14 gennaio, è stata attribuita alla Federazione Russa la responsabilità per le violazioni dei diritti umani in Crimea ed è stato stimato che nel conflitto sono state riportate quasi 13.000 vittime.

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