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Ue: con i veti su Fitto e Varhelyi a rischio la commissione von der Leyen?

Fitto

Nessun accordo ancora sulle nomine, von der Leyen negozia ma senza passi avanti. E intanto nel mirino finisce il futuro della stessa Commissione europea 

L’incontro tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e i leader dei principali gruppi politici (Ppe, Socialisti, e Renew) sulle nuove nomine si è concluso senza alcuna intesa. Fonti parlamentari hanno confermato che l’incontro non ha portato a un accordo, nonostante tutti i canali di comunicazione restino aperti. Questa situazione lascia in sospeso una questione centrale: il consenso sul commissario italiano designato Raffaele Fitto e sul candidato ungherese Oliver Varhelyi, sui quali alcuni gruppi nutrono forti perplessità.

S&D E VERDI CONTRO FITTO E VARHELYI

Il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), attraverso la presidente Iratxe Garcia Perez, ha ribadito la propria opposizione alla nomina di Fitto e Varhelyi. Anche i Verdi, con la co-presidente Terry Reintke, hanno criticato aspramente il Partito Popolare Europeo per il supporto a Fitto, considerato un candidato inadatto e troppo legato alle destre. Reintke ha sottolineato come questa scelta metta a rischio l’alleanza democratica pro-europea, aggiungendo che il Ppe sta minando il processo democratico per le nomine attraverso “manovre oscure” e “alleanze senza scrupoli” con l’estrema destra.

IL PESO DELLO STALLO SULLA COMMISSIONE EUROPEA

Il blocco sulle nomine potrebbe avere ripercussioni dirette sulla stabilità della Commissione von der Leyen. La riluttanza di Socialisti, Verdi e Liberali a sostenere i candidati potrebbe mettere in discussione anche la leadership della stessa presidente della Commissione, nel caso emergesse la necessità di rivedere i commissari designati o di ridimensionare le cariche proposte per Fitto e Varhelyi.

IL SUPPORTO DEL PPE E LE CRITICHE DA PARTE DEI CONSERVATORI

Dal canto suo, il Ppe ha difeso le proprie scelte: Manfred Weber, leader del gruppo, ha insistito sulla necessità di garantire una rappresentanza adeguata anche a figure di destra per bilanciare la deriva di sinistra del Green Deal. Tuttavia, alcuni membri interni, in particolare i coordinatori tedeschi, hanno espresso dubbi sulla strategia di Weber, temendo che lo stallo possa compromettere l’avvio della nuova Commissione.

LA REAZIONE DELL’ITALIA E DELLE DESTRE

Da parte italiana, Carlo Fidanza (FdI) ha accusato il Pd di ostacolare la nomina di Fitto, interpretando questo atteggiamento come un tentativo di ridimensionare il ruolo dell’Italia nelle istituzioni europee. Anche la Lega, con il capodelegazione Paolo Borchia, ha criticato la maggioranza per aver bloccato la valutazione dei singoli commissari, sostenendo che questa prassi viola le regole del Parlamento e mina la credibilità del processo di nomina.

In questo contesto di divisioni e tensioni, una ridefinizione delle nomine – o un ridimensionamento dei candidati italiani e ungheresi – potrebbe mettere a rischio la presidenza di Ursula von der Leyen. L’assenza di un accordo sulle nomine e il possibile ricorso a nuovi candidati rischiano di indebolire la sua leadership e la stabilità della Commissione.

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