Un nuovo piano di pace in 28 punti, elaborato discretamente con il coinvolgimento di funzionari statunitensi e russi, è al centro di insistenti rumors che vedrebbero vicinissimo un possibile accordo per l’Ucraina. Intanto il conflitto prosegue con violenza
Secondo quanto riportato da Axios e dal Wall Street Journal, Usa e Russia starebbero lavorando a una bozza di accordo in 28 punti per interrompere le ostilità in Ucraina, ispirata al metodo utilizzato dall’amministrazione statunitense per la mediazione su Gaza. Politico riporta una conferma di un alto funzionario della Casa Bianca, che si è detto ottimista in merito alla possibilità di sviluppi decisivi entro fine mese o addirittura entro questa settimana. Il timore, però, è che si tratti di condizioni fissate senza consultare Zelensky e bypassando il ruolo europeo nella trattativa.
CHE COS’È IL PIANO IN 28 PUNTI
La bozza in 28 punti sarebbe un tentativo di mettere su carta un quadro negoziale che vada oltre il tradizionale schema bilaterale e affronti simultaneamente la pace in Ucraina, le garanzie di sicurezza per Kiev, la più ampia architettura di sicurezza europea e il futuro rapporto politico-diplomatico fra Washington e le due controparti, Mosca e Kiev.
La proposta sarebbe stata modellata, secondo il racconto dei proponenti, sull’approccio “roadmap” usato dalla stessa Amministrazione per i negoziati su Gaza, con passaggi e meccanismi scritti per verificare impegni reciproci. Manca però chiarezza sul principale ostacolo alla pace, ossia il riconoscimento alla Russia dei territori occupati, né fin qui sono emersi cenni a un ruolo di Kiev o di Bruxelles in vista di un ipotetico accordo.
CHI HA LAVORATO AL PIANO IN 28 PUNTI
Al centro delle conversazioni risulta esserci Steve Witkoff, inviato del presidente Trump per questioni di mediazione, che avrebbe avuto colloqui estesi con Kirill Dmitriev — il manager del fondo sovrano russo e frontman delle trattative per parte russa — durante una visita a Miami tra il 24 e il 26 ottobre. Secondo quanto emerso, i due avrebbero lavorato alla bozza fuori dai tradizionali circuiti diplomatici formali. Il rischio è che le due delegazioni abbiano interesse a cristalizzare il quadro degli accordi senza consultare Kiev, presentandosi poi al presidente Zelensky con un’offerta da prendere o lasciare. .
Ma l’iniziativa negoziale non si svolge in un vuoto operativo: in parallelo ai contatti informali gli Stati Uniti hanno inviato a Kiev una delegazione di vertice del Pentagono guidata dal Segretario dell’Esercito Dan Driscoll insieme a capi di Stato-Maggiore, con l’obiettivo di “vedere i fatti sul terreno”, valutare esigenze difensive e portare riscontri alla Casa Bianca.
MOSCA FRENA (E BOMBARDA)
Il Cremlino, per voce del portavoce Dmitry Peskov, ha per ora giocato al ribasso: secondo il portavoce non ci sarebbero novità sostanziali oltre quanto discusso ad Anchorage ad agosto, e Mosca insiste sulle proprie condizioni di sicurezza — incluse rivendicazioni territoriali e limitazioni all’allargamento della NATO — come precondizioni di qualsiasi accordo.
Kiev, informata a singhiozzo, mostra cautela e chiede garanzie solide per la propria sovranità e la capacità di difesa prima di qualsiasi compromesso. I principali partner europei, che non sono stati pienamente coinvolti nelle fasi più segrete del lavoro, devono ora valutare il testo e la sua sostenibilità politica.
A scanso di equivoci, nella notte sono continuati incessantemente i bombardamenti russi sul territorio ucraino: il bollettino giornaliero parla di 32 feriti a Kharkiv e 9 morti nei raid a Ternopill, nell’Ucraina Occidentale, che hanno spinto i caccia polacchi e rumeni a levarsi in volo.

