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Valéry Giscard d’Estaing, l’architetto dell’integrazione europea

Giscard D’Estaing

Giscard d’Estaing è scomparso ieri sera, all’età di 94 anni, per complicazioni legate al Covid-19. È stato Presidente della Repubblica dal 1974 al 1981 ed è ricordato come uno dei più grandi politici della storia francese e dell’integrazione europea

“Valéry Giscard d’Estaing, au revoir”, ha titolato Le Temps in riferimento alle famose parole del suo discorso rivolto ai francesi la sera del 19 maggio 1981 quando, sconfitto da François Mitterrand, si apprestava a lasciare la presidenza della Repubblica sull’immagine di una sedia vuota davanti alle telecamere. Giscard d’Estaing, il terzo Presidente della V Repubblica francese dal 1974 al 1981 che ha modernizzato la vita politica prima di veder andare in pezzi il suo mandato a causa della crisi economica, è scomparso ieri sera, all’età di 94 anni, per complicazioni legate al Covid-19.

Negli ultimi mesi era già stato ricoverato più volte per problemi cardiaci, una delle ultime apparizioni pubbliche risaliva al 30 settembre 2019 durante i funerali di Jacques Chirac che fu suo Primo ministro e anche successore indiretto a capo dello Stato.

LE RIFORME: LA MAGGIORE ETÀ, L’ABORTO, IL DIVORZIO, LA PENA DI MORTE

Giscard d’Estaing è ricordato dalla stampa nazionale e internazionale per le sue ambizioni riformatrici. L’uomo che “si è battuto per trasformare” il suo Paese si legge sul New York Times, la “figura di spicco del centrodestra francese” secondo Politico, ma anche Le Soir lo definisce “l’uomo che voleva modernizzare la Francia”.

Per il quotidiano belga, le riforme che l’allora più giovane Presidente della V Repubblica si è battuto per far votare hanno segnato la storia: “La maggiore età a 18 anni? È sua. La depenalizzazione dell’aborto, per la quale l’allora ministra della Salute Simone Veil si era battuta anima e corpo? Ancora sua. Il divorzio consensuale e non più solamente ‘per colpa’? Sempre sua. Aveva anche pensato all’abolizione della pena di morte [abolita in Francia solo nel 1981, ndr], idea alla quale alla fine aveva rinunciato e che lo aveva portato a non concedere la grazia presidenziale a tre condannati a morte, tra cui Christian Ranucci”.

LE CRISI PETROLIFERE E LO SCANDALO DEI DIAMANTI

Ben presto però le difficoltà economiche che seguono la crisi energetica mondiale del ’73 provocano il disastro. I suoi sette anni di presidenza sono segnati da due crisi petrolifere. Come riporta Le Soir, “la disoccupazione, per la prima volta, s’impenna. Quando era stato eletto, la Francia aveva 400.000 disoccupati. Sette anni più tardi, quando lascia l’Eliseo, saranno quadruplicati, nonostante i rigidi sforzi del suo secondo Primo ministro, Raymond Barre, seguito a Jacques Chirac nel 1976”. Poi nel 1981, lo scandalo dei diamanti di Bokassa (affaire des diamants).

L’ARCHITETTO DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA

Giscard d’Estaing è ritenuto anche “l’architetto-chiave dell’integrazione europea”. Se come Presidente – scrive il New York Times – ha ottenuto risultati altalenanti, spesso deludenti, in politica estera, è stato al meglio della sua forma negli affari dell’Europa occidentale. Giscard d’Estaing diede vita a un tandem con il cancelliere tedesco Helmut Schmidt. Secondo Le Temps, tutti e due credevano “in quella Comunità europea ancora adolescente, raggiunta nel 1973 dal Regno Unito”, e nel 1979 saranno all’origine del primo sistema monetario europeo. Giscard d’Estaing ha inoltre dato impulso alla creazione del Consiglio europeo nel 1974 per ufficializzare le riunioni tra capi di Stato europei e inaugurato il Palazzo d’Europa a Strasburgo nel 1977.

UDF, IL PARTITO DELL’ESTERO

Definito “grande europeo”, per Le Soir, le sue iniziative sono il frutto della sua formazione politica, l’Unione per la Democrazia Francese (UDF), considerato da Chirac il “partito dell’estero”. “La sua scelta è stata molto presto quella dell’Europa”. Nel 1979 lancerà Simone Veil, che diventerà la prima donna presidente del Parlamento europeo eletta a suffragio universale.

L’EUROPA NON LO ABBANDONA MAI

Dopo aver lasciato l’Eliseo solo l’Europa continua ad “avere le braccia aperte per lui”, si legge su Le Temps. Nel 1989 viene eletto al Parlamento europeo, dove resta fino al 1993. Nel 2002 diventa Presidente della Convenzione europea sul futuro dell’Europa con l’incarico di realizzare un progetto di Costituzione europea. Tre anni più tardi però, con un referendum, il testo viene rifiutato proprio dai suoi compatrioti e nove anni dopo Giscard d’Estaing pubblica il libro Europa in cui difende la costruzione di un “insieme forte e federato”.

L’OPPOSIZIONE ALLA TURCHIA

L’ex Presidente si era inoltre fermamente opposto ai tentativi della Turchia di diventare membro dell’Ue. “La sua capitale non è in Europa, il 95% della sua popolazione non è in Europa. Visto il suo dinamismo demografico sarebbe il più grande Stato membro e il gruppo più numeroso al Parlamento europeo”. Ma aveva anche criticato i discorsi dei leader europei, definendoli ‘ambigui’: “La maggioranza del Consiglio europeo si è pronunciata contro l’adesione, ma nessuno lo ha mai detto ai turchi”.

LA BREXIT

E in merito alla Brexit, in una delle sue ultime interviste del 2019, Le Soir ricorda che nonostante fosse ormai stanco e quasi non udente, Giscard d’Estaing voleva condividere il suo parere in merito alla questione: “un divorzio tra l’Europa occidentale e il Regno Unito che avrebbe voluto ritardare a qualunque costo”.

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