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Venezuela, Guaidò vs Maduro? Cosa scrivono Campi, Meotti e il Dipartimento di Stato Usa

Caos in Venezuela dopo l’autoproclamazione a presidente di Juan Guaidò al posto di Maduro. Le opinioni di Giulio Meotti, Alessandro Campi e l’endorsement del Dipartimento di Stato Usa

Il Venezuela sta vivendo ore tragiche, di scontri nelle maggiori città del paese, ad iniziare da Caracas, dopo l’autoproclamazione ieri di Juan Guaidò a “presidente incaricato” al posto di Nicolas Maduro, eletto alla presidenza del paese sudamericano lo scorso 10 gennaio (elezioni sul cui svolgimento democratico ci sono molti dubbi da parte non solo degli oppositori interni ma anche da parte di paesi e dall’Unione europea che ha dichiarato quelle elezioni presidenziali come prive di ogni credibilità, né libere né eque).

Abbiamo tratto liberamente dai social alcune considerazioni su quanto sta accadendo a Caracas: nel primo caso scrive Giulio Meotti, giornalista de Il Foglio, nel secondo Alessandro Campi, politologo, docente universitario e direttore della Rivista di Politica. In ultimo riportiamo il comunicato ufficiale del Dipartimento di Stato degli Usa, che non usa giri di parole nel riconoscere il presidente ad interim, Guaidò.

MEOTTI: “GRANDISSIMO TRUMP CHE HA RICONOSCIUTO GUAIDÒ”

“Viva sempre l’America! Il Venezuela aveva più petrolio dei sauditi. Una banda di socialisti lo ha ridotto alla fame, non hanno più neanche la carta igienica. Grandissimo Trump che ha appena riconosciuto Juan Guaido presidente al posto di Maduro. Tutti che si mobilitano per la causa perenna e perennemente indegna della “liberazione” della Palestina, per la quale non c’è mai carenza di idioti fanatici, di articoli di giornale, di dichiarazioni politiche. Del Venezuela nessuno parla. Quella gente sta “soltanto” lottando non contro Israele, ma per la democrazia, i diritti umani, la possibilità di nutrire i loro figli e di curarli. Perché curarsene? Fuggono non da Israele, ma “soltanto” da un regime di sinistra esaltato dai pundit di mezzo mondo, dagli attorazzi di Hollywood, dai laburisti come Corbyn, dalle ong, dai funzionari delle Nazioni Unite, dai Nobel come Stiglitz, dai Vattimo, dai Ken Loach e quanti altri dovranno chiedere scusa.

Arrivano immagini di donne che combattono per un pezzo di burro, di milioni che si svegliano affamati, di epidemie, di madri che vendono i capelli per mangiare, di bambini che vagano per le strade, di morti sepolti in sacchi di plastica, di violenza endemica, di acqua che scarseggia, di vecchi sdentati che frugano nei bidoni della spazzatura, di ospedali senza barelle e antibiotici, di medici che operano alla luce di un telefonino, di donne che partoriscono fuori dagli ospedali.

Chiunque in Venezuela sarebbe felice di frugare nei bidoni italiani: sarebbero considerati delle prelibatezze. Nessuna guerra è stata la causa di questa sciagura.

Il Venezuela ha fatto tutto da sé. In nome del socialismo. Volevano sconfiggere la disuguaglianza.
Ci sono riusciti: ora i venezuelani sono tutti poveri.
Una delle peggiori catastrofi autoinflitte del secolo.
Oggi in Venezuela ci si potrebbe girare un sequel di “Hunger Games”.

https://www.facebook.com/giulio.meotti/posts/10217483220062258

CAMPI: “DESTINATO AD UN FALLIMENTO QUASI CERTO IL TENTATIVO DI COLPO DI STATO”

Bislacco (e destinato ad un fallimento quasi certo, visto l’atteggiamento lealista assunto dalle forze armate) il tentativo di colpo di stato legale in corso in Venezuela con l’appoggio esterno degli Usa, dei loro scendiletto canadesi e dell’UE. Kissinger, esperto di cambi di regime pilotati, se la starà ridendo per tanto spirito d’improvvisazione. Dispiace solo per i venezuelani, che dovranno tenersi ancora per un po’ l’ex autista di Chavez come capo di una nazione in cui in nome del popolo si è condotto il popolo alla fame.

https://www.facebook.com/alessandro.campi.98/posts/2199403846765484

L’APPOGGIO DEL DIPARTIMENTO DI STATO USA

“Gli Stati Uniti proseguiranno le relazioni diplomatiche con il Venezuela attraverso il governo del presidente ad interim Juan Guaido” si legge nella nota diffusa dal Dipartimento di Stato statunitense. “Gli Stati Uniti non riconoscono il regime di Maduro. Gli Stati Uniti non ritengono che l’ex presidente Nicolas Maduro abbia l’autorità legale per rompere le relazioni diplomatiche. Gli Stati Uniti prenderanno le misure appropriate per ritenere responsabile chiunque metta in pericolo la sicurezza della nostra missione e del personale”.

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