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von der leyen

Via libera a Safe: l’Ue mette l’elmetto

Il 29 maggio SAFE diventa operativo: prestiti fino a 150 miliardi di euro per “potenziare la capacità produttiva” dell’industria militare europea 

Il Consiglio dell’Unione europea ha dato il via libera a Safe (Security Action for Europe), il primo strumento finanziario dell’Ue dedicato alla difesa comune, il piano entrerà ufficialmente in vigore il 29 maggio 2025.

Il programma vuole supportare gli Stati membri che intendono rafforzare le capacità militari e produttive dell’industria europea, garantendo prestiti fino a 150 miliardi di euro. Gli estensori del progetto sottolineano che SAFE va a integrare gli sforzi della NATO, in piena complementarità; tuttavia, è evidente che l’Ue si è trovata costretta a pensare di difendersi con le proprie forze per via del desiderio di progressivo disimpegno Usa proprio dall’alleanza atlantica.

POTENZIARE LA CAPACITÀ PRODUTTIVA EUROPEA

SAFE finanzierà investimenti urgenti e su larga scala nella base industriale e tecnologica della difesa europea (EDTIB) “con l’obiettivo di potenziare la capacità produttiva, assicurare la disponibilità tempestiva delle attrezzature militari e colmare le attuali lacune nelle capacità difensive”. La finalità è rafforzare la prontezza complessiva dell’UE nel settore della difesa. “Abbiamo adottato il primo grande programma di investimenti nella difesa a livello europeo, del valore di 150 miliardi di euro. Non si tratta solo di un successo della presidenza, ma dell’intera Unione europea – ha detto Adam Szłapka – Ministro polacco per gli affari europei – È uno strumento senza precedenti, che rafforzerà le nostre capacità difensive e sosterrà la nostra industria della difesa. Quanto più investiamo nella nostra sicurezza, tanto più saremo in grado di scoraggiare chi vuole nuocerci”.

COME FUNZIONA SAFE: PROGETTI ENTRO SEI MESI

Come detto, SAFE metterà a disposizione fino a 150 miliardi di euro, erogati agli Stati membri interessati su richiesta e sulla base di piani nazionali. Le somme non saranno erogate a fondo perduto ma sotto forma di prestiti a lungo termine a condizioni vantaggiose. Uno degli obiettivi è stimolare la collaborazione l’interoperabilità e ridurre la frammentazione della base industriale europea della difesa. Per questo i prestiti saranno concessi, in linea di principio, solo per appalti congiunti tra almeno due Stati membri. Le contingenze geopolitiche, però, impongono uno strappo alla regola: l’urgenza di investimenti su larga scala permetterà, temporaneamente, anche il finanziamento di appalti condotti da un solo Stato membro. I progetti dovranno essere presentati all’esecutivo Ue entro sei mesi. La Commissione europea ha sottolineato il valore strategico dell’iniziativa: “Con Safe, l’Europa si assume nuove responsabilità per la propria sicurezza”, ha dichiarato la presidente Ursula von der Leyen, evidenziando il sostegno non solo all’Ue, ma anche all’Ucraina e ai partner regionali.

COSA SI PUÒ COMPRARE CON I PRESTITI SAFE

I prestiti Safe possono essere finalizzati all’acquisto di due categorie di prodotti della difesa:

  • Categoria 1: munizioni e missili; sistemi di artiglieria, incluse le capacità di attacco di precisione a lungo raggio; capacità di combattimento terrestre e relativi sistemi di supporto, comprese le attrezzature dei soldati e le armi leggere; protezione delle infrastrutture critiche; cybersicurezza; mobilità militare, inclusa la contro-mobilità.
  • Categoria 2: sistemi di difesa aerea e missilistica; capacità navali di superficie e sottomarine; droni e sistemi anti-drone; strumenti strategici come trasporto aereo strategico, rifornimento in volo, sistemi C4ISTAR, tecnologie spaziali e di guerra elettronica, intelligenza artificiale e protezione delle risorse spaziali.

I contratti di appalto, per entrambe le categorie, dovranno rispettare la clausola “Buy European”, con almeno il 65% dei componenti provenienti da fornitori Ue, EFTA o ucraini.

In particolare, per i prodotti della Categoria 2, saranno applicate condizioni più stringenti: per garantire l’autonomia tecnologica europea, sarà necessario il controllo interno sul design e lo sviluppo dei sistemi.

SAFE: IL PARLAMENTO UE ESCLUSO DALLA DECISIONE

Il nuovo fondo sarà aperto anche a Paesi terzi come Ucraina, Stati EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera), Paesi candidati e partner strategici come il Regno Unito. Il via libera al progetto non è stato esente da polemiche: il Parlamento europeo è stato escluso dall’iter legislativo attraverso l’attivazione di una clausola d’emergenza. Tanto che la presidente Roberta Metsola ha denunciato la mancanza di trasparenza e minacciato il ricorso alla Corte di giustizia.

 

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