skip to Main Content

L’Agcom compie 6 mesi (di prorogatio)

Agcom

Il presidente Agcom Angelo Marcello Cardani e i commissari sono scaduti il 24 luglio scorso ma ancora non si trova l’intesa sul nome dei successori. Intanto il loro mandato è stato prorogato fino a marzo 2020 con il decreto Milleprororoghe. Situazione analoga per il Garante della Privacy

Sono passati sei mesi ma non c’è nulla da festeggiare. Esattamente sei mesi fa, il 24 luglio 2019, sono scaduti i vertici dell’Autorità garante per le Comunicazioni ma ancora non sono stati nominati i loro successori ed è stallo totale. Il presidente Angelo Marcello Cardani e i quattro commissari Antonio Nicita, Mario Morcellini, Antonio Martusciello e Francesco Posteraro hanno avuto il mandato prorogato fino al 31 dicembre scorso e ora rischiano che ciò continui fino a fine marzo grazie a un’ulteriore proroga contenuta nel decreto Milleproroghe che peraltro li accomuna ai colleghi di un’altra authority, il Garante per la Privacy. Nelle forze di maggioranza pare non riesca a trovare accordo sulla nomina dei successori e dunque si procede di proroga in proroga, peraltro depotenziando il ruolo delle stesse Autorità.

CARDANI E LO YOGURT

Era stato lo stesso Cardani, lo scorso novembre, a chiedere di fare presto. “Sono scaduto come uno yogurt da parecchi mesi” aveva detto evidenziando di aver pregato la sottosegretaria allo Sviluppo economico Mirella Liuzzi (M5S) di mettere fine a “questa situazione imbarazzante. Questa prorogatio sine die – aveva aggiunto – avvilisce, svuota di contenuti, e mortifica sia l’Agcom che i suoi funzionari”. Occorre infatti ricordare che la proroga è “senza poteri”: dunque si può gestire solo l’ordinaria amministrazione e prendere decisioni “urgenti e indifferibili”. Insomma, una sorta di tirare a campare.

Cardani si era poi rivolto direttamente a chi deve nominare il suo successore: “La classe politica trovi un accordo per andare avanti in maniera coerente, importante per garantire un futuro forte all’indipendenza dell’autorità, ancora di più dove ci sono forti interessi in gioco”.

IL CASO DEL GARANTE PRIVACY

Una situazione analoga si registra all’Authority che presiede alla Privacy. Il presidente, Antonello Soro, e i tre componenti del collegio — la vice presidente Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici e Licia Califano — hanno terminato il loro mandato — sempre di sette anni -—il 19 giugno 2019 e sono stati prorogati una prima volta fino al 31 dicembre scorso grazie a un decreto di proroga del 7 agosto. Anche qui la situazione è in alto mare e secondo indiscrezioni di stampa l’unico papabile di cui si ha notizia è il deputato di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa.

COSA PREVEDE IL DECRETO MILLEPROROGHE

Come si diceva, in entrambi i casi è tutto congelato — a meno di colpi di scena — fino a fine marzo grazie al decreto Milleproroghe che ha così di fatto allungato lo stallo in attesa che si trovi l’intesa per le nomine.

L’APPUNTAMENTO DEL 6 FEBBRAIO

Intanto , l’8 gennaio scorso, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha annunciato che giovedì 6 febbraio alle 9.30 Palazzo Madama si riunirà per votare il rinnovo dei componenti dell’Autorità per le Comunicazioni e del Garante per la Privacy. Al momento, però, dell’appuntamento non c’è traccia nel programma dei lavori che viene diffuso sul sito dell’istituzione. Peraltro il Senato non basta: a entrambi i rami del Parlamento infatti spetta l’elezione di due componenti a testa del collegio sia dell’Agcom sia del Garante per la Privacy.

Per la nomina del presidente, invece, entra in gioco il presidente del Consiglio che lo propone d’intesa con il ministro dello Sviluppo economico e dopo aver ottenuto parere favorevole da parte delle Commissioni parlamentari competenti. L’ultimo passo, poi, è del capo dello Stato che emette il decreto di nomina.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top