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Amministrative 2021 | Città al voto, qual è la più spendacciona?

Assolombarda Lombardia Ripresa Piva Giovani Disoccupati Città Al Voto

Secondo l’Osservatorio Conti Pubblici di Carlo Cottarelli, Napoli, Roma e Torino sono le città al voto con le finanze meno solide. Milano ha le entrate maggiori ma restituisce di più ai propri cittadini in servizi pubblici, avendo speso in media tra il 2016 e il 2019 circa 950 euro per abitante, contro i 383 euro della capitale, i 335 euro del capoluogo partenopeo e i 113 euro di Bologna

Tra meno di due settimane oltre 12 milioni di italiani saranno chiamati alle urne in 1.349 Comuni. Tempo dunque di bilanci per le amministrazioni uscenti e per gli elettori. Bilanci veri e propri, fatti di entrate e uscite, perché l’Osservatorio Conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano è andato a spulciare i documenti contabili chiedendosi quali siano state, tra le città interessate dal rinnovo della giunta, quelle meno disciplinate sul fronte della spesa pubblica.

LE CITTÀ AL VOTO MEGLIO AMMINISTRATE (SUL FRONTE ECONOMICO)

“Emerge – si legge nel report – come Napoli sia il comune con la spesa più elevata tra quelli considerati. Questo dato comprende però alcune voci (anticipazioni finanziarie e spese per conto terzi) che sono delle partite di giro, ovvero uscite a cui corrispondono entrate di pari entità, e che devono essere quindi escluse dal computo della spesa totale perché altro non fanno che “gonfiare” le uscite complessive delle amministrazioni”. Quindi, fatta questa precisazione, secondo gli analisti dell’Osservatorio diretto da Carlo Cottarelli, “escluse le anticipazioni finanziarie e i servizi per conto terzi, è Milano (e non più Napoli) ad avere la spesa maggiore, con circa 2.500 euro di uscite annue per abitante, mille in più rispetto a quelle degli altri comuni che hanno invece livelli di spesa sostanzialmente simili tra di loro”.

“Milano – viene spiegato – spende più degli altri comuni perché ha avuto, tra il 2016 e il 2019, entrate nettamente superiori rispetto a quelle delle altre città, in misura sostanzialmente analoga a quanto visto per le uscite: 1.000 euro in più all’anno per abitante (escludendo di nuovo le entrate per anticipazioni finanziarie e quelle per conto terzi). Durante l’ultima consiliatura, le entrate extra tributarie di Milano sono state, in media, di oltre 1.000 euro l’anno per abitante, circa 4 volte superiori rispetto a quelle di Napoli (280 euro) e quasi 3 volte superiori rispetto a quelle di Bologna (401 euro), Roma (369 euro) e Torino (362 euro). Divergenze tanto ampie non si osservano in nessuna altra voce di entrata”.

Ma gli elementi interessanti del report dell’Osservatorio non sono finiti. Guardando infatti “le entrate derivanti da prestiti a medio-lungo termine contratti dal comune attraverso l’emissione di titoli obbligazionari o l’accensione di mutui, […] questa voce ha subìto invece un considerevole aumento tra il 2018 e il 2019 a Napoli, Roma e Torino”. “Un aumento – scrivono gli analisti – così repentino è sintomo di poca solidità delle finanze pubbliche di queste città, che da un anno all’altro sono dovute ricorrere all’indebitamento in misura maggiore rispetto agli anni passati”.

Il capoluogo lombardo sembra inoltre quello che spende meglio, e per i propri cittadini, i soldi pubblici: “Milano ha speso più degli altri comuni soprattutto per “trasporti e diritto alla mobilità”, una voce di uscita che comprende essenzialmente le spese sostenute per il trasporto pubblico locale e per la costruzione/manutenzione delle infrastrutture stradali. In questo ambito Milano ha speso in media tra il 2016 e il 2019 circa 950 euro per abitante, di cui poco più di 700 euro di spesa corrente. Su questo fronte, la spesa sostenuta dagli altri comuni è stata invece sensibilmente inferiore, sia in termini complessivi che in termini di spesa corrente: 383 euro a Roma, 335 euro a Napoli, 142 euro a Torino e 113 euro a Bologna”.

 

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