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Bonus terme, il clic day è l’ennesimo crash day

Clic Day Bonus Terme

Altro che “Repubblica digitale” (nome di uno dei piani da realizzare coi fondi del Recovery): il sito del bonus terme è crollato e clic day rinviato a oggi. Ormai casi simili non si contano più

Pare proprio che la strada italiana per la transizione digitale sia lastricata da error 404 e pagine che non smetteranno mai di caricare. Cambiano infatti i presidenti del Consiglio, ma l’intelaiatura informatica dello Stato resta quella: logora e barcollante, a tratti ridicola se si pensa che non riesce a sostenere il peso dell’accesso di migliaia o milioni di utenti, come giornalmente fanno invece i siti e le piattaforme dei privati. Amazon crollerebbe mai nel Black Friday? Alibaba sfocerebbe mai in una profusione di “pagine non trovate” nei single day? I siti governativi e paragovernativi cascano di continuo e, nonostante ciò, ogni governo continua a escogitare clic day. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, 24 ore fa: (falsa) partenza del Bonus terme.

COS’È SUCCESSO AL CLIC DAY DEL BONUS TERME

Chi ieri ha provato ad accedere al sito di Invitalia ha trovato un florilegio di pagine bianche. Solo dopo diverse ore è apparso almeno l’annuncio che la trafila per le prenotazioni  “è stata sospesa per motivi tecnici, dovuti all’alto numero di accessi registrati fin dall’avvio della sua attività”. E Il Sole 24 Ore, dal canto suo, sostiene pure che i fondi fossero già esauriti perché i centri termali avevano giocato d’anticipo con pre-prenotazioni che anticipavano il day one dell’8 novembre. Impossibile sapere se sia vero, ma intanto ci si riproverà oggi, nuovo clic day, nella speranza che sia la volta buona.

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Ma, appunto, non è la prima volta che il governo inciampa nei fili dei server dei suoi vecchi sistemi, provocando il blackout dei siti statali. Il record spetta al 2020: quando, per via della pandemia, furono elargiti più bonus, da agguantare mediante partecipazione online. Emblema dei disservizi resta il sito dell’INPS che si era dovuto arrendere all’imperversare delle partite Iva nel primo giorno per richiedere il bonus da 600 euro dovuto all’emergenza Covid. Soccombendo, aveva pure provocato bug ed errori di ogni tipo, rivelando la posizione contributiva di molti iscritti. Pasquale Tridico, numero uno dell’Ente pensionistico, parlò di attacco hacker, tesi che però ha lasciato parecchi dubbi.

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Server in tilt pure il giorno inaugurale del bonus monopattini. In quell’occasione gli italiani si fiondarono sul Web consapevoli che i fondi stanziati dal governo – 210 milioni di euro – coprivano solo fino a 600mila richieste e dunque valesse il detto ‘chi prima arriva meglio alloggia’. La calca si trasformò in bolgia e la bolgia trascinò nella polvere la piattaforma messa in piedi dal Ministero dell’Ambiente. Una storia già vista e che sembra destinata a ripetersi senza che alcun governo impari dagli error 404 del passato.

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