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Caro energia, la CGIA resta fredda di fronte alle promesse di Draghi

GSE Mercato Libero Caro Energia Energy Manager

L’associazione degli Artigiani in allarme per le contromosse dell’esecutivo sul caro energia: “Pare che questa misura dovrebbe aggirarsi tra i 5 e i 7 miliardi di euro. Sarebbe comunque insufficiente a mitigare i rincari che le imprese subiranno in questi primi 3 mesi dell’anno”

Il caro energia rischia di essere l’ostacolo più serio sulla strada per la ripresa (leggi anche: Il 30% della domanda europea di gas a rischio in caso di escalation tra Russia e Ucraina). Secondo la CGIA di Mestre, nel primo trimestre di quest’anno le imprese saranno chiamate a pagare, rispetto al 2019 (anno pre-pandemia), ben 14,7 miliardi di euro in più di energia elettrica e gas. L’associazione degli artigiani sottolinea come, togliendo a questo importo 1,7 miliardi di misure di mitigazione introdotte dal Governo nelle settimane scorse, nel primo trimestre 2022 le aziende dovranno farsi comunque carico di un extra costo pari a 13 miliardi.

COSA DICE LA CGIA SULLA NUOVA MISURA DEL GOVERNO

Per questo la CGIA resta fredda di fronte al nuovo impegno assunto da Draghi per disinnescare il caro energia: “Pare di capire che questa misura dovrebbe aggirarsi tra i 5 e i 7 miliardi di euro. Sia chiaro, in termini assoluti parliamo di una cifra elevatissima; se confermata, sarebbe comunque del tutto insufficiente a mitigare i rincari che, in particolar modo le imprese, subiranno in questi primi 3 mesi dell’anno.”

I SETTORI PIU’ COLPITI DAL CARO ENERGIA

Sono ovviamente i settori energivori più a rischio degli altri. L’osservatorio della CGIA indica in difficoltà per l’escalation della bolletta del gas le imprese del vetro, della ceramica, del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l’alimentazione, la chimica etc. Per quanto concerne l’energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, l’alimentare, il commercio (negozi botteghe, centri commerciali, etc.), alberghi, bar-ristoranti, altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, etc.).

E la lista si allunga ora dopo ora: “il gasolio per autotrazione, denunciano dalla CGIA, ha subito nell’ultimo anno un aumento di prezzo di oltre il 22 per cento. Molti settori, pertanto, rischiano di doversi fermare: l’autotrasporto, la pesca e l’agricoltura hanno già manifestato grande disappunto per la mancanza di interventi da parte del Governo”.

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