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Coronavirus, ecco i negozi che possono stare aperti

Negozi

Elaborazione Unioncamere-Infocamere: sono 500mila esercizi commerciali con 800mila lavoratori. Oltre 230mila vendono alimentari, 47mila sono in totale le farmacie, le parafarmacie e i negozi di articoli sanitari e per l’igiene

Sono circa mezzo milione e danno lavoro a oltre 800mila persone. Si tratta degli esercizi commerciali che sono rimasti aperti durante l’emergenza coronavirus in base all’ultimo decreto per la Presidenza del Consiglio dei ministri. In attesa di una possibile, ulteriore stretta sull’apertura di negozi e farmacie numeri interessanti arrivano da un’elaborazione di Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio e degli archivi dell’Inps (aggiornati al 30 settembre scorso).

CAMPANIA LEADER PER PUNTI VENDITA ALIMENTARI, LAZIO PER PRESENZA DISCOUNT

Oltre 230mila sono gli esercizi attivi del settore alimentare. Il maggior numero di punti vendita si trova in Campania (quasi 33mila con 37mila dipendenti), che vanta la maggior rete a livello nazionale di piccoli esercizi commerciali al dettaglio (oltre 19mila), di minimarket (quasi 11mila) e di negozi di prodotti surgelati (633).

Al secondo posto c’è invece la Lombardia, la regione più duramente colpita dal virus Covid-19, che in media ha punti vendita di “taglia” maggiore e oltre 25mila esercizi alimentari con più di 82mila dipendenti. Non a caso la Lombardia presenta il maggior numero di ipermercati tra i poco più di 900 che operano in Italia (212 con 23mila dipendenti), ai quali si affiancano 2.100 supermercati, in cui lavorano 38mila persone. Non mancano però anche i negozi di vicinato: quasi 15mila quelli presenti sul territorio con 12mila dipendenti.

Ampia la disponibilità di esercizi commerciali dedicati al cibo e alle bevande anche nel Lazio: oltre 24mila quelli presenti con 44mila dipendenti. Nella regione della Capitale, in cui un po’ tutte le tipologie di vendita alimentare sono rappresentate, si concentra il maggior numero di discount a livello nazionale: 363 con quasi 4mila dipendenti. La regione è anche al secondo posto per diffusione di ipermercati (90 con quasi 2mila lavoratori) e al terzo posto (dopo Campania e Sicilia) per presenza di supermercati (oltre 2.500 con più di 21mila lavoratori).

A seguire per capillarità di punti vendita alimentari la Sicilia (quasi 21mila con oltre 32mila dipendenti e il primato nazionale per numero di Supermercati) e la Puglia (oltre 18mila e 28mila lavoratori).

Chiudono la classifica il Molise (1.654 con 2.016 dipendenti) e la Valle d’Aosta (476 con 1.384 dipendenti): tanto per fare un esempio, in queste regioni i supermercati sono rispettivamente 126 e 21 e i discount di alimentari 7 e 4.

LOMBARDIA AL PRIMO POSTO PER FARMACIE E CAMPANIA PER PARAFARMACIE

Sfiorano quota 47mila e 96mila dipendenti le farmacie, parafarmacie e i punti vendita dedicati agli articoli sanitari e per l’igiene ai quali i provvedimenti di contrasto al coronavirus  chiedono di restare aperti al pubblico. La presenza di questi esercizi commerciali è più forte in Lombardia (5.923 con oltre 17mila dipendenti), Campania (5.671 con 7.760 dipendenti), Lazio (4.874 con più di 12.300 dipendenti), Sicilia (4.428 con più di 4.400 dipendenti) e Puglia (3.602 con 3.602 dipendenti). La Lombardia ha il numero maggiore di farmacie, la Campania quello delle parafarmacie e di punti vendita di articoli medicali e ortopedici, la Sicilia quelli di prodotti igienico-sanitari.

In coda alla graduatoria sempre Molise e Valle d’Aosta con 254 e 93 fra farmacie, parafarmacie e negozi per la vendita di articoli sanitari e per l’igiene e meno di 500 lavoratori in totale.

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