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Coronavirus, ecco perché l’Antitrust punta Amazon ed Ebay

Sciopero Amazon

L’Antitrust ha avviato due istruttorie in relazione alla vendita di prodotti e accessori igienico-sanitari durante l’emergenza per l’epidemia poi diventata pandemia

L’arrivo di numerose segnalazioni ha spinto l’Antitrust a prendere informazioni e poi a decidere di avviare due distinte istruttorie nei confronti di Amazon ed Ebay. Le piattaforme di e-commerce sono osservate speciali da parte dell’Authority guidata da Roberto Rustichelli per come si stanno comportando durante l’emergenza coronavirus nella vendita di disinfettanti per le mani, mascherine e altri prodotti igienico-sanitari. In particolare, oggetto dei procedimenti sono i claim che garantiscono l’efficacia dei prodotti per proteggersi o contrastare il virus e il loro “ingiustificato e consistente aumento dei prezzi”.

COS’È SUCCESSO NELLA VENDITA DI AMUCHINA E SIMILI

Già dagli ultimi giorni di febbraio c’è stata una corsa ad accaparrarsi soprattutto gel igienizzanti e mascherine, cosa che ha portato i prezzi alle stelle: come nel caso dei quattro piccoli flaconi di Amuchina a 100 euro o le mascherine chirurgiche — peraltro inutili per evitare il contagio — fino a 10 volte il prezzo solito. Amazon, per esempio, ha cercato di correre ai ripari intervenendo sui venditori che partecipano al programma Seller, che consente ai privati di sfruttare la vetrina della piattaforma, chiedendo loro di non esagerare se non volevano essere cacciati. Anche la Guardia di Finanza, come ha reso noto l’Ansa, si è attivata dopo che sul web hanno cominciato a circolare immagini di mascherine con valvole “ideali per coronavirus” — claim decisamente fuorviante — al prezzo di 189 euro. E così il Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle di Milano ha acquisito documenti nelle sedi di Amazon ed Ebay nell’ambito dell’inchiesta dei procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco relativa alle “manovre speculative” nella vendita di prodotti igienico-sanitari.

Sulla questione è intervenuta pure l’azienda che produce in Italia l’Amuchina. “La percezione dell’emergenza del diffondersi del virus ha portato a un incremento della richiesta di Amuchina che l’azienda è impegnata a soddisfare aumentando la propria capacità produttiva” ha scritto in una nota Angelini Pharma specificando però che “il prezzo ai propri canali diretti di tutti i prodotti a marchio Amuchina è rimasto invariato e non ha subito alcuna variazione rispetto al periodo pre-epidemia da coronavirus” e “di non avere alcuna responsabilità relativamente ai rincari rilevati dai consumatori”.

LA RICHIESTA DI INFORMAZIONI DELL’ANTITRUST

L’Antitrust il 27 febbraio scorso aveva già diffuso una nota in cui spiegava di aver inviato il giorno stesso “una richiesta di informazioni alle principali piattaforme di vendita e di altri siti di vendita on line in riferimento alle modalità di commercializzazione di prodotti igienizzanti per le mani e di mascherine monouso di protezione delle vie respiratorie”. Un intervento, evidenziava, “scaturito da numerose segnalazioni da parte di consumatori e associazioni i quali lamentavano, da un lato, la presenza di claim relativi all’asserita efficacia dei suddetti prodotti in termini di protezione e/o di contrasto nei confronti del Coronavirus e, dall’altro, l’ingiustificato e consistente aumento dei prezzi dei medesimi prodotti registrato negli ultimi giorni”.

L’Authority aveva chiesto alle imprese di comunicare entro tre giorni “quali misure hanno posto in essere per eliminare slogan pubblicitari che possano ingannare i consumatori sull’efficacia dei prodotti per evitare/curare le patologie da Covid-19 e quali misure abbiano adottato al fine di evitare ingiustificati e sproporzionati aumenti di prezzo”.

L’ISTRUTTORIA APERTA

Ed eccoci all’istruttoria contro le piattaforme Amazon (Amazon Italia Customer Service, Amazon Eu, Amazon Service Europe) ed Ebay (Ebay Italia e Ebay Gmbh) decise “dopo aver ricevuto numerose segnalazioni, raccolte dai suddetti professionisti le informazioni sugli interventi effettuati e constatata la presenza di entrambi i profili per un elevato numero di articoli”. Un procedimento che probabilmente non rimarrà isolato.

L’Antitrust “in considerazione del particolare momento in cui le tradizionali forme di commercio sono limitate”  ha infatti “contestualmente deciso di focalizzare la propria attenzione su analoghi fenomeni operati anche su altre piattaforme dell’ecommerce”. E siccome nell’edificio di Piazza Verdi il lavoro non si ferma c’è da scommettere che nei prossimi giorni arriveranno altre notizie analoghe.

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