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Cosa succede in Ucraina e Venezuela (Paesi in crisi)

La crisi in Ucraina è gemella alla crisi in Venezuela?


Sono ormai 4 milioni le persone ucraine che hanno fatto richiesta di protezione temporanea negli Stati membri dell’Ue. Dall’invasione russa, oltre 7 milioni di persone hanno lasciato il paese alla volta di diversi paesi europei, dove grazie a una decisione dei 27 i rifugiati ucraini godono immediatamente di diritti armonizzati, come il permesso di soggiorno, l’accesso all’assistenza sociale e medica, la possibilità di frequentare la scuola dell’obbligo.

Una risposta decisa e coordinata a una delle più gravi crisi umanitarie della storia recente. Ma anche una risposta molto diversa rispetto a crisi di portata simile.

C’è crisi e crisi

Prima di quella ucraina, la crisi venezuelana è stata quella che ha generato uno dei flussi di profughi più grandi al mondo. Dittatura e crisi economica hanno messo in fuga quasi 7 milioni di persone, circa un quarto della popolazione totale (ben oltre il 10% di profughi originato dalla crisi ucraina). E nonostante una serie di riforme nel 2021 sembrassero aver ridotto le partenze, da novembre ad oggi almeno altri 753.000 venezuelani hanno lasciato il paese.

Situazione diversa rispetto a quella ucraina, dove molti stanno già prendendo la via del ritorno (da inizio crisi, l’UNHCR conta 5 milioni di “riattraversamenti”, cioè persone che sono tornate in patria).

Quinto potere

A separare le due crisi c’è anche, e soprattutto, il sostegno finanziario. Malgrado il budget previsto dai rispettivi piani di risposta regionale sia praticamente identico (1,79 miliardi di dollari per il Venezuela, 1,85 per l’Ucraina), lo stesso non vale per i fondi effettivamente stanziati. Mentre gli ucraini hanno già beneficiato del 62% dei fondi previsti, gli aiuti per i venezuelani si sono fermati al 14% del totale richiesto.

A contare, come sempre, non c’è solo il fatto (tragico ma frequente) che quando una crisi puntuale si trasforma in crisi protratta, la comunità internazionale tende a dimenticarsene. Ma anche l’attenzione mediatica ricevuta dalla parte di mondo che più finanzia gli aiuti umanitari (i paesi occidentali).

Eppure alcuni segnali di insofferenza si iniziano ad avvertire anche sul continente europeo. Quando si spengono i riflettori, tutte le crisi diventano uguali?

rifugiati

 

(Articolo pubblicato su ISPI)

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