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Covax | vacciniamo il terzo mondo o la pandemia durerà 7 anni

Covax

Covax, il programma internazionale che promuove l’accesso equo ai vaccini anti Covid, non sta dando i frutti sperati e gli ultimi continuano a rimanere ultimi

Grandi Paesi ad alta densità popolosa come l’Indonesia e il Brasile finora hanno ricevuto solo circa 1 su 10 delle dosi AstraZeneca previste entro maggio, mentre Bangladesh, Messico, Myanmar e Pakistan sono tra quelli che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino attraverso Covax, il programma internazionale che ha come obiettivo l’accesso equo ai vaccini anti Covid.

E questi sono solo alcuni esempi. Il Covax, secondo un’analisi del Guardian, ad oggi ha infatti consegnato in media nel mondo solo 1 su 5 delle dosi del vaccino AstraZeneca che aveva stimato sarebbero arrivate nei Paesi coinvolti entro maggio.

I PROBLEMI

Il documento del quotidiano britannico illustra i problemi per l’accesso globale alle dosi di vaccino: il costo dei divieti di esportazione, l’accaparramento e le carenze di fornitura hanno reso difficile realizzare il programma che rappresenta l’ancora di salvezza fondamentale per molti dei Paesi in via di sviluppo.

I DATI

Covax finora ha raggiunto 74 Paesi con 33 milioni di fiale. Solo piccoli Stati come la Moldavia, Tuvalu, Nauru e Dominica hanno ricevuto tutte le dosi previste, ma la stragrande maggioranza di quelli nella tabella riportata qui sotto ha ricevuto finora un terzo o meno di quanto assegnato.

In Africa è immunizzato forse meno dell’1,7% della popolazione. Il Ruanda, riporta il Guardian, ha ricevuto solo il 32% della sua assegnazione – ed è la percentuale maggiore del continente. Paesi come Nigeria, Kenya, Etiopia e Repubblica Democratica del Congo hanno ricevuto ciascuno circa il 28% delle dosi previste.

Complessivamente, secondo gli ultimi aggiornamenti mercoledì scorso, Covax aveva consegnato circa 40,2 milioni di dosi delle 187,2 milioni che aveva previsto di distribuire durante o entro la fine di maggio.

Senza vaccini ai Paesi più poveri si stima che la pandemia durerà 7 anni e 2,5 miliardi di persone sono ancora senza nessuna dose.

CORREGGERE LO SQUILIBRIO

“Dobbiamo sviluppare una democratizzazione delle cure per tutti, altrimenti non ci sarà futuro per nessuno”. Ha denunciato Greta Thunberg sottolineando il problema dell’ineguaglianza dei vaccini e annunciando una donazione di 100.000 euro dalla sua fondazione al programma Covax.

“La comunità internazionale deve fare di più per affrontare la tragedia che è la disuguaglianza dei vaccini”, ha aggiunto l’attivista. “Abbiamo i mezzi a nostra disposizione per correggere il grande squilibrio che esiste oggi nel mondo nella lotta contro il Covid. Proprio come con la crisi climatica, dobbiamo aiutare prima i più vulnerabili”.

LIBERO ACCESSO ALLE CURE

La salute, secondo l’organizzazione mondiale della sanità (Oms), è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non l’assenza di malattia. L’articolo 32 della Costituzione afferma che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, come ha sottolineato il direttore scientifico del San Gallicano Aldo Morrone.

“Una minaccia collettiva come la pandemia Covid, richiede solidarietà, condivisione delle conoscenze scientifiche. L’erogazione di fondi pubblici per la ricerca scientifica dovrebbe sempre essere accompagnata da garanzie sulla disponibilità e prezzi disponibili per tutti, a partire dalle popolazioni più fragili. Per sviluppare i vaccini, le grandi case farmaceutiche hanno ricevuto circa 100 miliardi di fondi pubblici” ha proseguito il direttore scientifico.

vaccini riservisti

SOSPENDERE I BREVETTI

“Esistono precedenti importanti. Non solo la battaglia per il libero accesso agli antiretrovirali all’inizio degli anni Duemila. Durante la Seconda guerra mondiale, il governo Usa riuscì a incrementare la produzione di penicillina grazie alla collaborazione tra aziende e università pubbliche, senza badare alla proprietà intellettuale. L’esempio è citato in un editoriale pubblicato su Nature, dall’eloquente titolo È tempo di considerare la sospensione temporanea dei brevetti per i vaccini anti Covid. Anche noi chiediamo di sospendere i brevetti per i vaccini anti Covid. Il virus continuerà a circolare e a mutare, vanificando gli sforzi economici e i sacrifici fatti da tutti” ha aggiunto Morrone.

“Saremo costretti a contare ancora milioni di morti: una catastrofe umanitaria. Almeno temporaneamente, chiediamo di sospendere i brevetti per assicurare la produzione di vaccini sufficienti a coprire le necessità della popolazione mondiale, in particolare per i più poveri. È in gioco il futuro di tutti noi”, ha concluso.

Leggi anche: Emergency: “Monopolio dei vaccini danneggia anche l’Europa”

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