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Ddl Lobby, come procede l’iter del provvedimento

Lobby

La commissione Affari costituzionali della Camera sta ascoltando i protagonisti del settore. Domani in agenda audizione di Reti ­- Public affairs lobbying and communication, dell’Associazione Il Chiostro – per la trasparenza e professionalità delle lobby, di Gianluca Sgueo

Prosegue in commissione Affari costituzionali a Montecitorio l’esame del disegno di legge sulle Lobby che riunisce i testi presentati da Francesco Silvestri (M5S), Marianna Madia (Pd) e Silvia Fregolent (IV) e ce ha come relatrice Roberta Alaimo (M5S). Il tema è molto caro al Movimento Cinque Stelle — cui peraltro appartiene la presidenza della commissione con Giuseppe Brescia — che ha fortemente voluto un provvedimento a riguardo. Al momento va avanti un ciclo di audizioni informali, proposto da Alaimo, con i protagonisti del settore.

L’esame, in prima lettura alla Camera, è iniziato l’11 dicembre scorso. Prima di essere licenziato dalla commissione dovranno arrivare i pareri delle commissioni Giustizia, Affari esteri, Bilancio e Tesoro, Cultura, Attività produttive, Lavoro, Politiche Ue, e della commissione parlamentare per le questioni regionali.

COSA PREVEDE IL PROVVEDIMENTO LOBBY

Nel ddl Lobby sono stabilite una serie di misure che consentano finalmente di colmare “la lacuna normativa rispetto alla regolamentazione dell’attività”, come si legge nella relazione illustrativa. In tal modo si punta dunque a rendere più trasparente il lavoro degli operatori di settore che da tempo chiedono un intervento del legislatore.

Si parte con l’istituzione presso l’Autorità garante della concorrenza e del mercato del Registro per la trasparenza dell’attività di relazione per la rappresentanza di interessi (articolo 4) in cui ogni rappresentante di interessi inserisca e aggiorni l’agenda dei propri incontri con i decisori pubblici (articolo 5). Al via anche un Codice deontologico (articolo 6) in cui sono stabilite le modalità di comportamento cui devono attenersi tutti coloro che svolgono l’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi.

Un’altra norma riguarda la nascita, sempre presso l’Antitrust, del Comitato di sorveglianza sulla trasparenza dei processi decisionali pubblici (articolo 7). Per chi è iscritto al Registro esistono poi alcuni obblighi (articolo 8) tra cui il fatto di non poter dare — “a titolo di liberalità” — alcuna somma di denaro o altre utilità a rappresentanti del Governo oppure a partiti, movimenti e gruppi politici o a loro esponenti.

Il ddl prevede pure che il decisore pubblico, il quale intenda proporre o adottare un atto normativo o regolatorio di carattere generale, possa indire una procedura di consultazione (articolo 9). Infine, per chi viola le norme relative alla consultazione, le sanzioni (articolo 10) vanno dall’ammonizione alla censura alla sospensione e infine alla cancellazione dall’iscrizione nel Registro. Anche per chi viola il codice deontologico sono previste sanzioni: in questo caso si va dall’ammonizione alla sospensione alla cancellazione dal Registro.

CHI È STATO ASCOLTATO FINORA

Il 2 marzo scorso, poco prima che scattasse il lockdown a causa dell’epidemia per il Covid-19, si sono presentati in audizione Finco, Comin&Partners e FB & Associati.

Il rappresentante di Finco ha parlato dell’organo cui affidare il controllo del Registro, preferibilmente Anac o Antitrust, e della necessità di fornire un’esatta delimitazione dell’ambito dei decisori che dovrebbe essere il più ampia possibile. No invece a un Codice etico fornito da Anac o da terzi se non per chi ne è sprovvisto: meglio invece una sorta di “vidimazione” da parte dell’Autorità preposta per i Codici già esistenti.

Un plauso per l’intervento “che armonizzi e renda organico e trasversale l’attuale quadro regolatorio” è venuto da Gianluca Comin di Comin & Partners che ha pure domandato un “cambio di rotta nella comunicazione verso la collettività (cittadini, imprese e terzo settore) sul lavoro dei lobbisti, spesso additati dal mondo mediatico come causa e conseguenza di corruzione e malaffare”. L’ex presidente Ferpi ha chiesto di non affidare il registro, che preveda l’iscrizione obbligatoria per tutti i lobbisti professionisti, all’Anac ma a un’Autorità amministrativa indipendente oppure al Cnel.

Fabio Bistoncini di FB & Associati in sede di audizione ha elencato una serie di elementi cardine per regolamentare la rappresentanza di interesse tra cui il bisogno di garantire la trasparenza dei processi decisionali, l’applicazione della normativa in materia al più ampio contesto politico-istituzionale possibile, l’istituzione del registro unico, la previsione di un sistema di sanzioni per i soggetti coinvolti nel processo decisionale, la disciplina del divieto di revolving doors.

Giovedì in audizione sono stati ascoltati Telos A&S, studio professionale indipendente che si occupa di relazioni istituzionali e di consulenza strategica, e Open Gate Italia, società di public affairs. Il rappresentante di Telos A&S ha posto l’accento sulla necessità di prevedere nella legge quadro “garanzia, trasparenza e parità di accesso ai procedimenti di formazione degli atti normativi” e di escludere dall’iscrizione al registro i lobbisti in conflitto di interessi. Proprio riguardo al registro ha evidenziato che ne occorre uno nazionale e omogeneo che vada a sostituire “tutti quelli attualmente esistenti presso le due Camere, le amministrazioni centrali, Regioni, enti locali e autorità indipendenti”.

Da Open Gate Italia si è sottolineata l’importanza di una regolamentazione del settore così da garantire maggiore trasparenza che “è uno dei cardini fondamentali, non solo dalla parte dei portatori di interessi, ma anche dei decisori pubblici stessi”. Inoltre è stata fatta la proposta di “un meccanismo con il quale i lobbisti possano segnalare a un apposito organo anomalie nel processo decisionale pubblico”. Dunque, no al solo atto sanzionatorio nei confronti del portatore di interessi.

LE PROSSIME AUDIZIONI

Intanto domani sono in programma ben tre audizioni. Si comincia alle 11 con Reti – Public affairs lobbying and communication, guidato da Giusi Gallotto e da Antonio Iannamorelli. A seguire, alle 11.20, sarà la volta dell’Associazione Il Chiostro – per la trasparenza e professionalità delle lobby, che riunisce i professionisti italiani delle relazioni istituzionali ed è presieduta da Giuseppe Mazzei. Vicepresidente è Paolo Zanetto, cofondatore della società Cattaneo Zanetto & Co. Infine, alle 11,40 verrà ascoltato Gianluca Sgueo, docente alla New York University di Firenze di Media Activism and Democracy, analista politico al Parlamento europeo e direttore dell’area Istituzioni dell’Istituto per la Competitività (I-Com).

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