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Di Maio attacca Agcom sul gioco d’azzardo. Ma Cardani non ci sta

Agcom

L’Autorità presieduta da Cardani è finita nel mirino di Di Maio per la segnalazione sulla parte del decreto Dignità che blocca le pubblicità sul gioco d’azzardo

Uno scontro così acceso tra un ministro e un presidente di un’Authority non si era probabilmente mai visto nella storia italiana. Ma stavolta sono volate parole pesanti tra il vicepremier Luigi Di Maio e il presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani, “colpevole” di aver “annacquato” lo stop alle pubblicità del gioco d’azzardo deciso con il Decreto Dignità. E per questo oggetto degli strali del capo dei Cinque Stelle che promette un cambio dei vertici a settembre, che al momento sono in regime di prorogatio essendo scaduti il 24 luglio.

DOVE NASCE LA DISPUTA

Lo scontro istituzionale si consuma sull’articolo 9 del decreto Dignità, che prevedeva il divieto di “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro” assegnando all’Autorità il compito di predisporre un regolamento per l’applicazione pratica delle norme a partire dal 10 agosto prossimo. L’Autorità garante per le comunicazioni è finita nel mirino di Di Maio per la segnalazione sulla parte del decreto Dignità che blocca le pubblicità sul gioco d’azzardo: secondo l’Authority presenta diverse criticità sia dal punto di vista dell’interpretazione che dell’applicazione, e ha bocciato le sanzioni, giudicate “poco ragionevoli e sproporzionate” e auspicato una sistemazione organica dell’intero quadro legislativo in materia.

L’ATTACCO DI DI MAIO ALL’AGCOM

Su Facebook il vicepremier ha mostrato un certo disappunto per le decisioni dell’organo indipendente e inviato “i signori dell’Agcom a dimettersi: se a loro non sta a cuore la vita dei ragazzi e delle loro famiglie, ma evidentemente si occupano di altri interessi, è un problema loro”. A settembre, ha poi promesso, “cambieremo i vertici”. “Che cavolo di Paese siamo se un Ministro vieta la pubblicità e una authority la permette di nuovo? Si stanno mettendo di traverso in tutti i modi. Il cambiamento è una battaglia dura e lunga. Ma se pensano di rallentarci, hanno sbagliato governo. Questa battaglia la vinciamo” ha avvertito Di Maio.

SI VALUTA ANCHE UN RICORSO AL TAR O UN INTERVENTO LEGISLATIVO

Come racconta l’Avvenire Di Maio “non ci sta a passare come il promotore di una norma ambigua, lacunosa, inefficace” e sostiene anzi che “in un modo o nell’altro ‘il 10 agosto deve entrare in vigore il divieto assolto di fare pubblicità per l’azzardo’”. E “il silenzio della Lega sulla questione non sembra agevolare il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato dal primo partito di maggioranza”. “Stiamo valutando un ricordo al Tar per andare contro le linee guida dell’Agcom e un decreto ad hoc”, ha aggiunto Di Maio nella diretta Facebook. “Già oggi secondo quanto filtra da fonti del M5S è in programma una riunione con i tecnici legislativi per studiare il dossier e gettare le basi per un intervento normativo”, scrive Avvenire.

CARDANI REPLICA: AFFERMAZIONI DISTORSIVE DEL LAVORO FATTO

Le affermazioni del capo pentastellato non sono rimaste senza replica a lungo: le parole di Di Maio, ha spiegato il presidente Angelo Marcello Cardani, “sono completamente distorsive del lavoro fatto”. “Spiace che il ministro dello Sviluppo economico utilizzi l’Autorità e il suo operato per lanciare messaggi politici e personali”, ha insistito rivendicando per l’Agcom il ruolo di “organismo indipendente – innanzitutto dal potere politico – dotato di propria autonomia decisionale” che “non può essere considerato un ufficio di diretta collaborazione di un Ministro”. Non solo. Secondo Cardani “prima di insultare Di Maio avrebbe dovuto confrontarsi nel merito ed eventualmente collaborare nell’interpretazione dei contenuti della legge”, anche considerando “le difficoltà di coordinamento che impediscono una piena applicazione del divieto di pubblicità nel settore”. Quanto alla richiesta di dimissioni Cardani ha ricordato che “il Consiglio è scaduto il 24 luglio” e agisce in prorogatio in attesa delle nuove nomine che tardano ad arrivare per “l’inazione del Parlamento e del governo”.

ANCHE LE OPPOSIZIONI ATTACCANO

Le opposizioni, intanto, dal Pd a Forza Italia, attaccano contestando tempi e modi della questione. “Di Maio continua ad attaccare le autorità indipendenti. Dopo aver scelto un ministro in carica come presidente di Consob e aver spinto Cantone alle dimissioni ora tocca all’Agcom. Non addossi responsabilità che sono solo del suo governo, incapace di scrivere delle buone leggi da applicare”, ha detto Maria Elena Boschi. Mentre Forza Italia con Elvira Savino ha accusato il leader pentastellato di usare la polemica sui giochi come scusa per controllare l’Autorità.

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