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Domanda ad Arcuri: perché gli 81 milioni a ReiThera arrivano solo ora?

Arcuri Reithera Corte Dei Conti

Tutti i Paesi, dal principio dello scoppio della pandemia, sono corsi a finanziare le loro eccellenze per avere un vaccino. L’Italia lo fa soltanto ora e il prodotto, ignorato fino a 48 ore fa, è comprensibilmente in ritardo. Arcuri è sia numero 1 di Invitalia, che ha proprio lo scopo di sostenere le realtà meritorie italiane, sia Commissario all’emergenza, ma si è accorto di ReiThera solo ora. Come mai?

Ha fatto parecchio rumore, ed è stata accolta da una ondata di incomprensibile entusiasmo, la notizia secondo cui Invitalia, guidata da Domenico Arcuri, per decisione del Commissario all’Emergenza Covid Domenico Arcuri (curioso caso di omonimia? No, sono la stessa persona) è entrata nel capitale sociale di ReiThera, l’azienda di Castel Romano che sta sviluppando in tutta fretta il vaccino al Coronavirus tutto italiano. Una decisione che ha come scopo finanziare le ricerche e accelerare i lavori. Ma perché questo importante investimento pubblico è arrivato solo ora?

I FATTI

Il 26 gennaio, ovvero l’altro ieri, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A., ovvero Invitalia, il soggetto pubblico che ha come solo scopo quello di incentivare lo sviluppo di realtà del sistema Paese con investimenti mirati, annuncia con un trionfalismo che, dato il tempismo, pare fuori luogo: “Il CdA di Invitalia ha approvato il contratto di Sviluppo presentato da ReiThera che finanzia un investimento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro”.

L’INVESTIMENTO DI INVITALIA

Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sarà destinato alle attività di Ricerca&Sviluppo per la validazione e produzione del vaccino anti-Covid. La restante quota (11,7 milioni) sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano (RM), dove sarà prodotto l’antidoto. Le agevolazioni concesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, ammontano a circa 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato. Inoltre, in attuazione delle previsioni dell’articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, Invitalia acquisirà una partecipazione del 27% del capitale della società, a seguito di un aumento del capitale di ReiThera.

A CHE PUNTO STA REITHERA?

Il vaccino italiano, ignorato dalle istituzioni fino al 26 gennaio, è comprensibilmente indietro su tutti gli altri. Li avevamo intervistati anche noi di Policy Maker qualche settimana fa, ben prima che fossero adocchiati da Arcuri: «Ad oggi, contiamo di ottenere dagli studi di Fase 2/3 i dati necessari per l’eventuale approvazione in estate e poi, se la produzione su larga scala avverrà come previsto, iniziare a vaccinare i soggetti più esposti nel secondo semestre 2021», ci aveva detto  la presidente di ReiThera, Antonella Folgori.

LA CONFERMA DELL’AIFA

E infatti ieri mattina il virologo Giorgio Palù, neo numero 1 dell’Agenzia del Farmaco, ha confermato che con ReiThera: «Sarà possibile somministrare alcuni milioni di dosi del vaccino italiano, ma non prima di settembre». Le dosi del vaccino, ha aggiunto, «potrebbero integrare la disponibilità di oltre 200 milioni di dosi che era stata messa in preventivo d’acquisto, ma che sta ritardando».

 

Lo stato italiano entra con capitale pubblico in ReiThera, l’azienda di Castel Romano che sta sviluppando il vaccino…

Pubblicato da Roberto Speranza su Mercoledì 27 gennaio 2021

SPERANZA ESULTA

A un certo punto si desta dal proprio torpore anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, che su Facebook gongola: «Lo Stato italiano entra con capitale pubblico in ReiThera, l’azienda di Castel Romano che sta sviluppando il vaccino anti Covid. È una scelta giusta e importante. Da questa crisi dobbiamo uscire più forti per garantire la salute delle persone oggi e domani».

PERCHÉ ARCURI FINANZIA REITHERA SOLO ORA?

Viene da chiedersi perché questa “scelta giusta e importante” (cit. Speranza) sia stata fatta soltanto ora, il 26 gennaio 2021, in piena campagna vaccinale. O meglio, ribaltando la visuale, perché lo Stato italiano abbia ignorato ReiThera fino all’altro ieri, finanziandola solo adesso che – ovviamente – è parecchio in ritardo su tutti gli altri.

arcuri reithera
La mission di Invitalia

Questo nonostante la Russia di Vladimir Putin avesse subito creduto nel proprio vaccino Sputnik V e la Gran Bretagna di Boris Johnson, che pure per un certo periodo era stato per l’immunità di gregge, fosse corsa a finanziare il prodotto inglese Oxford AstraZeneca. «Io posso solo dire che noi siamo molto sicuri delle nostre forniture e dei nostri contratti», ha tagliato corto il premier britannico, in riferimento alle scorte prenotate autonomamente dal governo Tory per il Regno Unito, con circa tre mesi di anticipo su Bruxelles. Tutti gli Stati del mondo nel pieno della prima ondata di Covid-19 si sono precipitati a inondare di denaro pubblico le loro punte di diamante nel mondo della ricerca medico-scientifica per accaparrarsi quanto prima il vaccino. Perché l’Italia, che è stato pure il primo Paese occidentale colpito dall’epidemia, il primo a sequenziare il genoma del Covid, ci è arrivata solo nel gennaio 2021?

LE PAROLE DI ARCURI SU REITHERA

Arcuri ha festeggiato così la decisione di finanziare ReiThera: «È un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini». Arcuri, nella sua duplice veste di Commissario straordinario per l’emergenza Covid e Amministratore delegato di Invitalia, ha spiegato il suo piano: «La produzione italiana di vaccini andrà ad aggiungersi a quelle realizzate all’estero – aggiunge Arcuri – rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi». Una duplice veste che avrebbe dovuto accelerare l’individuazione di aziende meritevoli da finanziare per uscire prima degli altri dall’emergenza sanitaria, eppure così non è stato. Perché?

OXFORD – AXTRAZENECA CI PRENDE A PESCI IN FACCIA

Insomma, perché questo “accordo importante” (cit. Arcuri), questa “scelta giusta e importante” (cit. Speranza) arriva a fine gennaio? Perché non è stata presa prima? Perché non abbiamo dato 81 milioni a Reithera nove mesi fa? Non sarà forse collegata al fatto che il vaccino su cui abbiamo puntato tutto fin dall’inizio, il britannico Oxford AstraZeneca, sta prendendo noi e Bruxelles a pesci in faccia e ha unilateralmente stabilito di tagliare de 60% le consegne alle Ue di vaccini contro il Covid nel primo trimestre? Secondo l’azienda inglese il contratto firmato con la Ue non prevede l’obbligo di fornire tutti i vaccini concordati ma solo di fare il “best effort” per rispettare i termini. Contratto che la Commissione europea, impotente come mai prima d’ora, pesta i piedi e vorrebbe pubblicare per smascherare la casa farmaceutica davanti a tutti, ma non può perché si è vincolata al segreto contrattuale…

E IL COMMISSARIO CEO DI INVITALIA?

Gli sbagli europei mettono tristezza, è indubbio. Di più: sono inammissibili e bisognerà indagare. Ma mette ancora più tristezza che l’unicum tutto italiano di avere un Commissario all’emergenza Covid che era pure già da tempo l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, non abbia operato, pare, con la dovuta lungimiranza in entrambe le sue vesti, arrivando a finanziare ReiThera solo ora che rischiamo di non vedere più il vaccino britannico cui avevamo affidato le nostre sorti.

arcuri reithera

Un ritardo che potrebbe essere causa a sua volta dei ritardi di ReiThera (più soldi avrebbero accelerato la ricerca e lo sviluppo dell’antidoto) e che potrebbe provocare pure una uscita tardiva del nostro Paese dall’emergenza sanitaria. Di tutto ciò il ministro alla Salute Roberto Speranza e il numero 1 di Invitalia nonché Commissario Domenico Arcuri non dovrebbero essere chiamati a rendere pubblicamente conto agli italiani?

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