skip to Main Content

Tutte le colpe dell’Italia sull’inflazione (che colpisce tutta l’Ue)

Italia Europa Inflazione

Il fact-checking di Truenumbers sui numeri economici del nostro Paese e del resto dell’Europa

Ecco chi trascina la media Ue del 5,5%: c’è anche Germania (6,8%) e Italia (6,4%).

COME VA (MALE) L’INFLAZIONE IN UE

A giugno 2023 l’inflazione in Europa o, meglio, nell’area euro, si dovrebbe attestare al 5,5%, in calo rispetto al 6,1% del mese precedente. Ma, ovviamente, si tratta di una media dell’inflazione che viene registrata nei Paesi che, appunto, usano l’euro come moneta ufficiale. Ma quali sono i Paesi “colpevoli” di un’inflazione che la Bce ritiene ancora troppo alta, e che per questo non solo ha portato i tassi d’interesse al 4% in pochi mesi, ma ha annunciato che altri rialzi ci saranno in futuro a partire da luglio?

Il grafico sopra mostra l’andamento dell’inflazione in tutti i Paesi europei, compresi, quindi, quelli che non usano l’euro. Nel grafico qui sotto, invece, l’inflazione della quale stiamo effettivamente parlando, cioè quella dei Paesi dell’area euro.

Con questi due grafici possiamo capire quali sono i Paesi che hanno un indice dei prezzi superiore e quelli che l’hanno inferiore alla media. A cosa serve? Per capire quali sono quelli che alzano la media dell’inflazione in Europa. Con un’avvertenza: la media dell’indice del costo della vita in Europa è ponderata in base al Pil dei singoli Paesi. Significa che, ovviamente, l’inflazione che si registra in grande Paese “pesa” di più nella media generale di più dell’inflazione fatta registrare in un Paese più piccolo.

Quali sono i Paesi “colpevoli” dell’inflazione in Europa

Il Paese dell’eurozona con l‘inflazione più alta è la Slovacchia: basta cliccare sul nome del Paese, nel grafico sopra, per vedere che a giugno del 2023 ha un indice dei prezzi all’11,3%, più del doppio della media stimata dall’Eurostat. Si tratta, infatti, di stime dato che molti Paesi dell’eurozona non hanno ancora comunicato il dato definitivo dell’inflazione a giugno. Ma la Slovacchia è in “buona” compagnia: il secondo Paese con l’inflazione galoppante è l’Estonia che ha toccato il 9% sempre a giugno.

Come si vede il loro indice dei prezzi dall’inizio dell’anno è in rapida discesa, basti pensare che a gennaio di quest’anno la Slovacchia viaggiava con un’inflazione al 15,1% e l’Estonia al 18,6%. Numeri davvero impressionanti. Il terzo Paese che “trascina” la media dell’inflazione in Europa è la Croazia con l’8,3% che a gennaio era al 12,5%. Ma è l’andamento dell’inflazione in Lettonia che è impressionante: a gennaio era addirittura al 21,4% rispetto ad una media europea, sempre a gennaio 2023, dell’8,6%, mentre a giugno è riuscita a contenere la crescita dei prezzi all’8,1%.

L’inflazione in Europa trainata dai Paesi dell’Est

La maggioranza dei Paesi che hanno comunicato la stima dell’inflazione a giugno superiore alla media europea sono dell’Est, ma ci sono anche numerosi Stati dell’Europa occidentale che mostrano un andamento non in linea. A sorpresa, per esempio, sopra la media europea c’è la “frugale” Olanda con un’inflazione al 6,4% a giugno e, per giunta, è in crescita: ad aprile era al 5,8% ed è cresciuta al 6,8% a maggio per poi scendere, di poco, al 6,4% a giugno.

Ma non è questo il problema. Il problema è la Germania: a giugno ha fatto registrare un andamento dei prezzi in crescita del 6,8%, cioè 1,3% in più rispetto ai Paesi dell’eurozona. E’ un problema non solo perché la Germania è l’economia trainante dell’Europa (ed è anche la più “grossa” quindi il suo dato “pesa” di più nella media complessiva), ma soprattutto perché l’inflazione è in crescita: a maggio era al 6,3%, in calo, certamente, dal 7,6% di aprile, ma comunque un livello inaccettabile per Berlino. Non è, infatti, un segreto che sia proprio Berlino a fare pressioni sulla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, per ulteriori aumenti dei tassi d’interesse che è praticamente l’unica arma a disposizione della Bce per rallentare la corsa dei prezzi. Ma la Germania non ha solo questo, enorme, problema. Ne ha un altro: l’andamento dell’economia. La Germania ha fatto registrare un andamento del Pil in calo dello 0,3% nei primi 3 mesi dell’anno. Significa: recessione. E per l’economia più forte del continente, alla quale migliaia di aziende italiane sono collegate, la notizia è effettivamente allarmante.

Inflazione in Europa, il problema della Germania

Ma anche l’Austria deve fare ancora molta strada per avvicinarsi alla media: il suo indice dei prezzi a giugno è del 7,8%, 2,3 punti percentuali in più rispetto alla media dell’eurozona. Anche Malta è caduta nella trappola dell’inflazione con prezzi che a giugno 2023 sono al 6,1%. Ma la situazione di Malta è piuttosto tranquilla: non ha avuto nessuna oscillazione particolare dall’inizio dell’anno ad oggi: a gennaio la crescita dei prezzi era, infatti, al 6,8% ed è sceso gradualmente di circa 0,1 punti percentuali al mese.

Italia sopra la media europea

Purtroppo anche l’Italia è nell’elenco dei Paesi che trascinano l’inflazione in Europa. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice dei prezzi a giugno 2023 è al 6,4%. Anche in questo caso, è in calo visto che era al 10,7% a gennaio, ma non basta. I prezzi sono talmente alti che da inizio anno il governo Meloni ha introdotto una serie di sussidi per i redditi più bassi che potessero mitigare l’effetto dei prezzi al galoppo per le famiglie.

Ma nel caso dell’Italia il problema è che il costo della vita appare ancora difficile da domare: tra marzo ed aprile (e questi sono dati definitivi, non stime) si è registrata una crescita improvvisa dei prezzi che sono saliti dall’8,1% all’8,6% per poi scendere a maggio all’8% a maggio e, appunto, al 6,4% di giugno.

Chi ha un’inflazione in Europa inferiore alla media

Vediamo, adesso, quali sono i “buoni”, cioè gli Stati dell’eurozona che hanno un andamento dei prezzi inferiore alla media dell’eurozona. In questa categoria il primo della classe è il Lussemburgo che a giugno ha registrato un’inflazione di appena l’1%, 1 punto percentuale meno del target che la Bce si è posta, cioè portare l’indice dei prezzi al 2%. Ecco: il Lussemburgo si posizione sotto alla media e sotto al target. E di molto. Ma la sua economia è talmente piccola che il suo 1% “pesa” pochissimo sulla media generale.

La seconda della “classe” è la Spagna all’1,6%, anche lei sotto il target della Bce. Il Belgio, in particolare, mostra una discesa rapidissima dell’indice: era al 7,6% all’inizio dell’anno, comunque sempre sotto la media dell’eurozona di allora, che era dell’8,6%.

La sorpresa della Grecia (e di Cipro)

Grecia e Cipro sono entrambi al 2,7%, quasi la metà dell’inflazione che sta vivendo la Finlandia che a giugno si attesta al 4,1%. Tra i “buoni” anche Portogallo, 4,7; Irlanda 4,8% e, soprattutto, la Francia: 5,3%. Parigi è sopra al target Bce, certamente, ma è di 0,2 punti percentuali sotto la media dei Paesi dell’Eurozona ed è l’unico Paese tra i tre più industrializzati d’Europa a mostrare un contenuto andamento dei prezzi.

I dati si riferiscono al: gennaio-giugno 2023

Fonte: Eurostat

– Leggi anche: Niente controlli alla frontiera, la Brexit ritarda ancora

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top