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Il giorno del Green Pass: sarà rilasciato con una sola dose?
Da oggi è attivo il tanto atteso Green Pass che permette di viaggiare nei Paesi Ue e dell’area Schengen, ma la variante Delta inquieta e non è più sicuro che venga rilasciato dopo solo una dose di vaccino. Ecco cosa sappiamo
“Oltre 13,7 milioni di persone hanno già scaricato il Green Pass in Italia”, ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza, ma secondo il sottosegretario Pierpaolo Sileri il certificato verde anti Covid potrebbe presto essere rilasciato solo a chi ha già ricevuto entrambe le dosi di vaccino – in caso di doppia somministrazione come con AstraZeneca, Pfizer e Moderna.
Al momento la certificazione viene rilasciata a chi è guarito dal Covid, a chi si è vaccinato (con una o due dosi) e a chi ha avuto un tampone negativo nelle 48 ore precedenti.
I PARERI DI SPERANZA E SILERI
Si parla adesso di concederlo solo in seguito alla seconda dose per contrastare la variante Delta che, secondo molti esperti, richiede l’intero ciclo vaccinale per essere efficacemente contrastata. Speranza ha dichiarato che “altre valutazioni verranno fatte passo dopo passo” e Sileri che “aspettiamo ancora i dati di una o due settimane”.
“La scelta di rilasciare il Green Pass dopo la prima dose non è stata un errore” – ha commentato Sileri – “in quanto allora i dati ci dicevano questo. Al momento una modifica non serve ma va messa in cantiere, da medico e non da politico dico che probabilmente si arriverà a una rimodulazione”.
COSA DICONO GLI ESPERTI
“Con la variante Delta il Green Pass va dato dopo due dosi di vaccino e ai guariti con una dose”. A dirlo, in un’intervista a La Stampa, è l’immunologo e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano Alberto Mantovani. “La Delta – prosegue – è la quarta variante che preoccupa, ma ce ne sono state tante e altre ne arriveranno. Bisogna prepararsi”.
“Riguardo la variante Delta – ammette Mantovani – come Paese siamo in ritardo, perché manca un programma nazionale di sequenziamento delle varianti con studi di funzione per capire se e quanto siano pericolosi. Abbiamo un nemico che cambia e non possiamo non conoscerlo″.
Anche il virologo Fabrizio Pregliasco, parlando dell’arrivo a Roma di migliaia di tifosi inglesi per la prossima partita contro l’Ucraina ai quarti di Euro2020 ha espresso dubbi sull’effettivo funzionamento del Green Pass nei primi giorni di entrata in vigore: “non so quanto il Green Pass in questa fase iniziale abbia un effetto così sistematico e adottato, quindi non so anche quanto allo sbarco in aeroporto, o nei confronti di chi arriverà con mezzi diversi, si riesca a controllare”.
Si aggiunge al coro anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata di Roma, che ritiene un errore dare il Green Pass dopo la prima dose “perché sappiamo che una dose sola copre meno in assoluto, e ancora meno contro la variante”.
E non poteva essere diverso il parere di Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova che ha dichiarato: “Green Pass? Penso che ci dobbiamo abituare e via via adattare le regole alle evoluzioni del virus. Le misure adottate adesso servono come investimento per l’autunno”.
“La variante Delta – continua Crisanti – è stata una sorpresa per tutti, non solo è altamente trasmissibile ma infetta con una frequenza allarmante anche tutte le persone che hanno fatto una sola dose, indipendentemente dal vaccino. Questo ci deve far riflettere sia sul Green Pass, sia sulla opportunità di tenere lo stadio pieno per la finale degli Europei a Wembley”.