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Italiani promuovono gestione fase 1, meno la fase 2. Report Swg

Fase 2

Secondi soltanto alla Corea del Sud per gestione dell’emergenza nella percezione degli italiani. Reazione diversa per la fase 2. Ecco i risultati del  sondaggio di Swg effettuato tra il 29 aprile e il 4 maggio

L’ultima settimana della Fase 1, conferma una serie di trend in corso: si riduce in generale la preoccupazione per il Virus, ma resta alta la percentuale di chi ritiene probabile subire il contagio. È quanto emerge dall’ultima rilevazione della società Swg.

LA FIDUCIA VERSO LA FASE 2

Negli ultimi giorni, torna a crescere la quota di chi pensa che l’emergenza possa terminare entro 3 mesi ma aumenta la percentuale di chi prevede scenari diversi tra regione e regione (dal 25% della scorsa settimana al 31% attuale). Un italiano su due è convinto che il Virus non sarà debellato completamente e dovremo cambiare in maniera definitiva alcune delle nostre abitudini e comportamenti (dal 62% della scorsa settimana al 56%).

In generale migliorano gli indicatori di ingresso rispetto alla Fase 2, per quanto rimanga elevata la quota di chi vive un profondo senso di insicurezza nello svolgere attività fuori dalla propria abitazione. Il 59% degli italiani si sente sicuro a stare a lavoro, il 53% a uscire di casa, il 43% a fare la spesa ma solo il 17% a prendere i mezzi pubblici (stessa percentuale di 3 settimane fa).

PAESE DIVISO SULLE MISURE PER LA RIPARTENZA

Le misure previste dal Governo dal 4 maggio in poi suscitano una reazione non omogenea da parte degli italiani: meno della metà (il 39%) le approva del tutto (di cui il 64% elettori Pd e il 53% elettori M5S). La metà si divide invece tra chi le ritiene troppo restrittive (di cui il 45% elettori FdI e 41% elettori Lega) e chi invece le valuta come non sufficientemente prudenti (di cui 30% elettori del M5s).

Tuttavia gran parte delle singole misure risultano largamente condivise. Tra queste: la possibilità di prendere il cibo per asporto nei ristoranti, la riapertura di una parte delle aziende e attività produttive e la possibilità di incontrare i famigliari all’interno della regione.

Sono considerate eccessivamente restrittive da più di un terzo dei cittadini le posticipazioni delle riaperture di parrucchieri, bar e ristoranti, ma anche il prolungamento del divieto di celebrare la Messa. In parte preoccupa invece la riapertura dei parchi (per il 33% degli italiani) e dei negozi (33%).

ITALIA SECONDA SOLTANTO ALLA COREA DEL SUD COME GESTIONE EMERGENZA

Gli italiani ritengono la gestione di questa emergenza nel loro Paese più efficace rispetto agli altri paesi europei e degli Stati Uniti. Soltanto alla Corea del Sud viene riconosciuta un’efficacia maggiore. Al terzo posto troviamo la Cina, seguita da Germania, Francia e Svezia. Al nono posto la gestione dell’amministrazione Trump.

INTENZIONI DI VOTO: CONTINUA A SCENDERE LA LEGA

Anche nell’ultima settimana si registra un ulteriore calo della Lega. Il partito di Matteo Salvini ottiene il 27,3% dei consensi, in calo rispetto alle dichiarazioni di voto del 27 aprile (28,2%) e del voto alle europee del 2019 (34,3%). Il Pd resta pressoché stabile al 20,2% contro il 20,3% della settimana precedente. Salgono invece il M5s, al 16,2% contro il 15,4% precedente (17,1% alle europee) e Fratelli d’Italia al 14,9% rispetto al precedente 13,8%. Forza Italia si posiziona al 5,3% rispetto al 6,1%.

APPROVATO IL DISTANZIAMENTO SOCIALE

Tra gli italiani c’è una diffusa consapevolezza dell’utilità dei comportamenti prudenziali, anche se non tutti ci credono.

Quasi 8 italiani su 10 ritengono la distanza sociale efficace per il contenimento del Virus. Per quasi due terzi (63%) il distanziamento sociale è diventato inoltre un abitudine e per quasi la metà (45%) si tratta di qualcosa che non crea problemi perché non amante del contatto o dell’eccessiva vicinanza fisica.

L’intenzione prevalente è di non abbassare la guardia nemmeno nelle prossime settimane (metà degli intervistati proseguirà con le stesse cautele), anche se ciò comporterà per alcuni non pochi sacrifici. Vi è tuttavia un 20% di cittadini scettici nei confronti dell’utilità di queste precauzioni, i quali non garantiscono di volerle rispettare.

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