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La campagna vaccinale rallenta. Perché convincere gli indecisi è difficile ma cruciale

Domande Vaccini Indecisi

Il boost del Green Pass è già finito. Dopo la flessione di Ferragosto, è necessario estendere le zone protette dal certificato verde visto che stanno aumentando le dosi in frigorifero, segno che non è facile raggiungere gli ultimi indecisi

Gli ultimi indecisi, coloro che finora non si sono mai presentati al proprio centro vaccinale di riferimento, venderanno cara la pelle che finirà trafitta dall’ago. Le prime dosi di vaccino anti Covid somministrate settimanalmente sono stabili mentre “aumentano scorte in frigo”, ora pari a “9,6 milioni”.

All’8 settembre risultano consegnate complessivamente 89.721.203 dosi di vaccino anti Covid nel nostro Paese e aumenta nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (1.934.230), ma la media giornaliera è scesa intorno a 256mila. E’ quanto rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe.

“Nonostante l’accelerazione delle forniture – ha ditatti commentato il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – da tre settimane il numero di prime dosi è di fatto stabile intorno a 720-750mila, segno della difficoltà di convincere gli indecisi”. In particolare, si legge, il 73,2% della popolazione (43,3 milioni) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+762.552 rispetto alla settimana precedente) e il 65,9% (39 milioni) ha completato il ciclo vaccinale (+1.189.855).

La campagna vaccinale aveva già subito un dimezzamento in pieno ferragosto, ma era stato già messo in conto dagli esperti, mentre con ogni probabilità il governo confidava che il decreto luglio sul Green Pass servisse a stanare un maggior numero di indecisi. Così, però, non è stato. Anche per questo l’esecutivo sta estendendo l’efficacia del certificato di presunta immunità e ha in programma ulteriori allargamenti.

Tuttavia, il rallentamento della campagna vaccinale potrebbe non tradursi, in via automatica, nell’obbligatorietà di somministrazione del farmaco. “Ho sempre detto che l’obbligo vaccinale” contro Covid-19 “deve essere l’ultima ratio, l’ultima considerazione”. Ma “non deve essere un tabù e mi pare che le dichiarazioni del presidente Draghi fatte qualche giorno fa vadano in questa direzione. Peraltro come Governo ci siamo già assunti la responsabilità di introdurre l’obbligo ad esempio per il personale sanitario”, quindi “se sarà necessario il Governo è pronto ad assumersi anche la responsabilità” di un obbligo più esteso. Lo ha precisato Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, a ’24 Mattino’ su Radio24.

 

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