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La crisi dei chip investe le auto, da Toyota a Fiat-Stellantis

Crisi Semiconduttori

Mancano i semiconduttori e aumenta la crisi dei chip. Travolto il settore automobilistico, da Toyota a Volkswagen. Anche la “nostra” Stellantis in grave difficoltà

La Toyota ha annunciato che diminuirà la produzione di veicoli del 40% a settembre a causa della carenza di microchip. Anche Volkswagen ha detto di non poter escludere un simile scenario, a causa dei rifornimenti “estremamente volatili” di chip attesi per i prossimi mesi.

La crisi dei materiali semiconduttori mette in ginocchio il settore automobilistico e costringe in molti casi alla chiusura di impianti e all’arresto della produzione. Anche Stellantis costretta a fermare la produzione negli stabilimenti francesi.

TOYOTA

Secondo la BBC, Toyota, cioè la più grande casa automobilistica del mondo, aveva pianificato di produrre quasi 900.000 auto il mese prossimo, ma ora ha ridotto la produzione a 540.000 veicoli.

Fino ad ora, Toyota era riuscita ad evitare di fare lo stesso, con l’eccezione di estendere gli arresti estivi di una settimana in Francia, Repubblica Ceca e Turchia.

VOLKSWAGEN

Volkswagen, il secondo produttore di auto più grande del mondo, ha dichiarato che potrebbe anche essere costretto a tagliare ulteriormente la produzione.

Giovedì, Volkswagen, che già aveva tagliato la produzione all’inizio dell’anno, ha dichiarato a Reuters: “Attualmente ci aspettiamo che l’offerta di chip nel terzo trimestre sia molto volatile e stretta”.

LA CRISI DEI CHIP

La pandemia di Covid ha aumentato la domanda di apparecchi che usano chip, come telefoni, TV e console di gioco.

Gli altri rivali di Toyota, tra cui General Motors, Ford, Nissan, Daimler, BMW e Renault, hanno già ridimensionato la produzione di fronte alla carenza globale di chip.

Renault prevede che la sua produzione di auto potrebbe diminuire di circa 100.000 unità quest’anno.

Sony afferma che è difficile per lei aumentare la produzione delle console PS5.

Apple si aspetta che l’impatto della carenza peggiori e si estenda alla produzione di iPhone.

Tesla dice che sta usando chip alternativi e riscrivendo il software.

Taiwan Semiconductor Manufacturing prevede di costruire nuove fabbriche negli Stati Uniti e in Giappone.

FIAT-STELLANTIS

Circola la notizia che anche le fabbriche francesi di Stellantis siano in grave difficoltà.

La penuria di semiconduttori, ha fermato le attività dei lavoratori dipendenti degli stabilimenti francesi di Rennes la Janais e Sochaux.

“A Rennes la Janais ci si fermerà, per carenza di semiconduttori, da martedì 23 agosto a venerdì 27 agosto. Sono solo 5 giorni, ma sarebbero stati molti di più poiché si collegano ai 21 giorni di vacanza estiva”, si legge su Quattroruote.

“Un produttore di semiconduttori in Malesia è interessato da un focolaio di coronavirus e il nostro fornitore polacco di centraline intelligenti per motori (BSI), non riesce più a consegnarci i pezzi”, questo ciò che dicono dallo stabilimento di Rennes i rappresentanti del CFDT, un sindacato di settore.

Ma sempre restando nel mondo Stellantis, “medesima situazione si registra in un’altra fabbrica francese a Mulhouse o in Germania ad Eisenach”.

Su Adnkronos è stato scritto inoltre che Stellantis ha deciso di vendere la storica palazzina Fiat al Lingotto di Torino, nella quale trovavano posto anche gli uffici di Gianni Agnelli e Sergio Marchionne.

“L’immobile è stato lentamente svuotato nel corso degli ultimi anni ed è ora pronto ad essere venduto: Stellantis ha inviato una lettera alle maggiori società di intermediazione immobiliare internazionali per avviare una procedura di agency sull’edificio al 250 di via Nizza, che fino al 2014 ha rappresentato la sede legale della Fiat, divenuta in seguito FCA (Fiat Chrysler Automobiles) e trasferita in Olanda”.

Leggi anche: Perché la Cina e l’Europa litigano sui semiconduttori

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