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La legge sul gioco infiamma la corsa regionale in Piemonte

Tutti concordi nel voler mantenere ferma l’attuale legge regionale sul gioco, tranne Alberto Cirio del centrodestra: “Non funziona” come dimostrato dalla ricerca Eurispes

Anche il gioco finisce tra i temi del confronto elettorale piemontese, dove si voterà per eleggere il nuovo governatore in concomitanza con le europee. Organizzato dall’associazione Libera, il dibattito ha visto uno di fronte all’altro i quattro candidati alla poltrona regionale – Giorgio Bertola (M5S), Valter Boero (Pdf) e Sergio Chiamparino (centrosinistra) – tutti concordi nel voler mantenere ferma l’attuale legge regionale, considerata un deterrente alle devianze legate al gioco. Tutti tranne uno, Alberto Cirio del centrodestra.

CIRIO DICE NO ALLA LEGGE SUL CONTRASTO AL GIOCO: AUMENTA IL ‘NERO’

Secondo Cirio il no è motivato dal fatto che l’ultima ricerca Eurispes ha dimostrato che la legge “sposta il problema sul gioco ‘nero’”. E infatti, scorrendo l’analisi dell’istituto, emergono alcuni nodi: se da un lato diminuiscono gli esercizi commerciali con le videoslot e aumentano i volumi di gioco, dall’altro aumenta l’illegalità. Eurispes avrebbe quindi dimostrato quello che gli operatori del gioco legale sostengono da tempo: politiche proibizionistiche avvantaggiano solo il gioco illegale.

LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, CHE HA ALLUNGATO I PROPRI TENTACOLI SUL SETTORE DEL GIOCO ILLEGALE

Secondo la ricerca “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte”, alla luce dell’applicazione della legge regionale 9/2016 (Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico) condotta da Eurispes emerge che tra marzo 2017 e settembre 2018 i punti vendita generalisti sono scesi da 6.241 a 1.788, con una riduzione di apparecchi Awp (le cosiddette new slot) pari al 52%. Se da un lato l’offerta segna una drastica diminuzione, dall’altro aumentano i volumi di gioco, con i piemontesi che nel 2018 hanno giocato oltre 103 milioni di euro in piú rispetto al 2016, si legge su Torino Oggi. “L’inefficacia del distanziometro (lo strumento che prevede la distanza dai luoghi in cui è possibile giocare ndr) – spiega Alberto Baldazzi, coordinatore della ricerca Eurispes – produce un vero e proprio aiuto alla criminalità organizzata, che ha allungato i propri tentacoli sul settore del gioco e delle scommesse. Il rischio della crescita dell’illegalità, dunque, non può e non deve essere sottovalutato come effetto della compressione dell’offerta del gioco pubblico”.

SI VA VERSO LA SCOMPARSA DEL GIOCO PUBBLICO DAI CENTRI URBANI

L’applicazione della legge regionale ha comportato anche un calo occupazionale, prosegue Torino Oggi. Il taglio delle videoslot, che dal prossimo 20 maggio subirà un’ulteriore riduzione dell’80%, produrrà una “crisi drammatica” per i negozi che offrono gioco attraverso apparecchi di intrattenimento, che dal 2017 alla fine del 2019 interesserà 5.200 persone. La riduzione del volume di gioco dovrebbe assestarsi intorno ai 2 miliardi di euro.

Secondo Eurispes, l’offerta del gioco pubblico scomparirà quasi del tutto dai centri urbani e sopravvivere nelle zone rurali e nelle periferie. È previsto, inoltre, un aumento del gioco online e di quello illegale, come dimostra la recente indagine della Direzione distrettuale antimafia di Torino, che ha accertato il coinvolgimento della ‘ndrangheta nella gestione del gioco d’azzardo. Un dato, in particolare, è eloquente: nei primi tre mesi del 2019 le forze dell’ordine hanno sequestrato 251 apparecchi, quando in tutto il 2016 ne erano stati requisiti 51.

PER LA ASTRO NON CALANO GLI AFFETTI DA LUDOPATIE MA GLI OCCUPATI. E SI FAVORISCE L’ILLEGALITÀ

Lo stesso Massimiliano Pucci, presidente dell’associazione di gestori Slot Astro, commentando la definitiva entrata in vigore degli effetti della norma regionale che limita la presenza di apparecchi in tutto il territorio del Piemonte ha evidenziato che “il Piemonte volta pagina, espellendo gli operatori autorizzati e aprendo la strada all’illegalità. Abbiamo tentato per mesi – senza successo – di spiegare alla politica gli effetti deleteri della legge regionale. D’ora in poi – ha aggiunto -, tutti potranno toccare con mano quello che sta già succedendo. La raccolta complessiva dei giochi non è affatto calata, come emerge dai dati che abbiamo depositato in Consiglio Regionale, mentre aziende sono destinate a chiudere e lavoratori perderanno la propria occupazione. Un quadro devastante, non giustificato nemmeno da un calo delle persone affette da ludopatia in cura nelle strutture sanitarie del Piemonte. Abbiamo chiesto continuamente dati aggiornati su un’eventuale riduzione del numero di ‘malati’, non ottenendo risposta. Il governo regionale, al contrario, ci ha risposto che per valutare gli effetti della norma occorrerà attendere a lungo: in attesa di qualche dato certo, le aziende e gli esercizi commerciali chiuderanno”.

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