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Libertà di stampa: a che punto è l’Italia (e il mondo)?

Libertà Di Stampa, Reporters Sans Frontières

Secondo l’ultima rilevazione di Reporters sans frontières, la numero 21, la situazione è “molto grave” in 31 paesi, “difficile” in 42, “problematica” in 55 e “buona” o “soddisfacente” in 52 paesi

Ormai avremmo dovuto imparare già da tempo che il rapporto tra il progresso umano, sociale, e l’avanzare del tempo non è sempre proporzionalmente diretto. In tante cose, pur vivendo nel 2023, siamo indietro in tante parti del mondo. Una di queste è la libertà di stampa.

Ce lo segnala, puntuale come ogni anno, il rapporto di Rsf (Reporters Sans Frontières) del World Press Freedom Index. Che si presenta così nel titolo di sintesi: “Giornalismo minacciato dall’industria dei contenuti falsi”.

Tutti i dettagli.

IL QUADRO DELLA LIBERTA’ DI STAMPA SECONDO RSF

Andando a vedere il quadro generale della situazione riguardante 180 Paesi e territori, tracciato ieri per la celebrazione del World Press Freedom Day, troviamo una situazione definita: “molto grave” in 31 paesi, “difficile” in 42, “problematica” in 55 e “buona” o “soddisfacente” in 52 Paesi (8 e 44, rispettivamente).

Vale a dire, specifica ancora la rilevazione, “l’ambiente per il giornalismo è “cattivo” in sette paesi su dieci e soddisfacente solo in tre su dieci”. Nella top 3, troviamo Norvegia (capolista dal 2017), Irlanda e Danimarca, con queste ultime due cresciute di quattro e calate di una posizione, rispettivamente. In fondo ci sono, invece, Vietnam, Cina (-4 posti) e Corea del Nord ultima.

Da segnalare, seguendo anche il commento di Christophe Deloire (Seg. Gen. di Rsf), lo scalo in positivo di ben 18 posti per il Brasile e in negativo, di 31, del Senegal.

I FATTORI PIU’ INCISIVI

A incidere, si legge dal rapporto, è la produzione di notizie false ma anche il peso interno nei vari Stati degli autoritarismi e dei loro sistemi di regime. Tutto da coniugare insieme agli sviluppi affascinanti ma anche pericolosi dell’IA, i tremolii mercatisti e gestionali (tra occupazione e nuovi capi) dei social network.

Ovviamente, poi, c’è la questione della propaganda che rimanda inevitabilmente al caso russo. Mosca è 164esima in classifica, in calo di altre nove posizioni nel 2023 dopo il primo anno di (nuova) guerra in Ucraina (che invece è al 79° posto, dal 106° dello scorso anno).

In termini di violenze sui protagonisti della stampa, cioè i giornalisti, 86 sono state le vittime nel 2022, molti dei quali uccisi non in zone di conflitto. Per Audrey Azoulay, Dg Unesco, “il livello di impunità per questi crimini invia un messaggio agghiacciante, perché la sicurezza dei giornalisti non è solo una questione che riguarda i giornalisti o le organizzazioni internazionali, ma riguarda la società nel suo complesso”.

REPORTERS SANS FRONTIERES: ITALIA AL 41° POSTO

Riguardo l’Italia, al netto delle diverse e discorsive letture che ne danno oggi i giornali in base al loro posizionamento politico, c’è da sottolineare l’ascesa al 41° posto sopra gli Stati Uniti, 45esimi con tre posizioni in meno.

Roma recupera così 17 posti, tornando alla posizione del 2021 dalla numero 58 registrata nell’indice di dodici mesi fa. I fattori ancora a cui guardare con attenzione? Criminalità organizzata, estremisti e violenti tornati a preoccupare dal 2020 con la pandemia.

Per Federico Mollicone, presidente della Commissione Editoria e deputato di Fratelli d’Italia, “alla Camera, per tutelare la libertà dei media abbiamo approvato in prima lettura un proposta di legge a mia prima firma e della collega Maccanti contro la pirateria digitale, che riguarda anche il mercato editoriale. La difesa dei diritti connessi alla creatività è la nostra priorità. Ci auguriamo che anche il Senato, quanto prima, approvi questa legge, che tutti gli operatori stanno attendendo da tempo”.

Secondo il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, “oggi in Italia credo che la stampa sia abbastanza libera ed è bene che sia così, che ci sia un pluralismo delle fonti, poi ciascuno trarrà il suo libero convincimento”.

 

IL RAPPORTO RSF, QUI

– Leggi anche: Il mondo è sempre meno democratico

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