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L’Italia in fiamme. Numeri, dati e statistiche sugli incendi

Decreto Incendi

Nel 2021, l’Italia è stato il primo paese in Europa e il secondo paese al mondo per numero di incendi registrati, 1.422, per un totale di 160.000 ettari di superficie bruciati. Si tratta del numero più alto registrato nell’ultimo decennio

Nel 2021, 1.422 roghi incontrollati hanno mandato in fumo 160.000 ettari di superficie, colpendo spesso flora e fauna. Si tratta del numero più alto registrato nell’ultimo decennio che ci rende il primo Paese europeo per incendi e il secondo al mondo. È quanto illustrato nel dossier realizzato in collaborazione con l’Italian Institute for Planetary Health (IIPH) “Il cambiamento climatico in Italia. Lo scenario italiano alla luce del documento Climate Change Is A Healt Crisis“.

NEL 2021 BEN 15 INCENDI HANNO BRUCIATO OLTRE 1000 ETTARI

Dal report è emerso che dei 1.422 incendi registrati in Italia l’anno scorso, 15 di questi hanno superato i 1.000 ettari di superficie, mentre il più grande, registrato in Sardegna, ha interessato oltre 13.000 ettari di terreno. E le previsioni per il futuro non sono migliori dato che negli ultimi giorni si sono verificatii molti roghi imponenti, dalle Dolomiti alla Versilia, passando per il Lazio e giù fino alle isole. Anche per questo per il 2022 sono attesi dati peggiori.

IL 2022 RISCHIA DI ESSERE PEGGIORE

Invece, nel 2020 l’Italia ha segnato uno degli incrementi di temperatura maggiori in tutta Europa, con +1,54 °C rispetto alla media del periodo 1961-1990 e continua a surriscaldarsi più velocemente della media globale”. È uno dei dati contenuti nel dossier “Il cambiamento climatico in Italia: l’impatto sulla salute umana e i processi di adattamento. Lo scenario italiano alla luce del documento “Climate Change Is A Health Crisis”, realizzato dall’Italian Institute for Planetary Health (IIPH) insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

IL CAMBIAMENTO CLIMATICO STA GIÀ DANNEGGIANDO LA SALUTE DELLE PERSONE

Il cambiamento climatico impatta sulla salute e sul benessere umano in vari modi: patologie, lesioni e morti causate da eventi climatici estremi come inondazioni, incendi e ondate di calore; aumento della diffusione di malattie trasmesse da zanzare e mosche; aumento della prevalenza di problemi cardiovascolari causati dal caldo estremo e problemi respiratori legati all’inquinamento dell’aria; problemi di sicurezza alimentare; aumentato rischio di sviluppo di malattie mentali; effetti su mezzi di sussistenza migrazione e conflitti.

Queste condizioni ed esiti di salute sono sensibili al clima sia per vie dirette (ad esempio il calore, le inondazioni) che indirette (ad esempio i vettori di malattie, gli allergeni, l’inquinamento dell’aria e dell’alterazione del sistema alimentare). Nel 2019 si stimava che le malattie sensibili al clima comprendessero il 69,9% dei decessi globali, di cui quelle cardiovascolari costituivano la percentuale maggiore il (32,8%).

L’impatto del cambiamento climatico sulla salute è dunque già presente e in via di peggioramento, colpendo in modo schiacciante le comunità svantaggiate ed emarginate e aggravando disuguaglianze sanitarie già esistenti. Una rapida e decisa riduzione delle emissioni e una strategia di risposta al cambiamento basata sulle evidenze scientifiche possono diminuire notevolmente i futuri rischi per la salute.

NECESSARIE MISURE MAGGIORI PER PROTEGGERE LA NOSTRA SALUTE

Abbiamo molte soluzioni a portata di mano per ridurre i rischi per la salute associati al cambiamento climatico, ma sono necessarie ancora molte altre azioni. Rendere la salute umana resiliente a tali cambiamenti richiede di prevenire gli impatti del cambiamento climatico stesso, identificando le popolazioni vulnerabili e migliorando le misure di protezione della salute. Tra queste, la riduzione delle disuguaglianze socio economiche può attenuare, inoltre, anche la vulnerabilità delle persone nei confronti dei rischi per la salute legati al clima.

SOLUZIONI CHE AVVANTAGGIANO SIA LA NOSTRA SALUTE CHE L’ECONOMIA

I benefici per la salute superano di gran lunga i costi della messa in pratica di quelle azioni volte al miglioramento del clima. Strategie ben progettate per la riduzione delle emissioni di gas serra e per il rafforzamento della resilienza al cambiamento climatico hanno risultati e benefici significativi per la salute e il benessere: acqua, aria e suolo più puliti; miglioramento della salute mentale; comunità più attive e resilienti; diete più sane e molto altro.

I cosiddetti spazi verdi urbani, compresi gli orti urbani, possono portare beneficio alla coesione sociale, alla salute mentale e al benessere di adulti e bambini, e ridurre l’impatto sulla salute delle ondate di calore, contribuendo a ridurre le temperature. Questo processo contribuisce a diminuire le disuguaglianze nell’esposizione allo stress da calore per i gruppi a basso reddito e svantaggiati.

Investire in infrastrutture di base universali, compresi i servizi igienici, l’acqua potabile, il drenaggio delle acque, l’elettricità può trasformare le opportunità di sviluppo, ridurre le disuguaglianze, aumentare la capacità di adattamento e ridurre la vulnerabilità ai rischi legati al clima.

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