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L’OCSE promuove il PNRR di Mario Draghi?

Ocse

Secondo l’OCSE è un programma ambizioso che attribuisce priorità alle riforme allo scopo di affrontare l’incertezza, i ritardi e i costi che attualmente ostacolano gli investimenti. Quindi l’Organizzazione assesta un colpo alla Lega: “togliere quota 100”

L’ultimo Studio economico dell’OCSE sull’Italia evidenzia che il sostegno del Governo alle famiglie e alle imprese italiane duramente colpite dalla crisi “dovrebbe continuare fino a quando la ripresa non si sarà ampiamente consolidata e dovrebbe divenire sempre più mirato con il rafforzarsi dell’economia. Lo Studio afferma altresì che il sostegno fiscale è riuscito a mitigare in maniera efficace le perdite in termini di posti di lavoro e a preservare la capacità produttiva”. Consentirà – si legge nel rapporto – di stimolare la ripresa sul breve termine con l’accelerazione dei tassi di vaccinazione e l’allentamento delle restrizioni. L’aumento della spesa pubblica, anche a titolo dei fondi di Next Generation EU, sosterrà maggiori investimenti e sarà accompagnato da un clima di maggiore fiducia e da un aumento della domanda.

Lo Studio dell’OCSE afferma che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “offre un’occasione unica per creare un’economia più verde, più digitalizzata e più produttiva”. Il Governo, si legge nello Studio, ha fissato un programma ambizioso che attribuisce giustamente priorità alle riforme, della concorrenza e del settore pubblico e al rafforzamento dell’efficacia dei sistemi di giustizia civile allo scopo di affrontare l’incertezza, i ritardi e i costi che attualmente ostacolano gli investimenti. La competitività delle imprese italiane può essere migliorata attraverso investimenti nelle infrastrutture verdi e nella banda larga.

Lo Studio suggerisce che le possibilità di riuscita dell’attuazione del piano di riforme sono molto più elevate rispetto al passato. Sono stati divulgati metodi di attuazione, tappe fondamentali e obiettivi chiari per l’erogazione dei fondi a titolo di Next Generation EU e le leggi di recente approvazione relative alla semplificazione degli investimenti verdi e al sostegno al processo decisionale contribuiranno al successo dell’attuazione del Piano.

L’OCSE stima la crescita economica dell’Italia al 5,9% per l’anno in corso e al 4,1% per il 2022, a seguito di una diminuzione del PIL pari all’8,9% registrata nel 2020. Un secondo trimestre più forte del previsto spiega la revisione al rialzo delle previsioni di crescita pari al 4,4% per il 2021 contenute nelle Prospettive economiche dell’OCSE pubblicate nel maggio scorso.

Una volta attenuatasi la pandemia, lo Studio raccomanda di riformare necessariamente la spesa pubblica e la politica fiscale al fine di integrare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Attualmente, la spesa legata alle pensioni toglie spazio agli investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella formazione, penalizzando i giovani, molti dei quali sono disoccupati e a rischio di povertà.

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro rimane particolarmente basso per le donne, in particolare quelle con figli. Dallo Studio si evince la necessità di migliorare l’accesso ai servizi di assistenza all’infanzia e alla formazione per gli adulti in tutte le regioni.

Rispetto alla media OCSE, le imposte sul lavoro restano troppo elevate. Lo Studio raccomanda di attuare una riforma fiscale globale per ridurre la complessità del sistema e abbassare le imposte sul lavoro. Tale riforma dovrebbe essere finanziata attraverso un miglioramento della compliance, favorita a sua volta da un maggiore ricorso alla tecnologia e ai pagamenti con carta.

Accrescere l’efficacia del settore pubblico italiano è oggi più che mai una necessità impellente. Lo Studio afferma che la piena attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza contribuirà a colmare le carenze di competenze nel settore pubblico, a favorirne la digitalizzazione e a ridurre gli ostacoli normativi che non consentono ai dipendenti pubblici di conseguire i risultati attesi. Lo Studio esprime compiacimento per i meccanismi predisposti per l’attuazione del Piano e afferma che l’amministrazione pubblica diverrebbe in generale più forte e snella riducendo il numero di norme esistenti, disciplinando il settore dei servizi e dell’economia verde e concentrandosi maggiormente sui risultati, allineandosi in tal modo alle priorità del Governo e favorendo una crescita sostenuta. Lo Studio raccomanda inoltre di promuovere un miglior coordinamento tra i diversi livelli di governo dell’Italia.

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