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Pandemia mentale: 1 su 5 ha preso psicofarmaci

Psicofarmaci

Quasi una persona su 5 ha assunto nell’ultimo anno psicofarmaci come ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici. Una maggiore incidenza è stata rilevata tra le persone in cassa integrazione (27,2%) e i pensionati (23,7%)

Lo stress per il lavoro bloccato e la cassa integrazione, coabitazione forzata in famiglia o coi coinquilini, non potere uscire di casa, la paura di contrarre il Covid o averlo perso… l’incertezza generale e l’impossibilità di tornare a programmare la propria vita. La pandemia ha avuto un peso non indifferente sulla nostra psiche, lo certifica l’aumento degli psicofarmaci.

PSICOFARMACI IN NUMERI

Quasi una persona su 5 ha assunto nell’ultimo anno farmaci come ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici. Vi ricorrono maggiormente le persone mature e le donne. L’Eurispes, per il Rapporto Italia 2021, ha indagato sul consumo di psicofarmaci da parte dei cittadini e sul ricorso al sostegno psicologico, che pure risulta rilevante: un intervistato su 4 si è rivolto ad uno psicologo.

Il 19% del campione sondato dall’Eurispes ha dichiarato di aver assunto psicofarmci, il consumo risulta più diffuso della media tra le persone più mature (22,5% dai 65 anni in su), meno tra i giovanissimi (10,1% dai 18 ai 24 anni). La percentuale tra le donne risulta più alta che tra gli uomini: 21,2% contro 16,7%. Una maggiore incidenza è stata rilevata, poi, tra i persone in cassa integrazione (27,2%) e pensionati (23,7%). Inoltre, stando ai dati raccolti nell’indagine, è rilevante la quota di chi si è rivolto ad uno psicologo: più di un quarto del campione (27,2%). Ad uno psichiatra si è rivolto il 5,6% degli intervistati, in un percorso che solitamente si avvale anche di una terapia farmacologica di supporto.

 

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