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Perché e quanto il Digital Divide è ancora divisivo in Europa

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L’analisi di Riccardo Pennisi. In quali aree del continente vivono le persone che in un intero anno non si connettono mai a internet. Se ne ricava un’Europa divisa in tre macrozone

In Europa il digital divide è ancora significativo. Questa mappa mostra – per provincia – in quali aree del continente vivono le persone che in un intero anno non si connettono MAI a internet. Se ne ricava un’Europa divisa in tre macrozone:

a) Quella dell’accesso totale: Scandinavia, Isole Britanniche e Islanda, Svizzera e forse a sorpresa il Kosovo, più alcune zone spesso corrispondenti a grandi aree urbane. b) Quella dell’accesso quasi generalizzato, corrispondente all’Europa centro-occidentale, con propaggini baltiche. c) Quella dell’accesso parziale, dove tra il 10 e il 30% delle persone non usa mai internet, che si trova in parti significative dell’Europa meridionale (ma non la Spagna) e orientale. Le spiegazioni possibili sono molte, e niente affatto scontate.

I FATTORI DI UN’EUROPA DIVISA IN TRE

1) Questione di età. Le zone a bassa connettività sono quelle dove vivono più anziani. Può essere vero in parte (ma la Turchia ad esempio è giovane rispetto al complesso dell’Europa, ma poco connessa). Eppure gli anziani esistono anche in Nord Europa e nelle grandi città – possibile che ‘quegli’ anziani su internet invece ci vadano?

2) Il che ci porta alla seconda ipotesi: la penetrazione dei computer e dell’informatica nei luoghi di lavoro negli ultimi 30-40 anni. Certamente nell’Europa centro-settentrionale e nelle metropoli è avvenuta in anticipo rispetto alle altre aree, cosa che ha permesso a molte classi di lavoratori maturi di familiarizzare con gli strumenti digitali già da tempo, e di trasformarsi dunque oggi in arzilli anziani hi-tech.

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3) In parallelo, si potrebbe sottolineare come fattore la capacità della pubblica amministrazione (ma anche delle imprese) di trasferire i propri servizi online. Se quei servizi sono completamente passati online, come accade in molte parti d’Europa, ecco che bisognerà per forza connettersi se si deve usufruirne.

4) Se naturalmente l’assenza o la presenza di infrastruttura è importante, possono pesare anche fattori sociali e geografici: ad esempio, la presenza di grandi agglomerati urbani, forte in Spagna e più rarefatta in Portogallo, Italia, Grecia, dove le persone tendono a vivere in città medio-piccole: in queste, incontrarsi o usufruire di servizi di persona è più semplice, e riduce la necessità di avere una connessione.

5) O anche, nell’Europa sud-orientale, la presenza di legami familiari più forti: se un parente, che magari vive proprio vicino, può aiutarmi a risolvere un problema, non dovrò connettermi per fare da me – dinamica invece piuttosto rara in Nord Europa.

6) Un fattore poco considerato: la diaspora. Il Kosovo è il Paese europeo più giovane E quello con il tasso di emigrazione più alto. Data la difficoltà di raggiungere in treno/aereo/strada le zone di emigrazione, al contrario di altre parte d’Europa più collegate, Internet, per molti, è l’unico legame con la famiglia d’origine.

In ogni caso, la tendenza alla totale digitalizzazione è irreversibile. Tra una quindicina d’anni, l’Europa sarà tutta gialla.

 

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