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Perché temo un’esplosione di spesa pubblica con il governo M5S-Lega

Perché Temo Un’esplosione Di Spesa Pubblica Con Il Governo M5S-Lega
[ap_dropcaps style=”ap-normal”]L’[/ap_dropcaps]intervento di Giuliano Cazzola

Caro Gianfranco, a me hanno insegnato che gli errori in politica sono la conseguenza di analisi sbagliate. I miei ‘’maestri’’ iniziavano sempre i loro discorsi con lunghe e dettagliate analisi del contesto politico ed economico all’interno del quale eravamo tenuti ad agire. E in base a quel contesto giudicavano adeguata o meno la nostra iniziativa. Oggi a tanti decenni di distanza sono disposto ad ammettere che, in quell’organizzazione del pensiero, era facile scorgere un tentativo di assolvere i nostri limiti. Ma non è stato sempre così.

Ho avuto la fortuna di essere coinvolto in reali cambiamenti di prospettiva e di azione politica, sotto la guida di leader di cui si è persa persino la memoria. Non insisto più di tanto in queste considerazioni perché so bene che anche tu hai avuto una formazione politica simile alla mia. Credo però che le nostre differenti opinioni traggano origine proprio nelle differenti analisi della fase storica che attraversa (non) solo l’Europa.

Tu affermi che i veri nemici dell’Unione sono quelli che la difendono ‘’senza se e senza ma’’. A mio avviso sono invece, quelle forze emergenti (ma non troppo) che non vogliono un’altra Europa, ma lavorano per distruggerla – loro sì – “senza se e senza ma’’. A tutti i costi. Scusa se mi concedo un’altra licenza letteraria. Tra gli Stati nazionali e l’Unione esiste un rapporto analogo a quello intercorrente tra il dr. Jekyll e mister Hyde, ma in modo completamente invertito.

Nel racconto di Robert Stevenson, il compassato medico della buona società vittoriana è costretto cambiare personalità per poter soddisfare le pulsioni sado-masochiste che non gli sarebbero state consentite altrimenti. Nel nostro caso, invece, a fare la parte di mister Hyde sono gli Stati che si sono dati delle istituzioni e delle regole sovranazionali a presidio di virtù che da soli non sarebbero riusciti ad esprimere e ad esercitare. Il fatto è che come il mister Hyde – al quale, ad un certo punto, non riesce più la trasformazione nel dr. Jekyll – anche gli Stati europei rischiano di non essere più in grado di compiere il percorso contrario e di soccombere alle loro scomposte passioni. Jekyll torna ad essere tale solo quando Hyde viene ucciso.

Mi pare che la metafora chiarisca il mio pensiero. Oggi l’Europa è quello che è. Ma è come l’hanno voluta gli Stati nazionali a cui ha dato tanto di più – ha ragione il presidente Mattarella – di quello che ha ricevuto (e comunque ha meno dipendenti del Comune di Roma). I suoi avversari non intendono migliorarla, ma cancellarla dalla storia. Non si può stare in mezzo. Anche perché – questo sei tu ad insegnarmelo – le proposte dei sovranpopulisti peggioreranno la situazione; sono deleterie soprattutto per le prospettive dei loro Paesi; non assicurano alcuna crescita, ma solo un massiccio incremento di spesa pubblica destinato ad andare in corto circuito con lo sfascio dei conti pubblici sul lato delle entrate. Tutto ciò nel perseguimento di obiettivi non prioritari e contrari agli interessi delle giovani generazioni.

La Francia di Macron potrà anche superare la soglia canonica del deficit, ma non ha il nostro debito pubblico prima di tutto e poi le riforme le sta facendo, mentre noi ce le stiamo rimangiando. Quanto al documento di Paolo Savona che ha dato l’avvio al nostro dibattito, noto che in certi ambienti è stato accolto come se fosse un nuovo Manifesto di Ventotene (di cui riconosco la perdurante sopravvalutazione). Almeno in quella circostanza a sognare un’Europa diversa da quella che si stava scannando da anni, erano tre antifascisti reclusi al confino. Volenti o nolenti, con tutta la stima e il rispetto per Savona, egli è pur sempre un ministro– per usare le parole di Pierre Moscovici – di un governo di ‘’piccoli Mussolini’’. Per me è una differenza che conta ancora.

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