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Pil italiano indietro di 19 anni. Ecco il report Ocse

In Italia perdurano problemi economici e sociali di lunga data. Ecco la fotografia dell’economia italiana nel report Ocse

Il Pil reale pro capite è praticamente al livello del 2000 e nettamente inferiore al picco precedente la crisi. Sebbene il tasso di occupazione sia aumentato, è ancora uno dei più bassi tra quelli dei Paesi dell’Ocse, in particolare per le donne. La qualità del lavoro è bassa e la discrepanza tra gli impieghi e le qualifiche dei lavoratori è elevata se raffrontata su scala internazionale. La crescita della produttività è stata debole o negativa negli ultimi 25 anni.

POVERTÀ E GIOVANI

I tassi di povertà assoluta per i giovani sono nettamente aumentati in seguito alla crisi e rimangono elevati. I tassi di povertà variano notevolmente da una regione all’altra e nelle regioni meridionali sono tra i più elevati dell’Unione Europea. Solo una piccola quota delle prestazioni sociali (escluse le pensioni) destinate alla popolazione in età lavorativa viene versata alle persone che ne hanno più bisogno.

RITORNO AL PASSATO PER IL PIL, LIVELLO DELL’ANNO 2000

Il Pil pro capite dell’Italia è allo stesso livello di 20 anni fa. La penuria di opportunità professionali spinge molti giovani a emigrare, aggravando il processo di già rapido invecchiamento della popolazione. Le variazioni regionali del Pil pro capite e del tasso di occupazione, già significative, si sono ampliate ulteriormente negli ultimi decenni. Le disparità regionali dei tassi di occupazione spiegano in larga misura la differenza del tenore di vita tra una regione e l’altra.

STALLO PER LE RINNOVABILI

Le fonti di energia rinnovabili si sono sviluppate rapidamente dal 2000 al 2015 circa, ma da allora sono in fase di stallo. L’inquinamento atmosferico è elevato in alcune aree, con conseguente mortalità elevata e danneggiando il benessere. Altre sfide ambientali sono causate da lacune della pubblica amministrazione, che portano a irregolarità nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti e a carenze nella gestione dei rischi idrogeologici. La frammentazione amministrativa e l’autorità limitata degli organismi metropolitani costituiscono un ostacolo all’integrazione delle politiche di gestione del suolo e dei trasporti, ostacolando la definizione di politiche di crescita verde.

 

ECCO IL RAPPORTO COMPLETO DELL’OCSE SULL’ITALIA

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