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Più che il Covid poté il lockdown. Gli psicologi: “Salute mentale appesa a un filo”

PSICOLOGI LOCKDOWN

Siamo un popolo sull’orlo di un nuovo lockdown e di una crisi di nervi, che fa incetta di farmaci; gli psicologi avvertono: «I dati dello stressometro si posizionano ai livelli del marzo scorso. È necessario agire in maniera proattiva e subito o le conseguenze saranno devastanti sul fronte della salute e dell’economia per il nostro Paese».

Città deserte. Restrizioni di ogni tipo. Socialità ridotta all’essenziale: uno scambio di battute col portiere, un saluto alla cassiera del supermercato. Vita cadenzata da orari e regole eteroimposti: lo smart working ha fatto saltare i turni di lavoro, si sa l’ora in cui si accende il computer, non si conosce l’ora in cui sarà possibile spegnerlo (e con i capi si è sempre raggiungibili, non si possono più usare scuse come “sono fuori”), il coprifuoco ha silenziato le città e la nostra voglia di uscire per un giro, una pizza o una birra in compagnia, nonostante già si senta l’aria primaverile. E nei weekend tutti a casa. Molti di noi si sono abituati a vivere così, ripetendo meccanicamente gesti e routine di una vita trascorsa in pigiama, con la barba incolta e i trucchi come nuovi nel cassetto del bagno. Ma gli psicologi lo ripetono da tempo: il lockdown nuoce alla salute mentale, così come le restrizioni imposte dalle zone cromatiche.

PSICOLOGI: CON LOCKDOWN SALUTE MENTALE APPESA A UN FILO

Lo scorso novembre, dalla propria pagina Facebook, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi metteva in guardia: “La salute mentale dell’Italia è appesa a un filo. La pandemia ha acceso i riflettori sull’importanza della salute psicologica ma anche sulla mancanza di risposte adeguate nel nostro Paese. ORA è il momento di attivare programmi concreti per l’emergenza e per il dopo”.

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Il medesimo messaggio è stato espresso nuovamente alle agenzie di stampa nelle ultime ore da David Lazzari, presidente Nazionale del Cnop, Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi: «I dati dello stressometro si posizionano ai livelli del marzo scorso. Il Governo deve puntare su programmi di empowerement, promozione della resilienza. È necessario agire in maniera proattiva e subito o le conseguenze saranno devastanti sul fronte della salute e dell’economia per il nostro Paese». Una importante spia è quella sul consumo di farmaci: «Sono valori drammatici che rappresentano una lettura veritiera, basata su comportamenti reali, non opinioni personali. Sono uno spaccato di condotte che ci racconta cosa sta accadendo; che ci dice che il quadro è nero e peggiorerà».

COSA CI DICONO I DATI SUL CONSUMO DI FARMACI

«Dal consumo dei farmaci si evince il quadro del disagio psicologico degli italiani, sia in maniera diretta attraverso indicatori come gli psico- farmaci – spiega Lazzari – che indiretta attraverso sonniferi, lassativi, cosmetici». Può stupire il trend in crescita delle vendite di lassativi? «No – risponde – perché li consuma di solito chi è depresso, sedentario, sotto stress psicologico o chi, celando un’ansia nascosta, vuole dimagrire. I dati sulla vendita di farmaci e para farmaci dimostrano che questa situazione porterà ad un abuso farmacologico in adulti e adolescenti, con gli effetti indesiderati che questo comporta». Perché? «Basta guardare agli psicofarmaci: ne facciamo un uso improprio. La gente li assume in modalità fai da te. E i medici di famiglia, che non sono in grado di fare psicoterapia, li prescrivono in alternativa». E ora davanti a noi si staglia l’eventualità di un nuovo lockdown ma, come fanno notare gli psicologi, questa volta lo affronteremmo con i nervi a pezzi, già provati da 12 mesi di cattività.

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