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Plastic tax. Tutte le ragioni del “no” secondo Unionplast (Confindustria)

Plastica

L’associazione, guidata dal presidente Luca Iazzolino, avverte: il settore è un’eccellenza europea che ha già avviato la transizione sostenibile ma per portarla a termine con successo c’è bisogno di tempo e incentivi. Non di plastic tax

Appuntamento all’interno delle aziende per parlare con lavoratori e istituzioni della Plastic tax. A decidere l’originale forma di protesta è Unionplast, l’associazione di categoria che riunisce i trasformatori di materie plastiche e che opera all’interno della Federazione Gomma Plastica di Confindustria. Da quando è stato approvato il Documento programmatico di bilancio, trasmesso poi alla Commissione europea, Unionplast si sta opponendo – in una lotta comune con i sindacati confederali di settore – alla tassa che impone un prelievo su ogni chilo di imballaggi di plastica a decorrere dal 1° giugno 2020. Nel maxiemendamento presentato dal governo alla manovra, al vaglio della commissione Bilancio al Senato, il prelievo è stato dimezzato da 1 euro a 50 centesimi al chilo il che alleggerisce il peso dell’imposta dagli 1,1 miliardi previsti in origine a 767 milioni.

LA POSIZIONE DI UNIONPLAST SULLA PLASTIC TAX

Unionplast vede nella Plastic tax un rischio forte ossia quello di “affossare ulteriormente la competitività di un settore di eccellenza che sta già intraprendendo una transizione verso soluzioni più sostenibili” ha spiegato il presidente, Luca Iazzolino. In una nota si evidenzia poi come “il settore è un’eccellenza europea che ha già avviato la transizione sostenibile. Le 3.000 aziende e i 50.000 dipendenti del settore della produzione di imballaggi in materie plastiche hanno bisogno di tempo e incentivi per portarla a termine con successo. Non di nuove tasse”.

Attualmente il 15% della plastica che si usa quotidianamente è frutto di economia circolare e questo trend – secondo l’associazione – è in continua crescita grazie anche alle favorevoli dinamiche di mercato: nel 2018 la domanda di polimeri riciclati è cresciuta del 3,1% e parallelamente è diminuito il consumo di materie plastiche vergini.

Unionplast ricorda altri provvedimenti che hanno messo a repentaglio il settore in precedenza come la messa al bando della plastica monouso, entro il 2021 vietata in tutta l’Unione europea, che – secondo il presidente Iazzolino – ha creato difficoltà per 30 aziende e 3mila lavoratori, perlopiù del Centro-Sud Italia.

COSA NE PENSANO I SINDACATI DI SETTORE

Anche le organizzazioni sindacali di settore – dicevamo – si stanno movendo sulla stessa lunghezza d’onda delle parti datoriali. In una nota congiunta Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec ricordano che “dal punto di vista tecnologico, il settore continua a investire guadagnandosi la posizione di seconda industria in Europa, con rilevanti implicazioni occupazionali interessando circa 2.000 aziende, con oltre 50.000 dipendenti”. Cifre interessanti che verrebbero minate dalla Plastic tax che “anziché aiutare la crescita e le riconversioni contribuirebbe a determinare il soffocamento del settore della produzione e un’ingente perdita di posti di lavoro” ma anche ad aumentare del “10% il prezzo di prodotti di larghissimo consumo contribuendo a indebolire ulteriormente la domanda interna”.

CHI È IL PRESIDENTE DI UNIONPLAST

Alla guida di Unionplast da giugno 2017 c’è Luca Iazzolino, 48enne di Padova, che si è formato in Economia all’università “Ca’ Foscari” di Venezia. Dal 2003 è amministratore delegato di Plastotecnica spa e membro del consiglio d’amministrazione di Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica. Nel 2017 ha aggiunto ai precedenti un altro incarico, quello di vicepresidente di Nuko srl, polo confindustriale di Padova e Vicenza per la formazione e la consulenza di impresa

Sempre dal 2017 Iazzolino fa parte del comitato di presidenza della Federazione Gomma Plastica, e insieme a Matteo Battaini, Marco Bergaglio, Marco Do e Sergio Donadeo affianca il presidente Giorgio Quagliolo, in passato a capo di Unionplast, di Corepla e dell’Istituto Italiano dei Plastici.

IL NO DI COREPLA ALLA PLASTIC TAX

Anche Corepla si è fortemente schierata, come ovvio, contro la Plastic tax. Durante il suo intervento ad Ecomondo, la fiera dell’innovazione industriale e tecnologica dell’economa circolare che si è svolta a Rimini un mese fa, il suo presidente, Antonello Ciotti, ha detto che l’imposta “è una telenovela” che “non spinge né il cittadino a fare più raccolta differenziata, né le industrie a fare più innovazione per cui non si capisce come possa avere un obiettivo di maggiore sostenibilità”. L’auspicio dunque, “è che ci sia una profonda revisione del concetto di plastic tax perché sulla plastica non ci deve essere uno scontro ideologico ma uno scontro tecnologico affinché le nuove tecnologie, i nuovi sviluppi dei materiali riciclati, possano consentire un’effettiva attuazione dell’economia circolare tenendo presente che l’economia circolare parte dal consumatore che fa la raccolta differenziata”.

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