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Pnrr: a che punto è la spesa? Ecco i dati ufficiali

È stato speso meno di un terzo dei fondi del Pnrr, il focus di Openpolis: il 30,14% delle risorse del Piano al 13 dicembre 2024

Sin dall’inizio dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, le forze politiche, la maggioranza e le opposizioni di turno, si sono scambiati colpi, più di sciabola che di fioretto, sullo stato di avanzamento dei lavori. Tra bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, tra chi ostentava ottimismo e chi catastrofismo.

Un Piano la cui stesura venne abbozzata dall’allora governo Conte II, prima di essere mandato a casa dalla truppa parlamentare di Renzi. Poi ridisegnata e presentata ufficialmente dal governo Draghi, che iniziò ad avviare le riforme e i primi interventi. A sporcarsi davvero le mani è stato però il governo Meloni, con l’ex ministro Raffaele Fitto, adesso ‘promosso’ alla vicepresidenza della Commissione Ue.

In tutti questi mesi il sito Openpolis ha sempre cercato di garantire la massima trasparenza sui dati relativi alla spesa del Pnrr. Che sono fondamentali per valutare lo stato dell’arte dei progetti previsti e comprendere quanto e come sono utilizzati i fondi stanziati per il raggiungimento di milestones e target.

A DICEMBRE 2024 SPESO UN TERZO DELLE RISORSE DEL PNRR

Secondo l’ultimo aggiornamento trimestrale rilasciato il 13 dicembre 2024 dal portale Italia Domani, ed elaborato da Openpolis – la spesa effettiva delle risorse ammonta a 58,6 miliardi di euro, ovvero meno di un terzo del totale previsto, che ammonta a 194,4 miliardi di euro. In percentuale parliamo del 30,14%, un dato che corrisponde a quella dei pagamenti effettuati per i singoli progetti.

Sebbene la spesa aggregata per misura sia comunicata direttamente dalle amministrazioni titolari dell’investimento, i dati sui pagamenti, che riflettono l’avanzamento dei singoli progetti, provengono dai rispettivi soggetti attuatori. La sostanziale coincidenza di questi numeri – fa presente Openpolis – conferma che, a meno di due anni dalla scadenza del piano, prevista per metà 2026, si è ancora lontani dal completare l’impiego dei fondi.

I RITARDI E LE DIFFICOLTA’ DEL PNRR

Una conferma, “rispetto alle difficoltà e ai ritardi (…) che contraddice – scrive Openpolis – il tono trionfalistico sul Pnrr della presidente del consiglio Giorgia Meloni e dell’ex ministro Raffaele Fitto”. Il rischio è che, se questi ritardi non vengono affrontati tempestivamente, l’impatto di questi investimenti sull’economia e la società italiana possa essere meno significativo di quanto previsto.

Del resto una prima avvisaglia c’è stata con gli ultimi dati Istat sul Pil e la crescita. L’’economia italiana, infatti, ha subito un brusco rallentamento nel secondo semestre dello scorso anno, chiudendo l’anno con una crescita del +0,5%, dimezzata rispetto alle previsioni iniziali e nonostante – appunto – l’iniezione senza precedenti di fondi europei tramite il Pnrr.

LA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI DI DICEMBRE

La stessa Corte dei Conti, nella sua Relazione semestrale di dicembre, aveva evidenziato luci e ombre nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Se da un lato si registrava infatti un progresso significativo negli obiettivi europei, tutti i 39 target fissati per il primo semestre 2024 sono stati raggiunti, portando il tasso di avanzamento complessivo al 43% (+6 punti rispetto al semestre precedente), dall’altro lato emergevano criticità sul fronte finanziario. Al 30 settembre 2024 – faceva sapere la magistratura contabile – la spesa effettiva aveva superato i 57,7 miliardi di euro, pari al 30% delle risorse complessive, contro il 66% previsto dal cronoprogramma. Questi sono i numeri. Ed è sempre più attuale l’interrogativo di Ferruccio de Bortoli nella sua rubrica sul Corriere della Sera: “Quanto saremmo sottozero senza il Pnrr?”.

Leggi anche: Quanto sarebbe la (non) crescita dell’economia italiana senza il Pnrr?

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