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Ponte Morandi: ecco chi vuole che a ricostruirlo sia Autostrade

A lanciarla facendo proseliti Grazia Torrielli, che vende surgelati a Certosa. Perché Autostrade per il viadotto: “Lo sanno fare e fino a qui sono stati gli unici a dare una mano a Genova”.

Una raccolta firme a Certosa, in quel di Genova, per dire sì ad Autostrade per l’Italia nella ricostruzione del viadotto crollato in quel tragico 14 agosto. È tutta qui la storia di commercianti e residenti alle due estremità del ponte che hanno deciso di non seguire i dettami del decreto Genova messo nero su bianco dal governo, che di fatto esclude la concessionaria dalla ricostruzione, e di “battagliare” affinché sia proprio Autostrade per l’Italia a procedere nei lavori.

SI PUNTA IL DITO CONTRO IL GOVERNO

A riportare la vicenda è il Secolo XIX, storico quotidiano di Genova, che racconta come molti alla Certosa “faticano a sbarcare il lunario” e ora puntano il dito “contro il governo, reo di aver messo pochi soldi e tardi sulla legge per Genova”. Due i motivi per cui vogliono che sia Autostrade per l’Italia a ricostruire il viadotto: “Lo sanno sanno fare e fino a qui sono stati gli unici a dare una mano a Genova”.

UNA COMMERCIANTE DELLA CERTOSA HA LANCIATO LA PETIZIONE

“L’operazione – racconta il quotidiano della Lanterna – è partita dal basso e ha scavalcato tutti, dal Civ, rimasto spiazzato, alle associazioni di categoria. A lanciarla facendo molti proseliti Grazia Torrielli, che vende surgelati a Certosa: ha comprato un quaderno” ed è “andata porta a porta da commercianti e residenti al di qua e al di là del ponte. Centoventi firme in un giorno ed è solo l’inizio”. Ma già ha promesso che non si fermerà: prossimo obiettivo Valpolcevera per raccogliere altre firme almeno fino al 7 dicembre. “Perché l’8, quando a Certosa verrà acceso l’albero di Natale, quelle firme Grazia e gli altri le consegneranno alle istituzioni per chiedere che la ricostruzione sia affidata ad Autostrade. Sarà tardi visto che scadeva ieri il termine per presentare le domande al commissario Bucci”. Ma anche così, è un modo per dire al governo che ci sono dei problemi. “Sono circa 500 i titolari di attività produttive cui in questi giorni Autostrade ha versato la seconda tranche di aiuti, boccate d’ossigeno nei quartieri più colpiti dal crollo, con un’operazione d’immagine evidentemente azzeccata – scrive il Secolo XIX -: ‘Senza quei soldi avremmo chiuso. I soldi del governo invece, sempre che arrivino, arriveranno dopo febbraio: troppo tardi perché gli affitti, i fornitori e i dipendenti si pagano ogni mese’”.

LA PETIZIONE ANCHE SU CHANGE.ORG

“Tra contributi agli sfollati, la prima tranche di finanziamenti a fondo perso, e questo secondo giro di risarcimenti che sarà considerato un acconto in eventuali cause, Autostrade ha sborsato oltre dieci milioni di euro (…). Appena escono dall’info point i commercianti passano da Grazia e firmano la petizione. E nel frattempo sono già circa duemila i firmatari dell’appello-petizione (…)” lanciata anche “sulla piattaforma change.org dall’ex direttore Ricerca e manutenzione di Autostrade per ‘Italia, l’ingegner Gabriele Camomilla”.

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