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Quanto costano burocrazia e debiti della PA alle imprese?

Burocrazia

La burocrazia è il freno a mano che ostacola la ripartenza. La CGIA: “La complessità delle procedure amministrative in capo alle aziende costituisce un problema per quasi 9 imprenditori italiani su 10”

Centonove miliardi di euro. Quasi un Recovery Fund. I conti li ha fatti l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, che ha voluto vedere quanto le lungaggini dello Stato, tanto quando occorre rapportarcisi mediante gli sportelli della PA, quanto quando deve saldare, costino ai privati imprenditori italiani.

Scrivono infatti gli analisti: “Se al 31 dicembre scorso avessimo sommato i costi che pesano annualmente sulle imprese a causa della complessità burocratica generata da una macchina statale spesso inefficiente (57,2 miliardi di euro) e l’ammontare dei mancati pagamenti di parte corrente che la Pubblica Amministrazione (PA) ha nei confronti dei propri fornitori (51,9 miliardi di euro), avremo scoperto che sulle spalle degli imprenditori italiani grava un fardello da oltre 109 miliardi di euro”.

Il nemico dell’impresa privata è, ancora una volta, la burocrazia: “la complessità delle procedure amministrative in capo alle aziende costituisce un problema per quasi 9 imprenditori italiani su 10”, osservano gli analisti della CGIA. “Nessun altro paese dell’Area dell’Euro ha registrato uno score peggiore del nostro. Rispetto alla media dei 19 Paesi monitorati, l’Italia sconta un differenziale di ben 18 punti percentuali in più. Il coacervo di norme, di regolamenti e di disposizioni varie presenti in tutti i settori continuano a ingessare il Paese, rendendo la vita impossibile soprattutto a coloro che vogliono fare impresa. E mai come in questo momento, oltre a riformare la nostra Amministrazione statale sarebbe necessario semplificare il quadro normativo, riducendo il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, ricorrendo ai testi unici, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi. Siamo certi che tutto questo darebbe un forte impulso alla produttività del personale pubblico, spesso costretto a sottostare a procedure organizzative rigide e insensate che disincentivano la voglia di fare”.

 

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