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Rabbia, mancanza di fiducia nel governo e dubbi sul vaccino anti-Covid. Ecco come stanno gli italiani

Italiani

Qual è il sentimento più diffuso tra gli italiani di fronte alla seconda ondata, di chi si fidano e come valutano le misure del governo. Qual è la percezione del rischio di contagio, di mortalità e della gestione della pandemia in Italia e in Europa. Tutti i dati raccolti da Swg nella settimana 9-15 novembre

Proseguono e vengono costantemente aggiornati i dati raccolti da Swg sui sentimenti e le percezioni degli italiani durante il periodo di emergenza sanitaria. Dalle informazioni raccolte nella settimana 9-15 novembre emerge che i vissuti della seconda ondata si presentano in maniera molto diversa rispetto a quanto osservato in primavera. Nessuna spinta all’unione e all’incoraggiamento, ma una crescente rabbia che imputa le colpe alle istituzioni che hanno gestito male questa fase e ai cittadini che hanno messo in atto condotte poco responsabili.

DOVE RIPONGONO LA FIDUCIA GLI ITALIANI

Le restrizioni vigenti sono chiare a poco più della metà dei cittadini: meglio al Nordest, più confuse a Nordovest e nelle Isole. Gli intervistati dicono di fidarsi più dei medici (85%) e del sistema sanitario (61%) che della propria Regioni (47%) e del governo (39%). Inoltre, la corsa al vaccino anti-Covid si scontra con una popolazione divisa: se il 42% è pronto a vaccinarsi, il 34% non intende farlo (il 14% nemmeno se fosse obbligatorio) e un quarto dei cittadini si dice ancora indeciso.

LA PERCEZIONE DEL RISCHIO DI CONTAGIO E DELLA GRAVITÀ

La percezione del rischio di contagio risulta molto più elevata: un cittadino su 4 ritiene molto probabile contrarre il virus: probabilità peraltro maggiormente sentita dagli under 50, ovvero la fascia d’età alla quale il virus viene diagnosticato meno frequentemente. Per quanto riguarda la gravità percepita, solo il 10% degli intervistati sotto i 50 anni pensa di poter avere sintomi gravi o morire, mentre dopo i 70 la quota sale ben al 35%.

IN ITALIA LA PREOCCUPAZIONE È MAGGIORE PERCHÉ NON C’È FIDUCIA NELLE ISTITUZIONI

Mettendo a confronto l’opinione pubblica italiana nel contesto della pandemia con alcuni dei Paesi europei, emerge che in Italia il livello di preoccupazione è sensibilmente più elevato rispetto a Francia e Polonia, pur non avendo una situazione di decessi per Covid-19 più critica. Su questa divergenza in parte incide il fatto che nel nostro Paese è piuttosto basso il grado di approvazione delle misure restrittive in vigore ed è anche ridotta, soprattutto al confronto di Germania e Polonia, la fiducia nelle capacità del Governo di gestire efficacemente l’emergenza.

Anche l’impatto economico del Covid-19 risulta essere particolarmente pesante per gli italiani. Le conseguenze della pandemia hanno ridotto lo standard economico del 35% dei nostri connazionali e solo i francesi se la passano peggio.

COSA E DOVE COMPRANO GLI ITALIANI

Con la seconda ondata risale la propensione degli italiani a comprare online, mentre continua a diminuire la spinta a rifornirsi in centri commerciali e grandi negozi. Stando ai dati raccolti, cresce l’acquisto di prodotti igienico-sanitari e alimentari, mentre tutto il resto passa in secondo piano. In particolare diminuisce drasticamente l’interesse per i capi di abbigliamento (il 43% si dice meno propenso di prima ad acquistarli e aumentano il riciclo e gli acquisti low cost), così come l’arredamento (32%) e carburanti (24%). Rimangono invece stabili i prodotti tecnologici e quelli per animali.

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Infine, parlando di animali domestici, la maggioranza degli intervistati (59%) li ritiene una compagnia importante che, in tempo di pandemia, offre più conforto del solito.

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